Giovedì, 19 Agosto 2021 - 09:11 Comunicato 2239

“Tra Stato e Mercato, le Comunità”, a Pieve Tesino la Lectio degasperiana

È andata in scena ieri la XVIII edizione della Lectio degasperiana, l’appuntamento più rappresentativo promosso dalla Fondazione Trentina Alcide De Gasperi a Pieve Tesino, nel paese che diede i natali al grande statista trentino. Nata per onorare la memoria di Alcide De Gasperi nei giorni dell'anniversario della sua morte, la Lectio ha acquisito negli anni un’importante dimensione pubblica, richiamando, come accaduto anche quest’anno, un pubblico ampio ed eterogeneo, composto da comuni cittadini, appassionati di storia e di politica e numerosi rappresentanti delle istituzioni pubbliche e private nazionali e locali.

Dopo la visita al Museo Casa De Gasperi, realizzato nell’edificio che diede i natali allo statista, l’ingresso nella palestra del centro polifunzionale del paese è stato allietato dalle canzoni del coro Valsella di Borgo Valsugana. Il Presidente della Fondazione Trentina Alcide De Gasperi ha quindi potuto dare inizio all’evento, cedendo la parola a turno ai due relatori scelti per la Lectio 2021: prima Giuseppe Guzzetti, politico, banchiere e filantropo, iscrittosi alla Democrazia cristiana nel 1954 quando ancora Segretario nazionale era proprio Alcide De Gasperi e testimone quindi di oltre mezzo secolo di storia italiana, e poi Giulio Tremonti, già Vicepresidente del Consiglio dei Ministri, Ministro delle Finanze e quindi Ministro dell’Economia e delle Finanze. Al centro delle loro riflessioni un tema di grande attualità: il ruolo delle comunità e delle organizzazioni di cittadini nella vita democratica del Paese. Un tema affrontato a partire dalla lezione degasperiana – a cui Guzzetti ha caldamente invitato a tornare affermando che «l’epoca degasperiana è passata ma non i suoi valori» – ma anche con coraggiosi riferimenti all’attualità: «Abbiamo i vaccini contro i mali del corpo, ma ancora non abbiamo i vaccini contro i più sottili, ma non meno gravi, mali della politica» ha ammesso amaramente Giulio Tremonti, che ha spiegato che la pandemia segna una crisi epocale, biblica, nella storia contemporanea, molto più significativa di quanto ancora si pensi, perché ha mostrato i limiti di molte ideologie ormai superate, prima fra tutte quella del mercatismo, «che è l’ultima grande ideologia sopravvissuta dal Novecento». Il confronto tra i due è stato appassionante. 

I due relatori hanno scelto prospettive diverse ma complementari che si sono incontrate proprio intorno al riconoscimento di De Gasperi come lo statista italiano che non solo ha ricostruito la democrazia in Italia, ma che aveva compreso meglio di altri lo spirito nuovo che doveva coniugare la democrazia ai valori della persona e ai diritti. Come ha ricordato Guzzetti, «De Gasperi aveva molto chiaro che le comunità e gli Stati sono soggetti speciali che devono trovare un equilibrio in valori sociali e spirituali più alti».

Guzzetti ha insistito sul rapporto tra lo Stato, il Mercato e il Terzo settore, i “tre Pilastri” della società democratica. Tremonti, che ha riconosciuto in De Gasperi il più grande statista italiano, ha spiegato quanto sia difficile oggi rispettare lo spirito della nostra Costituzione nel ruolo centrale che ha affidato allo Stato in un’epoca in cui la globalizzazione ha preteso di sostituirlo con un mercato che non è sempre all’altezza dei bisogni dei cittadini. «Certo, la globalizzazione non poteva essere fermata, – ha affermato Tremonti – ma forse poteva essere sviluppata in tempi più lunghi e più saggi». L’ex ministro del Tesoro ha mostrato come un mercato mal guidato e mal regolato abbia preso purtroppo la rivincita sullo Stato e sull’iniziativa economico-sociale delle comunità. «Comunità sono le famiglie, è il volontariato. Il 5x1000 l’ho proposto prima nel 2004, con un articolo sul ‘Corriere della Sera’ e poi nel 2005 con un articolo nella Legge finanziaria. E poi le Fondazioni, e così via, tutti i soggetti intermedi che contengono e conservano la tradizione».

Oggi, ha affermato Tremonti, terminata l’illusione di un ordine globale del mondo, sostituita da un disordine globale, «è venuto il tempo per una riflessione generale sulle Regole che l’Occidente deve darsi». Guzzetti ha ricordato il carattere costruttivo del Terzo settore e di una economia sociale di mercato fondata sul rispetto delle libertà ma anche sulla preoccupazione per le ingiustizie. Ha spiegato l’enorme potenziale di democrazia presente nel Terzo settore e nella libera iniziativa economica delle comunità, oltre che delle imprese più intelligenti che rispettano i principi della sostenibilità. «Il Terzo settore – ha detto Guzzetti – contiene l'invadenza degli avventurieri politici e della mano pubblica in settori che meglio possono essere affrontati e risolti dal privato sociale. I cittadini costituiscono associazioni libere e democratiche rette da statuti da loro deliberati. Il volontariato realizza il pluralismo delle istituzioni dando forza alla cultura del dono; risolve problemi per una società più equa evitando che le tensioni sociali sfocino in una conflittualità che mina la democrazia. Ciò è evidente anche sul piano internazionale dove la presenza di organizzazioni umanitarie è fondamentale». Il Terzo settore, ha spiegato, non è «solo una forza economica. È una espressione forte di “fraternità”, una parola che ricorre continuamente nei discorsi degasperiani. Nelle Idee ricostruttive della DC del 1943, De Gasperi scrive che “una democrazia rappresentativa, espressione del suffragio universale, è fondata sulla fraternità”». Guzzetti ha più volte colpito le posizioni populiste e sovraniste che – ha detto – alla fine «non amano il privato sociale e non appena incontrano esempi di cattiva gestione o gente che se approfitta se la prendono con l’intero settore»; ha avuto parole di stima per il presidente Draghi, che vede come un possibile interprete dello spirito degasperiano della ricostruzione civile ed economica dell’Italia. Perché «la politica economica degasperiana appare per molti aspetti molto vicina a quella che potrebbe essere la seconda politica di ricostruzione europea, prevista anche dal PNRR elaborato da Draghi».

(fm)


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