Martedì, 10 Gennaio 2012 - 02:00 Comunicato 40

La presentazione giovedì 12 gennaio nell'Aula magna del Museo di scienze
UNA PUBBLICAZIONE SUGLI UCCELLI ACQUATICI SVERNANTI IN TRENTINO

Verrà presentata giovedì 12 gennaio alle 18.00 presso l'Aula Magna del Museo delle Scienze, "Gli Uccelli acquatici svernanti in Trentino: sintesi dei censimenti IWC (2000-09)" l'ultima pubblicazione, dedicata all'avifauna svernante degli ambienti umidi del Trentino, realizzata e curata dal Museo delle Scienze in collaborazione con il Servizio Foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento e l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Partecipano: Paolo Pedrini del Museo delle Scienze, Maurizio Zanin, dirigente del Servizio Foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento e Marco Zenatello dell'Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale.-

Anatre tuffatrici e di superficie, oche e cigni, svassi, strolaghe, aironi, gabbiani, cormorani, limicoli e rallidi sono la moltitudine di creature alate che popolano paludi, torbiere, corsi d'acqua e soprattutto i grandi laghi di fondovalle. In molti vengono da terre lontane del centro e nord Europa, per trascorrere nell'area del Mediterraneo l'inverno. Fra i vertebrati sono la componente più importante degli ambienti umidi, oggetto di ricerche e censimenti annuali, anche per monitorare la loro progressiva rarefazione dovuta all'alterazione degli ambienti umidi di fondovalle.
Per conoscerne in dettaglio l'evoluzione delle loro presenze, dagli anni Settanta a livello continentale sono stati avviati alcuni censimenti specifici (International Waterbird Census, IWC) che si svolgono, ogni inverno, nel mese di gennaio. Vi partecipano numerosi rilevatori e personale di enti e istituti di ricerca.
In provincia di Trento, questi rilevamenti sono condotti a partire dalla fine degli anni Novanta grazie all'impegno del personale delle stazioni forestali della Provincia autonoma di Trento e della Sezione di Zoologia dei Vertebrati del Museo delle Scienze, in collaborazione con numerosi birdwatchers, appassionati di associazioni ambientaliste e associati delle locali sezioni cacciatori.

La pubblicazione "Gli Uccelli acquatici svernanti in Trentino: sintesi dei censimenti IWC (2000-09)", che verrà presentata giovedì 12 gennaio alle 18.00 al Museo delle Scienze, è corredata da splendide immagini e riassume i risultanti salienti delle ricerche, fornendo un quadro di dettaglio dei luoghi di maggiore importanza ecologica, quali laghi e corsi d'acqua di fondovalle, dei quali descrive le comunità che le popolano (in termini di specie e di presenze numeriche). Per ogni specie censita viene dedicata una scheda descrittiva informando sulla loro distribuzione e presenza numerica e trend annuale.
La parte conclusiva della pubblicazione è dedicata al riconoscimento delle specie, illustrate con una serie di immagini e dettagliate didascalie descrittive, utili al loro riconoscimento in natura.
Il volume è stato infatti pensato col fine, non ultimo, di offrire un aiuto all'osservazione degli uccelli e un invito a visitare i luoghi di maggiore interesse naturalistico della provincia.
 
Alcuni dati
I dati analizzati forniscono un quadro di estrema varietà, con ben 43 specie censite.
Un numero rilevante, se si pensa che la provincia non è particolarmente idonea allo svernamento degli Uccelli acquatici. I rigori degli inverni, ma anche la limitata estensione delle ultime zone umide, ne condiziona infatti le presenze.
Le zone umide più importanti sono oggi rappresentati i bacini lacustri, anche artificiali, di bassa quota, quali i laghi di Caldonazzo e Levico, dove svernano tra i 1500-2000 uccelli acquatici, alcune centinaia di moretta e moriglioni, diverse decine di svasso maggiore e qualche centinaia di germani reali e folaghe. Altrettanto importanti sono i laghi di Toblino e Santa Massenza, che con quello di Cavedine e, più a sud, il Garda sono ben noti per la colonia di airone cenerino, cormorano e di alcune anatre tuffatrici, fra le quali i quattrocchi, oltre ai molti gabbiani.
Importanti sono anche alcuni tratti dell'Adige e del Brenta, grazie alla presenza di alcuni biotopi protetti e degli ultimi lembi di bosco ripariale.
Tra le specie più rare si ricorda il tarabuso, legato ai canneti, la moretta tabaccata, la moretta grigia, la moretta codona, la pesciaiola; fra le specie di recente insediamento lo smergo maggiore nel Brenta e l'airone bianco maggiore osservato, quest'ultimo, nelle piane alluvionali della Rotaliana e della Valsugana.

Questi dati confermano il valore della tutela delle nostre aree umide e la necessità di conservarle non solo per il loro valore ecologico ma anche ricreativo. Sottolineano inoltre l'importanza della lungimirante azione di tutela posta in essere con l'istituzione dei biotopi provinciali, oggi Riserve naturali provinciali.

Gli uccelli acquatici svernanti in Trentino
Sintesi dei censimenti iwc (2000-09)
A cura di Paolo Pedrini della Sezione di Zoologia dei Vertebrati del Museo delle Scienze di Trento
Testi e contributi di: Marco Basso, Alberto Bertocchi, Paolo Pedrini, Franco Rizzolli, Francesca Rossi, Karol Tabarelli de Fatis, Clara Tattoni, Claudio Torboli, Marco Zenatello.

Pagine 134, pubblicazione a colori corredata da immagini e foto.
-