Giovedì, 31 Maggio 2012 - 02:00 Comunicato 1504

La settima edizione del Festival dell'Economia inaugurata oggi a Trento
UN FESTIVAL PLURALE, CONTRO GLI SLOGAN VUOTI

Un minuto di silenzio, in vicinanza e solidarietà con le popolazioni dell'Emilia, del Veneto e della Lombardia colpite dal terremoto e la lettura del messaggio di apprezzamento inviato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. E' iniziata così, nella Sala Depero della Provincia, a Trento, la cerimonia di inaugurazione della settima edizione del Festival dell'Economia. "La solidarietà è parte del DNA del Trentino e dunque del Festival - ha detto il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai - e non potevamo aprire questo momento di confronto e democrazia se non con un ricordo della tragedia che sta interessando terre a noi vicine". Nell'augurare "buon festival" a tutti, il presidente Dellai ha indicato come "decisione indovinata quella di aver scelto i giovani come tema di questa edizione, giovani da un lato fonte di preoccupazione, dal punto di vista del lavoro e della piena fruizione dei diritti di cittadinanza, ma anche comunità di speranza, visto che da loro ci aspettiamo energia per riprendere il cammino".-

"Mai come oggi - ha proseguito Dellai - abbiamo bisogno di antidoti contro la paura e i rischi di regressione culturale, contro lo snaturamento del valore della democrazia. Abbiamo bisogno di parole di verità, perché abbiamo visto dove ci hanno portato gli illusionisti della parola, e poi abbiamo bisogno di carità, ovvero di umiltà. Come sempre ci muoviamo in questa linea, il nostro Festival rimarrà plurale dal punto di vista del pensiero perché nasce contro gli slogan vuoti, contro le ipocrisie, contro le isterie collettive. Quindi a chi annuncia legittime contestazioni e proteste, diciamo che il buonsenso e il dialogo sono la strada maestra, ma ribadiamo anche il diritto alla piena democrazia del Festival, nel rispetto della cultura delle regole, perché Trento e il Trentino sono terra di civiltà e di osservanza delle regole. Infine, questo festival vuole essere un piccolo contributo alla capacità del nostro Paese di riprendere il cammino. Zaino in spalla, diremmo noi montanari, il che vuol dire anche stare in cordata, perché in montagna non si va da soli e dunque ritrovare il cammino è stare dietro capi cordata di cui ci si fida".

Ha poi preso la parola il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, ricordando come oggi in Italia "ci sia rischio povertà per i bambini, il tasso di fecondità più basso d'Europa e il più alto numero di famiglie con un figlio solo, anche se in Trentino va un po' meglio. Abbiamo la classe dirigente più vecchia d'Europa, i più anziani del mondo industrializzato, e un quarto dei nostri professori ha più di 60 anni, quando in Francia è solo solo il 10%. Ecco, mi auguro che il Festival sia uno stimolo per tutti, per chi ha responsabilità di governo ma anche per i cittadini".

Davide Bassi, rettore dell'Università degli Studi di Trento, ha evidenziato come il tema di questo festival è "di grandissima rilevanza anche se poco affrontato in Italia. Tutta l'Europa, soprattutto quella del sud, è infatti davanti ad un problema demografico che è una bomba a miccia corta. Siamo preoccupati della crisi economica, energetica, ma l'unica cosa che mancherà saranno gli studenti, con il crollo demografico. Il tutto accompagnato da un aumento della vita media che metterà in crisi le finanze pubbliche. Oggi è paradossale che paralizzati dalla crisi economica, con uno dei dati più eclatanti che riguarda la disoccupazione giovanile, non si riesca a dare loro prospettive. Le giovani coppie non fanno figli e fra vent'anni non ci saranno abbastanza giovani per sostenere la nostra struttura sociale".

Tito Boeri, responsabile scientifico del Festival, è tornato all'inizio di "questa avventura, sette anni fa, quando l'economia italiana veniva da lunghi anni di stagnazione. Il mercato del lavoro non si è mai liberato della disoccupazione, che oggi tocca oltre due milioni e mezzo di persone. C'è una pressione fiscale elevatissima, che strangola le imprese, la situazione è più pesante di quello del 2008 - 2009, vi è un disagio diffuso. Per questo abbiamo guardato a due classi coinvolte in questo nostro festival: i giovani che sono quattro volte più disoccupati e dove gli eccessi raggiunti in Italia sono patologici e quelli che sono andati in pensione e oggi si trovano di fronte a patrimoni che sono tassati e che hanno perso valore. Di queste generazioni parleremo molto al Festival e ci occuperemo dei loro problemi, perché il nostro approccio sarà sempre quello di fare diagnosi e cercare di capire le risposte: dunque le parole chiave saranno bamboccioni e debito sovrano, ma ci sarà anche spazio all'innovazione".

Giampaolo Pedrotti, capo ufficio stampa della Provincia, che ha coordinato l'inaugurazione e che in apertura aveva ricordato come ci si prepari a questi giorni di "crescita e confronto con animo certamente triste, se solo pensiamo che nel giorno in cui il Festival era a Bari, poche settimane fa, a pochi chilometri di distanza una giovane ragazza cadeva vittima di un attentato", ha poi sottolineato l'apporto della macchina organizzativa e dei volontari e il ruolo dei promotori (Provincia, Comune e Università di Trento), della progettazione (editori Laterza), la collaborazione del Comune di Rovereto e del Gruppo 24 Ore, il partner Intesa San Paolo e gli sponsor Dolomiti energia, Fiat e Vodafone.

Ed è toccato proprio a Gregorio De Felice, chief economist di Intesa San Paolo, proseguire gli interventi dell'inaugurazione: ha espresso "apprezzamento per scelta del tema che rappresenta oggi il cuore della politica economica di questo Paese con la disoccupazione giovanile salita al 36% che si intreccia con la crisi del debito sovrano. In realtà i problemi di oggi sono nati negli anni '70 e '80, quando il rapporto fra debito e pil era al 40%. La crescita del pil degli anni '70 e '80 era una crescita drogata e rubata alle generazioni di oggi e non è giusto scaricare su questa generazione gli errori del passato. Di qui una proposta: togliere tasse alle imprese che assumono".

Armando Massarenti, responsabile del supplemento culturale Il Sole-24 Ore Domenica, ha rimarcato come la collaborazione del quotidiano economico riguarderà quest'anno soprattutto la cultura. "Abbiamo lanciato un grande dibattito con il manifesto per la costituente della cultura, cercheremo di discuterne anche a Trento perché davvero, come abbiamo indicato nel titolo della nostra proposta, niente cultura significa niente sviluppo".

Infine l'editore Giuseppe Laterza: "Conoscere la realtà aiuta ad affrontarla, non abbiamo fatto abbastanza per diffondere la conoscenza del mondo che ci circonda e in particolare dei meccanismi che regolano l'economia, la gente non ha valutato i rischi collettivi e individuali delle azioni che commette. Ecco dunque che questo Festival ribadisce il suo ruolo: essere nato come iniziativa qualificata e libera per diffondere conoscenza, con uno sguardo che non è mai locale, senza passerelle di star, ospitando persone che abbiano qualcosa da dire. Un solo dato, di cui va dato merito al responsabile scientifico: quello di Trento e Rovereto è il festival con il maggiore turnover dei relatori, quasi l'80% ogni anno è qui per la prima volta. È una scommessa contro tendenza, cerchiamo di sollecitare l'intelligenza critica". -