Venerdì, 04 Aprile 2014 - 02:00 Comunicato 782

La 'perdita di coscienza irreversibile' è stata sostituita dalla 'incapacità di esprimere la propria volontà'
VOLONTÀ DEL CITTADINO SUI TRATTAMENTI IN FINE VITA: MODIFICATO IL DISPOSITIVO

Nel settembre 2013 la Giunta provinciale ha istituito, tramite l'Azienda sanitaria, la banca dati delle dichiarazioni anticipate sui trattamenti sanitari in fine vita. La delibera dava mandato all'Apss, sulla base delle raccomandazioni del Comitato etico, di raccogliere e registrare in un'apposita banca dati le dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario dei soggetti interessati, relative alla volontà di sottoporsi o non sottoporsi a trattamento sanitario, in caso di malattia o lesione cerebrale che cagioni una perdita di coscienza irreversibile. Oggi, su proposta dell'assessora alla salute e solidarietà sociale Donata Borgonovo Re, è stato modificato il primo punto del dispositivo, sostituendo l'inciso: "in caso di malattia o lesione celebrale che cagioni una perdita di coscienza irreversibile", con la frase: "in caso di malattia o traumi che cagionino la incapacità di esprimere la propria volontà".-

La decisione di modificare la precedente deliberazione è stata adottata sulla base delle indicazioni del Comitato etico dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari, che ritiene fattore determinante il consenso libero consapevole e documentato del cittadino, sia esso capace o incapace, e non l'alterazione della coscienza del medesimo.
La letteratura scientifica più aggiornata considera la nozione di "perdita di coscienza irreversibile" superata e inappropriata, tale da rendere difficilmente applicabili le dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario. "Nella maggior parte dei casi di perdita della coscienza - commenta l'assessora Donata Borgonovo Re - non si può infatti escludere una pur remota possibilità di una qualche flebile riprese; per questo, diagnosticare l'irreversibilità della perdita di coscienza, è un'operazione che, nella pratica, risulta impossibile. In sostanza si viene a depotenziare e rendere inutile lo strumento delle dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario, quando invece la stessa Convenzione di Oviedo per la tutela dei diritti dell'uomo, approvata dal Consiglio d'Europa nel 1997, ci dice espressamente che i desideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da parte di un paziente che, al momento dell'intervento, non è in grado di esprimere la sua volontà saranno tenuti in considerazione". -