Venerdì, 27 Aprile 2012 - 02:00 Comunicato 1088

Allo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas a Trento
UN'ECO DAL PASSATO, LA TROMBA CELTICA DI SANZENO E' TORNATA A SUONARE

I Celti lo utilizzavano in battaglia per terrorizzare i nemici scatenando quello che le fonti antiche definivano il tumultus gallicus. Ieri, a distanza di oltre duemila anni, è risuonato sulla strada romana del S.A.S.S., lo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, a Trento, sotto piazza Cesare Battisti. Si tratta del karnyx, la tromba da guerra celtica che terminava in una testa d'animale, rinvenuto a Sanzeno, in Val di Non, e ricostruito nell'ambito di un progetto di ricerca coordinato dalla Soprintendenza per i Beni librari archivistici e archeologici della Provincia autonoma di Trento. Alla presentazione è intervenuto l'assessore provinciale alla cultura Franco Panizza che ha sottolineato come questo progetto costituisca un ulteriore contributo alla valorizzazione della storia più antica della Val di Non e di tutto il Trentino e ha espresso la sua soddisfazione per i risultati raggiunti grazie anche al lavoro di giovani e validi ricercatori.-

Il progetto è stato illustrato da Paolo Bellintani e Rosa Roncador, archeologi della Soprintendenza e da Alessandro Ervas di Fucina Ervas che ha ricostruito lo strumento in base agli studi archeometallurgici effettuati sui frammenti del reperto ritrovati a Sanzeno nel corso degli anni '50 del secolo scorso e identificati solo recentemente, grazie al confronto con oggetti simili rinvenuti nel 2004 in Francia. Elena Negriolli ha presentato in anteprima alcune sequenze del documentario realizzato da Decimarosa Video che racconta le fasi della ricostruzione sperimentale. Il Maestro Ivano Ascari, docente di tromba al Conservatorio Bonporti di Trento ha affrontato gli aspetti legati alla produzione di suoni del karnyx, e sul basolato dell'antica Tridentum ha suonato l'insolito strumento, rievocando un orizzonte sonoro finora sconosciuto ma di notevole suggestione.
 Il progetto di ricerca "Karnyx di Sanzeno".
Iniziato quattro anni fa, il progetto di ricerca "Karnyx di Sanzeno", ha visto la realizzazione di accurate indagini archeologiche a cura di Rosa Roncador, di approfonditi studi sulla composizione del materiale della tromba, realizzati da Benoit Mille e Paolo Piccardo, rispettivamente del Centre de Recherche et de Restauration des Musées de France e dell'Università degli Studi di Genova, e di confronti con strumenti simili conosciuti in altri ambiti culturali e cronologici, condotti da Roberto Melini paleomusicologo e docente di pianoforte del Conservatorio Bonporti Trento.
Come è stato fatto uno strumento simile? Da dove viene? Chi può averlo portato a Sanzeno? In quali occasioni veniva utilizzata questa tromba? Che suono produceva? Come veniva suonata? Per cercare di rispondere a queste e a molte altre domande è stato necessario riunire specialisti di diverse discipline tra cui, oltre a quelli già citati, anche esperti di metallurgia, archeologia sperimentale, come Paolo Bellintani, Alessandro Ervas e Elena Silvestri, e strumenti a fiato, in particolare il Maestro Ivano Ascari del Conservatorio di Trento. Questa appassionante sfida è inoltre oggetto di un video documentario che sarà realizzato da Decimarosa Video e che racconterà le difficoltà e le soddisfazioni del gruppo di ricercatori. Il lavoro dell'artigiano specializzato Alessandro Ervas si è rivelato sin da subito molto complesso a causa delle innumerevoli difficoltà nel riprodurre la tromba nel materiale originale, il bronzo. Si è resa dunque necessaria una fase intermedia, che comprende la creazione di una replica in ottone, un materiale più duttile che meglio si presta alla lavorazione, utile per creare i supporti necessari alla realizzazione delle lamine. Quel passato a volte molto lontano che appare muto, privo di sonorità era invece costellato di musiche che non avevano solo una funzione di intrattenimento ma che sottolineavano momenti molto importanti e pregni di significato come quello del culto, del rito sacro oppure della battaglia.
Immagini a a cura dell'Ufficio stampa
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