Mercoledì, 30 Novembre 2022 - 18:48 Comunicato 3748

Al Festival della Famiglia l'incontro promosso dall'Università di Trento
Trentino, una scelta adatta a un progetto di vita

Politiche per le famiglie e come misurarle nell’incontro promosso dall’Università di Trento al Festival della Famiglia. Dai primi risultati emerge come l’attrattività di un territorio dipenda anche dalla qualità degli interventi a favore delle famiglie, che vanno valutati in modo scientifico e rigoroso per promuovere innovazione sociale.
Festival della famiglia: l'incontro promosso dall'Università di Trento [ Archivio Università di Trento]

Gli interventi a favore delle famiglie sono sempre più numerosi: ma come misurarne la reale efficacia? Di strumenti per la valutazione delle politiche pubbliche in materia di famiglia si è parlato con molti esempi all’Università di Trento nell’ambito del Festival della Famiglia. L’incontro si è svolto nel pomeriggio di oggi nell’Aula Kessler del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale a Trento. «Questa sessione del Festival che vede la nostra partecipazione attiva è particolarmente significativa per l’Ateneo» ha commentato nel suo indirizzo di saluto il rettore Flavio Deflorian. «Innanzitutto perché nella nostra comunità universitaria abbiamo implementato politiche a sostegno della famiglia, con l’avvio già nel 2006 del nido di Ateneo e di varie misure volte alla conciliazione. Ma anche e soprattutto perché, come istituzione di ricerca, la valutazione delle politiche è un tema che rientra pienamente nelle nostre attività di ricerca ed è un campo di indagine specifico a cui abbiamo voluto dare spazio anche nell’ultimo Piano Strategico. Al di là delle buone intenzioni, infatti, sulla valutazione è fondamentale adottare un approccio scientifico sugli effetti, attuare processi strutturati. Ci aiutano a capire se le misure che intraprendiamo hanno gli effetti desiderati o se vanno aggiustate per supportare le famiglie».

L’incontro è entrato subito nel vivo con una fotografia dell’evoluzione demografica in Trentino, a cura di Giovanna Fambri, dirigente dell’Istituto di Statistica, ISPAT della Provincia autonoma di Trento che ha parlato di indicatori sulla demografia, in relazione all’attrattività del territorio e alla famiglia. «Dal punto di vista demografico – ha spiegato Fambri – vediamo un aumento generale della popolazione in Europa, ma con un andamento estremamente diversificato, con Paesi che crescono più di altri. La proiezione sul 2030 per la popolazione del nostro paese vede una decrescita della popolazione, anche se in modo contenuto (0,4%). Nel dettaglio per regione, solo 11 province su 107 avranno nei prossimi anni una popolazione in crescita e solo 7 di queste cresceranno oltre l’1%. Tiene invece la situazione in Trentino con un 2,3% di crescita (e l’Alto Adige del 2,5%) pari a un passaggio da 442mila a oltre 500mila abitanti. Va rilevato che però le aree che si trovano verso i confini della provincia soffrono molto di più rispetto al capoluogo e ai grandi centri abitati». A questa crescita concorre il saldo naturale ma soprattutto il saldo migratorio, che nonostante la lieve flessione legata alla pandemia, regge e permette l’aumento della popolazione del Trentino. Da segnalare anche l’aumento del numero di figli per donna.

Per quanto riguarda la qualità della vita, i dati marcano una distanza, in chiave positiva, del Trentino dalle altre regioni in termini di benessere equo e sostenibile. «Il Trentino infatti viene scelto per progetti di vita – più che per progetti di lavoro – che hanno a che fare con la qualità del territorio, quella dei servizi, per l’ambiente. Un patrimonio che deve essere preservato».

A seguire un focus sulla composizione famigliare in Trentino. Le coppie con figli sono sostanzialmente la tipologia prevalente (34,7%) ma in diminuzione nel tempo, mentre le famiglie monogenitore (circa il 9%) crescono in modo evidente (del 54%). Mentre le coppie senza figli non registrano grandi variazioni, crescono invece sensibilmente le persone sole: sono oggi oltre il 30% in aumento del 10% nell’ultimo periodo. Il 60% di loro è sopra i 60 anni e in gran maggioranza donne. Se sono in calo le famiglie con un figlio solo, aumentano invece quelle con due o tre figli. Oltre il 43% di loro hanno figli maggiorenni. «Si evince quindi che al crescere della stabilità della coppia cresce il numero delle famiglie con più di un figlio».

Per quanto riguarda invece la forza lavoro, la base occupazione è sostanzialmente preservata, anche se al suo interno aumentano i lavoratori anziani. I giovani che vivono in famiglia (classe 18-34 anni) sono il 63%. «Si tratta di un aumento che si è registrato in modo costante dal 2015, probabilmente a causa delle turbolenze economiche che i sono registrate da allora – ha commentato Fambri. Tra loro, rispetto al passato, sono soprattutto studenti e giovani in cerca di occupazione».

La professoressa Mariangela Franch, docente senior dell’Università di Trento, ha poi illustrato i primi risultati dell’attività di ricerca condotta nell’abito del protocollo d’intesa tra l’Agenzia per la famiglia e l’Università di Trento. L’attenzione di questa indagine ha riguardato nello specifico una valutazione di impatto socioeconomico dei “Comuni amici della famiglia”, certificati attraverso il marchio “Family in Trentino”, attualmente 106. Dopo un inizio graduale, la certificazione si è diffusa nell’arco di dieci anni soprattutto nei Comuni che hanno adottato le varie misure in modo sempre più convinto. Nello studio si è indagato quale tipo di impatto sul territorio abbia avuto l’introduzione del marchio sui comuni che lo hanno adottato e se esista una correlazione tra l’adesione alla certificazione e la sensibilità rispetto ad accogliere altri progetti a favore delle famiglie. La certificazione sembrerebbe avere un impatto, anche se contenuto, nel mitigare la dispersione demografica lavorando in modo positivo sull’attrattività dei territori. Più significativo l’impatto sull’attitudine a sviluppare piani più mirati in funzione delle caratteristiche del territorio e il miglioramento della cultura amministrativa grazie all’acquisizione di uno strumento di decisione pubblica che consente, ad esempio, di collegare le politiche familiari attraverso la certificazione.

Alba Civilleri, ricercatrice della Fondazione Franco Demarchi di Trento ha poi presentato gli esiti dell’indagine “Smart working e conciliazione vita e lavoro durante la pandemia”, condotta tra ottobre 2021 e marzo 2022 su circa 1100 partecipanti (84% donne ed età media di 46 anni circa con, per il 65%, figli che vivono in casa), dipendenti principalmente di aziende certificate Family Audit. L’obiettivo principale di questo studio longitudinale è stato quello di analizzare i processi che legano le caratteristiche dello smartworking, la conciliazione vita-lavoro, il benessere delle persone e la produttività delle organizzazioni. Tra i nodi emersi, la difficoltà soprattutto da parte delle donne nella conciliazione del lavoro con i carichi di cura, l’asimmetria nella distribuzione dei carichi con una conseguente conflittualità familiare, il cosiddetto “tecnostress”, la percezione di produttività, l’identificazione con l’istituzione o l’azienda.

Caterina Pesci, docente del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento ha poi illustrato, l'analisi di impatto economico e sociale del progetto “Coliving: collaborare, condividere, abitare”. Un progetto che è partito a Luserna con la cessione di quattro appartamenti in comodato d’uso gratuito a quattro famiglie per 4 anni per sperimentare una forma di contrasto allo spopolamento delle valli alpine. Obiettivo del progetto infatti è stato quello di ripopolare in maniera permanente aree montane marginali che soffrono di un impoverimento in termini demografici, di servizi di welfare e di comunità. Ma anche di valorizzare il patrimonio abitativo pubblico inutilizzato da tempo e di creare una comunità di abitanti coesa.

Durante la presentazione è intervenuto anche Andrea Girardi, dottorando dell’Università di Modena che ha collaborato con Liria Veronesi della Fondazione Franco Demarchi allo studio dei dati della ricerca.

Nel suo intervento Luciano Malfer, dirigente generale dell’Agenzia per la coesione sociale della Provincia autonoma di Trento ha poi ha tracciato un’analisi dell'impatto prodotto dalla certificazione Family audit. Un’attività che a fine 2021 ha portato all’attivazione di 269 Piani aziendali (senza risorse pubbliche) e 6592 attività. Tra gli aspetti positivi che la certificazione ha portato, l’incremento del benessere organizzativo tra lavoratori e lavoratici, visibile in molti indicatori: diminuzione dello stress psico-fisico e prevenzione del burn out; migliore conciliazione vita-lavoro; riduzione della diseguaglianza di genere e fruizione di servizi di welfare aziendale; minore disparità tra persone che hanno diversi carichi di cura; miglioramento delle relazioni; incremento della produttività, meno assenteismo, diminuzione del turnover. La certificazione ha avuto effetti positivi anche per le aziende, sul piano della competitività e nella crescita professionale del management, nella maggiore attrattività di talenti, nel rafforzamento della responsabilità sociale d’impresa e nella visibilità e attitudine all’innovazione organizzativa e tecnologica. Fino al 2021 sono stati attivati complessivamente 260 piani aziendali

A tirare le fila, in conclusione, Laura Pedron, dirigente generale del Dipartimento Sviluppo Economico, Ricerca e Innovazione della Provincia autonoma di Trento che ha sottolineato l’importanza di affidarsi ad una valutazione seria delle politiche pubbliche. «Il contesto in cui ci troviamo è profondamente cambiato: oggi, rispetto a ieri si cerca un lavoro migliore, capace di garantire crescita professionale insieme a spazi di vita personale. Un approccio che non appartiene solo ai giovani ma anche, sempre più alla sensibilità delle aziende. E su questo, il Trentino, in quanto territorio bello e sostenibile, ha un vantaggio da poter sfruttare. Progetti di co-living e sperimentali come quelli presentati oggi, anche nelle valli meno centrali, vanno incoraggiati e sostenuti».

(as)


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