Venerdì, 14 Novembre 2014 - 02:00 Comunicato 2907

Quinto convegno dedicato alle Dolomiti UNESCO, curato da step, dal Master in Beni Naturali
UN PATRIMONIO MONDIALE IN CASA NOSTRA

E' il valore dell'accreditamento UNESCO il tema del quinto convegno annuale "Dolomiti", organizzato dalla Provincia autonoma attraverso la tsm|step Scuola per il governo del territorio e del paesaggio, con il patrocinio della Fondazione Dolomiti UNESCO. L'edizione del 2015 "Un patrimonio mondiale in casa nostra" si è svolta stamane in Sala Belli, nella sede della Provincia. Ad aprire i lavori il dirigente generale degli affari istituzionali e legislativi Fabio Scalet che ha portato i saluti dell'assessore alle infrastrutture e ambiente, Mauro Gilmozzi e dell'Amministrazione provinciale. All'assessore e al dirigente generale Scalet fanno capo le Dolomiti fin dall'iter di candidatura prima del 2009. Obiettivo del convegno la riflessione sulle potenzialità degli effetti del riconoscimento UNESCO al Bene naturale Dolomiti sui vincoli e le possibilità di valorizzazione. Due sessioni che si sono concluse con una Tavola Rotonda. Nella seconda sessione sono stati presentati i risultati della ricerca "L'accreditamento Dolomiti UNESCO. Percezioni, significati e potenzialità tra presente e futuro" realizzata dagli allievi della seconda edizione del Master World Natural Heritage Management.-

"La costruzione di una nuova cultura fra uomo e ambiente - ha esordito Ugo Morelli presidente del Comitato scientifico del Master in Beni Culturali - è la sfida del nostro tempo. Anche in questo contesto si inserisce il tema scelto per la quinta edizione del convegno. La giusta distanza e considerazione delle risorse naturali sono il tema più urgente della nostra contemporaneità. Anche per questo il tema del convegno dedicato, appunto, al patrimonio naturale in casa nostra. In questa riflessione molto approfondita ci aiuteranno le massime autorità in diversi campi, fra cui Franco Farinelli che ci accompagnerà nella lettura di una delle questioni più difficile, il rapporto fra uomo e natura tra geografia (umana) e vivibilità. I territori vanno guardati dal mondo, bisogna smettere di guardarli solo dal luogo dove si vie. Il presente ha un cuore antico e solo se siamo capaci di connetterlo con la contemporaneità abbiamo un futuro. Che cos'è il riconoscimento? Dobbiamo ricorrere ad Aristotele: è un mutamento da ignoranza a conoscenza. L'accreditamento alle Dolomiti UNESCO è un riconoscimento riconosciuto o misconosciuto? La prima questione che dobbiamo porci è questa. La Provincia autonoma ha fatto moltissimo perchè questo patrimonio giacente sia elevato, sia considerato, sia visto. Costruire le condizioni per un'appropriata valorizzazione è uno dei compiti che abbiamo. Senza la natura, l'uomo non esisterebbe e, nonostante questo, ci mettiamo presuntuosamente al centro anche della natura. Il riconoscimento ha a che fare con le minoranze attive (le categorie), ma anche qui si incontrano vincoli e possibilità. Il vincolo delle minoranze attive è l'abitudine e questo è un limite molto forte. La domanda non è che cosa ci dà l'accreditamento UNESCO, il riconoscimento ha già dato tutto quello che doveva dare. La domanda è, invece, che cosa faccio, facciamo per le Dolomiti. Ma è chiaro che una prospettiva di questo genere richiede una nuova definizione di noi stessi, di ciò che siamo e facciamo. Questo significherebbe proiettarsi in una prospettiva che consideri il riconoscimento nel tempo. Dobbiamo proiettarci nel "futuro anteriore". Il rapporto fra strategia tattica è un altro livello per considerare il riconoscimento. Non v'è, finora, una tattica e una strategia comune. Bisogna costruirla piano piano, deve esistere la volontà politica in questa direzione. L'assessore Gilmozzi mi parlava di un incontro con l'assessore competente del Friuli Venezia Giulia che va in questa direzione. Nei territori dolomitici vanno seminati competenze specifiche che abbiano la capacità di tessere reti per dare corpo alla nuova prospettiva. Dobbiamo essere capaci di un migliore e di un maggiore riconoscimento e ciò dipende dalla responsabilità di ognuno".
Durante il convegno il focus è stato sulle possibili vie di collaborazione tra soggetti, enti e istituzioni affinché il riconoscimento UNESCO sia un'opportunità percepita e vissuta come effettiva, reale per le comunità residenti. L'obiettivo è quello di combinare la riflessione scientifica con gli spunti emergenti da una recente ricerca e con alcune esperienze di successo di alcuni testimoni.
Il convegno è stata l'occasione di confronto tra i rappresentanti dei territori delle Dolomiti (erano presenti referenti istituzionali di vario livello, operatori turistici e di ambito formativo) per capire quali possibilità di sviluppo economico e sociale si possono creare in futuro grazie all'accreditamento. Alla tavola rotonda dal titolo "Protagonisti nei territori dolomitici" hanno partecipato alcuni testimoni di esperienze significative in termini di innovazione espresse dai territori locali. Coordinati dal giornalista Gianpaolo Carbonetto, si sono confrontati Emanuele Montibeller di Arte Sella, Riccardo Felicetti di Pasta Felicetti e Marino De Santa di Legnolandia. Obiettivo? Quello di riconoscere le azioni innovative soprattutto in termini di valorizzazione della vocazione territoriale in atto e a diversi livelli settoriali per favorire -anche - le possibilità di messa in rete (fs). -