
Il progetto “Masia 360” si basa su una visione integrale dell’atleta coinvolgendo studio, formazione, alimentazione, disciplina, educazione e pedagogia. L’ex capitano blaugrana Amor ha raccontato la sua esperienza personale, partendo dal sua arrivo nella residenza a 12 anni. “Senza questo servizio non sarei mai potuto andare a Barcellona. Mi ha cambiato la vita”.
La cantera è il gioiello della società, imitata in tutto il mondo. “Trent’anni fa, come oggi, il “rondo”, il torello, identifica il modo di giocare del Barcellona ed ormai è diffusissimo. A livello di modulo si gioca ancora con l’1-4-3-3, è quello che funziona meglio per le giovanili”, concordano i due dirigenti.
Carles Folguera ha evidenziato come i 100 metri che attualmente separano la “Masia“dal Camp Nou siano molto difficili da percorrere: “per questo, al di là delle 3 ore di allenamento quotidiano, le altre 21 le dedichiamo alla formazione e all’accompagnamento del ragazzo a tutto tondo, consapevoli che in prima squadra ci arriva solo il 10% di chi è nella cantera”. “Il talento - ha proseguito - da solo non sempre porta al successo. Io credo molto nella componente mentale, che è fondamentale per poter giocare davanti a 100 mila spettatori. Poi serve la resilienza. Un altro elemento importante è la famiglia, non deve mettere pressione”, ha testimoniato il responsabile del vivaio.
“Masia è sinonimo di famiglia, per questo è difficile quando si diventa amici dei compagni e alla fine della stagione ci si deve salutare, perché ci sono posti limitati”, ha ammesso Amor.