Sabato, 13 Ottobre 2018 - 16:39 Comunicato 2462

Tony Cairoli ai fan del Festival: «Senza di voi non sarei nulla. Il Trentino ha sempre creduto tanto nel cross»

Tra racconti di vita professionale e ricordi privati, in occasione della presentazione del suo libro “Velocità, fango e gloria”, il nove volte campione iridato Cairoli si concede per oltre mezzora alla folla accorsa per strappargli un autografo e ringrazia il Moto Club Arco per la pista di Pietramurata (Dro) e per il lavoro fatto nel diffondere il cross.

«Non c’è niente che io sopporti meno di quei miei colleghi che si negano ai fan, quelli che, pur non avendo vinto nulla, si sentono troppo importanti per chi chiede loro una firma o una foto» - dichiara Tony Cairoli, noto come il “Valentino Rossi del motocross”. «Per me la gente è tutto. Non posso fingere di non essere stato un bambino che rincorreva i campioni e che ci rimaneva male quando veniva rifiutato, quindi non tratterei mai così un ragazzino».

Ed è proprio ai più piccoli – ma non solo – che il nove volte campione del mondo si dedica, prima e dopo la sua conferenza a Palazzo Geremia.

È anche attraverso i fan, infatti, che il cross trova la sua risonanza: «Non riesco a spiegarmi come, nonostante esistano club, appassionati e tesserati, ancora la mia disciplina sia relegata ai margini della stampa e della televisione». «Forse per questo, o forse perché i giovani hanno sempre meno voglia di fare sport duri, i cui risultati arrivano col tempo, il motocross continua ad essere di nicchia. Ma io ho sempre creduto nel suo valore» - continua Cairoli. «L’ho amato fin da bambino, quando mio cugino passava in quarta sotto la finestra di casa mia, quando mio padre, anche lui crossista, mi immaginava su una moto. L’ho amato quando l’ho quasi mollato, quando sono arrivate le fatiche e i sacrifici, e poi quando ho vinto il primo mondiale. Lo amo ancora oggi, dopo nove titoli iridati (l’ultimo nel 2017 n.d.r.). Vivo per questo sport».

Nonostante i 33 anni anagrafici, a Tony Cairoli brillano gli occhi parlando dell’odore della benzina e dell’adrenalina da griglia di partenza: «Voglio continuare a crescere, voglio vincere il decimo mondiale e, se ce la faccio, voglio farlo prima di Valentino Rossi» - scherza. Lui, che si allena 6 giorni a settimana (senza preparatore), che ama mangiare – soprattutto la pasta, tanto da coniare l’hashtag “gofastaeatpasta” -, che ha fatto del suo tatuaggio, nonché titolo della sua biografia, uno stile di vita: velocità, fango e gloria, sulla moto e fuori dalla pista. Lui, che ammira il ciclismo, ha provato la moto Gp, la Formula 1, il Rally, ma continua a mettere al primo posto le emozioni dei salti del cross. Lui, che nonostante veda in Jorge Prado un possibile erede, non vuole mollare il podio e conclude: «L’anno scorso è stato un periodo “no”. Non nego che rosico quando le cose vanno male, ma so dove e su cosa lavorare, e voglio tornare a vincere».



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