Martedì, 03 Dicembre 2013 - 02:00 Comunicato 3368

Illustrato oggi alla Facoltà di Economia alla presenza dell'assessore Sara Ferrari il rapporto di ricerca Lexop
UNA RETE DI OPERATORI CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE

Si chiama Lexop, ed è un progetto di ricerca sulla violenza di genere sostenuto dal Parlamento europeo per analizzare le reti a supporto delle vittime sviluppate in quattro paesi, Italia, Francia, Spagna e Grecia. Commissionato all'università di Bologna, il progetto è stato presentato oggi a Trento in un convegno alla facoltà di Economia. L'obiettivo: mettere a confronto le evidenze emerse dalla ricerca con la rete antiviolenza sviluppatasi in Trentino e facente perno sulla legge 6 del 2010, prima firmataria l'attuale assessora all'università e ricerca, politiche giovanili, pari opportunità e cooperazione allo sviluppo Sara Ferrari, che ha aperto i lavori dopo l'introduzione della consigliera di parità uscente, Eleonora Stenico. "I dati raccolti dall'Osservatorio sulla violenza di genere istituito dalla legge provinciale - ha detto l'assessora Ferrari - ci dicono non solo che questo fenomeno è presente anche in Trentino, ma che il trend delle denunce è in crescita, 506 nel 2011, 574 nel 2012. Questa crescita ci fa pensare che l'avere strutturato un sistema di assistenza più robusto e 'visibile' ha favorito anche l'emersione del fenomeno o e la sua denuncia. Per questo intendiamo continuare a sostenere con convinzione l'applicazione della normativa, anche in quelle parti che ancora devono essere compitamente sviluppate".-

Folto il pubblico intervenuto questo pomeriggio alla Facoltà di Economia, in rappresentanza dei diversi "mondi" che ruotano attorno alla violenza sulle donne e che costituiscono la rete metta a punto per assistere le vittime (ma anche, come necessariamente precisato negli interventi di carattere più prettamente giurisprudenziale, i presunti autori delle violenze): operatori pubblici, avvocati, esponenti delle realtà socio-assistenziali, delle associazioni e del volontariato. Comune la convinzione che per combattere la violenza sia necessario fare rete, con l'obiettivo non solo di assistere le vittime nel momento immediatamente successivo al compimento della violenza ma anche per accompagnarle nel lungo, difficile percorso di ricostruzione di un'esistenza sicura e per quanto possibile serena. Questa evidenza è emersa con forza anche nel rapporto finale del progetto Lexop: nei paesi interessati all'indagine l'approccio che è stato sviluppato per fronteggiare il fenomeno è un approccio integrato, che coinvolge medici, avvocati, psicologi, forze dell'ordine, mondo associativo.
E in Trentino? La legge 6 , i 2 protocolli operativi sottoscritti con le forze dell'ordine, la creazione di una casa rifugio per le donne vittime di violenza, hanno fatto fare al territorio dei passi in avanti importanti, ha spiegato in apertura dei lavori la consigliera di parità Stenico.
"Il tema della violenza sulle donne - ha confermato l'assessora Ferrari - è un tema che aveva bisogno di una forte presa di posizione pubblica. Anche se non eravamo all'anno zero: il Centro antiviolenza esiste da quasi 10 anni e anche altre realtà del sociale. Tuttavia abbiamo voluto darci una nuova legge, e non solo per coordinare servizi già esistenti ma per affrontare il fenomeno davvero a 360 gradi, anche cominciando a ragionare su interventi di prevenzione, e mettendo in campo uno sforzo maggiore per far emergere il fenomeno dalla dimensione del sommerso. Ma sappiamo che dobbiamo insistere molto sul fronte della prevenzione e dell'educazione, perché dietro alla violenza sulle donne c'è innanzitutto un problema culturale. Quindi dobbiamo agire in primo luogo nelle scuole, educando i giovani ad una più corretta relazione fra le persone e fra i generi. Come assessorato e come Provincia pensiamo di sostenere con decisione questo percorso. La legge ha posto in essere anche altri strumenti come la casa rifugio. Su questo terreno va detto che non eravamo un territorio molto avanzato, non avevamo un luogo così, ad indirizzo segreto, dove dare rifugio alle donne ed eventualmente ai loro bambini. Ed ancora: la legge ha immaginato un fondo per le donne che volessero agire per via legale, e questa è una parte che dovrà essere ulteriormente sviluppata. In definitiva la nuova normativa provinciale ha cominciato a portare i suoi risultati soprattutto sul versante della consapevolezza delle donne vittime di violenza dell'esistenza di un sistema pubblico responsabile della loro presa in carico, ed eventualmente di quella dei loro figli".
Nel prosieguo dei lavori Cinzia Tomasoni, presidente del Comitato Pari opportunità del Coa di Trento, ha sottolineato il ruolo fondamentale svolto dall'avvocatura. Obiettivo del Consiglio nazionale forense, ha spiegato, è formare gli avvocati affinché possano affrontare il problema - che contempla aspetti sia di diritto civile che penale - con cognizione di causa. Per questo è stato organizzato nella primavera 2012 un corso, finanziato anche un fondo europeo, per formare un'ottantina di avvocati e avvocatesse.
Patrizia Corona, presidente del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Trento, ha sottolineato a sua volta come il contrasto della violenza di genere passi anche attraverso una preparazione specifica. E' richiesta agli avvocati ad esempio una capacità particolare di entrare i sintonia sul piano emotivo con la parte offesa, senza tuttavia mai immedesimarsi completamente nel proprio cliente, e ciò al fine di riuscire a svolgere al meglio la propria professione.
Corona ha quindi illustrato la legge nazionale 119 dell'ottobre 2013, che ha convertito in legge alcuni articolo al decreto legge 93. La legge prende le mosse da diverse direttive europee e ha inasprito le pene per gli autori di violenze, per finalità essenzialmente dissuasive. Purtroppo gli studi mostrano come l'inasprimento delle pene non ha mai disincentivato la commissione dei reati. Invece, bisognerebbe insistere di più sul fronte della prevenzione, che continua ad essere trascurato. Con la nuova legge, in ogni modo, è stata aggiunta una aggravante comune per tutti i reati e sono state modificate alcune aggravanti speciali, per la violenza sessuale e lo stalking. Per quanto riguarda l'aggravante comune, essa riguarda l'avere commesso un delitto in presenza o a danno di un minore o a danno di una persona in stato di gravidanza. Con questa aggravante la pena può essere aumentata di un terzo. Fra le aggravanti speciali, quella per una violenza commessa nei confronti di chi è stato legato con il colpevole da una relazione affettiva (un concetto, questo, non semplice da definire sul piano giuridico).
I lavori sono proseguiti per tutto il pomeriggio con interventi di responsabili ed esperti di parte pubblica e privata. (mp)

Immagini video a cura dell'ufficio stampa.
All.: foto

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