L'incontro concludeva la serie di tre appuntamenti organizzata dal Consiglio dell’Ordine degli Architetti della provincia di Trento, con l'obiettivo di stimolare il dibattito sul futuro del capoluogo attraverso gli interventi di amministratori, docenti universitari, funzionari, liberi professionisti. Con la legge urbanistica varata nell'agosto del 2015 il Trentino ha scelto di orientarsi verso l'obbiettivo del “consumo di suolo zero”. Intervenire sull’esistente, puntando su rigenerazione, riqualificazione e riciclo dell'esistente diventa quindi fondamentale. Ieri pomeriggio ne hanno discusso l'architetto Pietro Degiampietro, il professor Ezio Micelli, dell'Università IUAV di Venezia e i professori dell'Università di Trento Mosè Ricci e Bruno Zanon. Con l'assessore provinciale Daldoss è intervenuto anche l'assessore Paolo Biasioli del Comune di Trento.
"Si sta cominciando a comprendere – ha sottolineato l'assessore Biasioli - il valore del riciclo e del riuso". "Trento – ha aggiunto Pietro Degiampietro – è una città fatta di porzioni diverse. Va interpretata come un luogo collettivo. La rigenerazione degli spazi deve passare dalle connessioni, reinventando i significati da attribuire agli spazi".
In campo urbanistico, negli ultimi anni, si è assistito a profondi mutamenti. Lo ha spiegato chiaramente Ezio Micelli. "Non possiamo più immaginare – ha detto - città che crescono nelle dimensioni e nei valori economici. La città di domani in larga parte sarà uguale a quella di oggi. Cambieranno però le funzioni degli spazi. Fondamentali saranno le interconnessioni modali e un ruolo molto importante lo avrà la tecnologia".
Contenimento delle dimensioni, mitigazione degli effetti sul clima, creazione di città intelligenti, gestione delle connessioni e attenzione alla rivoluzione delle tecnologie informative che consentono di liberarsi dal legame funzionale tra luoghi e persone: questi, per Mosè Ricci, sono alcuni dei temi più attuali nel dibattito odierno sull'urbanistica.
Sull'importanza di tornare a guardare il paesaggio si è soffermato Pietro Degiampietro. "La città – ha detto Bruno Zanon - è una creazione collettiva, un atto pubblico".
"La nuova legge – ha concluso l'assessore Carlo Daldoss- è il punto di arrivo di un dibattito politico e culturale. È però uno spazio aperto alle riflessioni, in un mondo che corre veloce. Infatti i luoghi e gli spazi sono figli dei bisogni dei cittadini, che cambiano continuamente. La programmazione deve quindi contenere un certo grado di flessibilità. Nella legge urbanistica c'è una norma che obbliga i comuni a rivedere ogni anno l'edificabilità delle aree. Qualche anno fa sarebbe stato impensabile". (lr)