
La valle dell'Adige offre molteplici forme di paesaggio fluviale, ecosistemi, microclimi, scorci e scenari di estremo interesse naturalistico e scientifico e spesso anche di grande bellezza. I relatori di oggi hanno preso in esame ognuno di questi aspetti, evidenziando sia gli elementi che attengono allle scienze naturali sia quelli antropici, relativi cioè all'impatto delle attività uname sull'ambiente: agricole, industriali, abitative e quant'altro, con una particolare attenzione alla valle dell'Adige come importante via di transito sull'asse del Brennero. Punto di partenza, non a caso, la lettura della Carta dell'Adige da Merano a Borghetto di Leopoldo de Claricini del 1847, realizzata per tracciare la ferrovia del Brennero. Obiettivo sotteso ai diversi interventi: rintracciare le ragioni per un impegno volto a conservare e valorizzare quanto rimane ancora intatto - o può essere ancora recuperato - della bellezza del fiume Adige e della sua valle, strettamente legati da un rapporto quasi simbiotico.
Nel corso della giornata - apertasi con i saluti del marchese Carlo Guerreri Gonzaga, del sindaco di Avio Ivano Fracchetti, del professor Roberto Ranzi dell'Università di Brescia, di Maurizio Tomazzoni, vicepresidente dell'Ordine degli archietti del Trentino, e dell'assessore all'urbanistica della Comunità della Vallagarina (e sindaca di Volano) Maria Alessandra Furlini - sono stati anche riesaminati gli elaborati scaturiti da un laboratorio didattico condotto dall'Università di Brescia, che ha impegnato una quarantina di studenti nello scorso maggio, e da un workshop realizzato da TSM-Step a giugno, "Netx-step, ri-marginare il paesaggio".
“Le valli solcate dall’Adige – ha detto Tonina - sono luoghi straordinari, dove si sovrappongono e si fondono i segni della natura e quelli lasciati dall'uomo. Un palinsesto composto da tanti segni racchiusi in uno spazio limitato, fatto di infrastrutture artificiali ed elementi naturali, in un sistema complesso di relazioni di carattere ecologico, storico e culturale, che generano ricchezza e bellezza. La rete della mobilità ha plasmato l’assetto del paesaggio atesino in modo determinante almeno dalla metà dell’Ottocento, prima con la costruzione della ferrovia e le conseguenti rettifiche dell’Adige e poi, nel Novecento, con l’autostrada del Brennero. Il tema è di forte attualità anche oggi, alla luce dei ragionamenti che stiamo facendo sui concetti di sostenibilità, intermodalità e quant'altro attiene alla necessità dell'uomo di spostarsi senza impattare in maniera negativa sull'ambiente”.
Dopo il termine dei lavori, è stata inaugurata presso la pro loco di Borghetto l'esposizione della Carta di Leopoldo de Claricini e dei poster prodotti dal seminario itinerante svolto dagli studenti dell'Università di Brescia. La mostra sarà visitabile fino a domenica 6 novembre.