Sabato, 25 Maggio 2024 - 12:23 Comunicato 1323

Lo ha approvato la Giunta provinciale
Un Piano di azione per il reinserimento sociale e lavorativo delle persone in esecuzione penale

Parte da un Protocollo d'intesa “Per il reinserimento sociale” sottoscritto nel 2020 tra Provincia, Regione e Ministero della Giustizia il Piano di azione 2024-2026 approvato dalla Giunta provinciale su proposta dell'assessore alla salute e politiche sociali. Si tratta del primo documento di pianificazione di questo tipo relativo al reinserimento sociale delle persone in esecuzione penale, frutto di un lavoro congiunto fra gli enti che hanno sottoscritto il protocollo, con il coinvolgimento dei soggetti competenti nelle diverse materie e del terzo settore. Il Piano potrà essere aggiornato annualmente.
Come commenta l'assessore provinciale è un risultato straordinario che finalmente istituzionalizza e, soprattutto, potenzia gli interventi in favore di queste persone, mettendo a terra una serie di azioni per il triennio che puntano al loro reinserimento sociale e lavorativo.

Due le parti nelle quali è suddiviso il Piano d'azione 2024-2026: la prima illustra l’analisi del contesto e descrive l’attività svolta da Provincia, Regione e dai GTO (Gruppi tecnici operativi previsti nel Protocollo d'intesa), la seconda riporta invece le azioni suddivise per aree di intervento. Complessivamente sono previste 27 azioni, di cui 16 relative a materie di competenza provinciale e 8 azioni relative a materie di competenza del Centro per la giustizia riparativa regionale. Per quanto concerne la Provincia, le azioni più significative riguardano la valorizzazione delle opportunità e dei servizi socio-assistenziali a favore delle persone sottoposte a restrizione della libertà e a misure alternative alla detenzione.

Qui di seguito il dettaglio dei 27 progetti.

Azioni relative all’area “Reinserimento sociale, legami familiari e cultura
Le azioni inserite nel piano sono essenzialmente quelle individuate dal Tavolo di co-programmazione: complessivamente sono 7 e sono coordinate dal Servizio politiche sociali della Provincia o dal soggetto gestore del Servizio inclusione sociale delle persone in esecuzione penale:

  1. costruzione di un team multidisciplinare per la presa in carico delle persone che potenzialmente necessitano di un percorso di accompagnamento, poiché si trovano nella condizione giuridica per essere ammessi alle misure alternative o sono prossimi al fine pena;
  2. formazione condivisa: creazione di un percorso di formazione permanente per gli enti del terzo settore, i volontari e i peer supporter;
  3. potenziare gli interventi socio-assistenziali: il Servizio provinciali politiche sociali in occasione degli affidamenti dei servizi socio-assistenziali, provvederà al mantenimento/potenziamento degli interventi relativi all’acquisizione dei pre-requisiti lavorativi, degli interventi di abitare accompagnato, delle azioni a supporto dei dimittendi, ecc.;
  4. coordinamento e gestione degli enti del Terzo settore impegnati nei servizi rivolti alle persone soggette a provvedimenti limitativi della libertà, per favorire il confronto e la comunicazione;
  5. potenziare gli sportelli informativi in carcere: il Servizio politiche sociali provvederà al potenziamento dello sportello “Patronato” e al mantenimento/potenziamento degli altri sportelli attualmente esistenti; il Comune di Trento si attiverà per programmare/progettare l’attivazione dello sportello anagrafe;
  6. predisporre uno studio di fattibilità per la realizzazione di una Banca dati on line, consultabile e aggiornabile da parte degli attori del sistema pubblico e del terzo settore, contenente le informazioni utili alla gestione dei singoli casi;
  7. predisporre uno studio di fattibilità relativo all'informatizzazione delle richieste presentate dai detenuti.

Azioni relative all’area “Lavoro
Esse riguardano:

  1. realizzazione di “ADL va in carcere”, Sportello informativo e di connessione fra i detenuti della Casa Circondariale di Trento e i Servizi per la ricerca attiva del lavoro offerti da Agenzia del Lavoro e la Rete degli Enti Accreditati;
  2. promuovere le opportunità offerte dalla legge “Smuraglia”.

Azioni relative all’area “Salute
Quattro in questo caso le attività promosse dalla Provincia:

  1. programmare una nuova indagine sulla salute in carcere ed effettuare uno studio di fattibilità sui bisogni e sui costi delle attrezzature per l’attività motoria;
  2. potenziamento, previo studio di fattibilità, della medicina specialistica e in particolare degli accessi di dentista, igienista e assistente, nonché dotare gli ambulatori di ulteriore strumentazione;
  3. aumentare le attività di prevenzione a comportamenti problematici, potenziare la presenza di psichiatra e psicologo e gli sportelli ascolto e di auto mutuo aiuto;
  4. prosecuzione del progetto per il recupero dei sex offender, con un percorso psicoterapico e una sperimentazione di momenti trattamentali con i detenuti comuni. 

Azioni relative all’area “Minori e giovani adulti”
Nove in totale le azioni, coordinate dal Servizio provinciale politiche sociali, nonché dall’USSM di Trento, dal Centro per la giustizia riparativa regionale e dal Servizio provinciale istruzione:

  1. raccolta ed analisi di dati relativi al fenomeno del disagio giovanile e organizzazione di un seminario sui risultati emersi;
  2. ridefinizione di un nuovo protocollo tra il CGM di Venezia, il Servizio politiche sociali della PAT e i Servizi sociali delle Comunità, per garantire una presa in carico congiunta e definire procedure di collaborazione;
  3. ampliare la possibilità di inserimento in comunità presenti sul territorio provinciale per i minori in esecuzione penale e sensibilizzare le strutture del privato sociale per incrementare le accoglienze;
  4. creare risposte diversificate per l’accoglienza dei minori, favorire la sperimentazione di forme alternative all'inserimento residenziale, creare proposte educative individualizzate di accoglienza diurna; 
  5. realizzare un seminario sulla giustizia riparativa in ambito minorile aperto agli operatori e a tutti i soggetti interessati;
  6. innovare le pratiche della giustizia riparativa nell’ambito minorile, coinvolgendo anche le comunità locali, attraverso lo strumento del community circle;
  7. costruire percorsi educativi per gli autori di reato commessi con l’uso della rete e dei social media, definire interventi efficaci ed integrati di trattamento;
  8. innovare le pratiche della giustizia riparativa nell’ambito minorile e per gli autori di reati contro la libertà sessuale, favorendone la responsabilizzazione, dando spazio ai vissuti delle vittime, offrendo quindi a tutte le persone coinvolte possibilità di dialogo riparativo e di riduzione degli effetti distruttivi del reato;
  9. promuovere l’inclusione scolastica e successo formativo dei minori sottoposti a procedimento penale attraverso la conoscenza delle finalità e dei principi del processo penale minorile, della giustizia riparativa, la collaborazione tra Servizi e istituti scolastici e formativi, la condivisione tra operatori e famiglie degli strumenti e delle opportunità offerte dal territorio.

Azioni relative all’area “Giustizia riparativa
Le azioni riportate nel Piano d’azione sono state definite tenendo in considerazione quanto previsto dalla riforma Cartabia, in particolare:

  1. "la cassetta degli attrezzi": si propongono attività volte a creare un contesto favorevole allo sviluppo di programmi di giustizia riparativa, attraverso occasioni di formazione e confronto rivolte al personale della Casa Circondariale, al Terzo settore e alle persone detenute con la realizzazione di laboratori in occasione della scuola estiva;
  2. "lo sportello informativo" il cui servizio viene consolidato e migliorato;
  3. "la stanza dell’incontro": creazione di uno spazio interno alla Casa circondariale, in cui sia possibile accogliere persone che partecipano a programmi di giustizia riparativa e di una prassi di accoglienza che tenga conto delle necessità, delle vulnerabilità, delle difficoltà delle persone che vi partecipano;
  4. il dialogo con la magistratura e l’avvocatura: si tratta di un evento seminariale da realizzarsi in collaborazione con l’Università degli studi di Trento;
  5. Il dialogo riparativo con le famiglie: in particolare, si prevedono opportunità informative in collaborazione con le associazioni del Terzo settore e la successiva possibilità di accesso al servizio.
(at)


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