Mercoledì, 30 Maggio 2012 - 02:00 Comunicato 1483

A San Felice sul Panaro ultimato l'ampliamento del Campo Trento, dove ogni giorno si tiene una riunione con i capi delle etnie degli ospiti
TERREMOTO, PROSEGUONO LE VERIFICHE IN TRENTINO

La Protezione civile trentina sta seguendo minuto per minuto, in costante collegamento con la "sala situazione Italia" della Protezione civile nazionale a Roma e con i dipartimenti di protezione civile delle regioni l'evolversi della situazione in Emilia Romagna dopo le nuove, disastrose scosse di ieri. Se a San Felice sul Panaro, come pure negli altri centri colpiti dal sisma, sono al momento sospese le verifiche tecniche sugli edifici a causa della mancanza di sufficienti condizioni di sicurezza per i tecnici verificatori, proseguono nel frattempo in Trentino i controlli sullo stato di una serie di edifici, in particolare edifici scolastici, chiese (rimane per il momento chiusa solo la chiesa di Faedo) ed anche case private.-

Dopo quella della tarda mattinata di oggi, una nuova riunione in collegamento videoconferenza con la Protezione civile nazionale, una nuova riunione è già fissata per le ore 15.30.
Presso la sala operativa della Protezione civile trentina, presso la caserma del Corpo permanente dei Vigili del fuoco di Trento, si sta coordinando l'intervento delle regioni: l'invio di nuovi "moduli" (tende e servizi) porterà complessivamente a 5000 posti la dotazione di tende per gli sfollati. Anche il Campo Trento a San Felice sul Panaro è stato ampliato: ora i posti disponibili sono 500, mentre si sta provvedendo in queste ore ad ampliare anche la disponibilità della mensa e la capacità della cucina dei Nu.Vol.A.
Pur nell'emergenza, la gestione del campo - dove sono ospitati per lo più stranieri di varia nazionalità - non presenta particolari problemi. Per iniziativa dei responsabili trentini della tendopoli, ogni giorno nel campo si tiene una riunione "interetnica" con i referenti delle varie etnie presenti nel campo. Si ascoltano le necessità ed i problemi, si cerca di corrispondere ad ogni richiesta, ma il solo fatto di parlarne produce un effetto positivo. Non è solo la risposta dei responsabili di Campo Trento dopo le incomprensioni e gli episodi che si sono verificati nei giorni scorsi, ma un modo di gestire la particolare situazione che si è determinata nella tendopoli trentina a seguito della presenza di diversi gruppi etnici.
Una delle richieste che più pressantemente vengono rivolte ai responsabili del campo da parte degli ospiti stranieri (tutti residenti in Emilia da molti anni) riguarda il rimpatrio di mogli e figli. La Protezione civile trentina si sta attivando, in collegamento con la Protezione civile nazionale e con il ministero, per favorire il veloce rientro nei Paesi d'origine. Preziosi, nella aggravata situazione che si è creata in Emilia dopo le scosse di ieri, sarebbero i posti che eventualmente si rendessero liberi nelle tende a seguito dei rimpatri di donne e bambini, con il superamento, tra l'altro, dei problemi connessi alla gestione di una presenza nel campo di accoglienza di molti bambini.

Un grosso lavoro attende, a partire dai prossimi giorni, i professionisti (ingegneri della Provincia, Itea, Università e liberi professionisti messi a disposizione dall'Ordine provinciale) addetti alle verifiche sulla stabilità degli edifici. Un lavoro enorme che, oltre tutto, dovrà essere rifatto anche per gli edifici già controllati dopo la scossa del 20 maggio al fine di definire il maggior danno determinato dopo le scosse di ieri. Anche le zone rosse dovranno essere riperimetrate.

Da pochi minuti è iniziata la riunione in videoconferenza, coordinata da Trento dall'ingegner Raffaele De Col e dal capo della Protezione civile trentina Roberto Bertoldi, delle regioni italiane al fine di definire le modalità organizzative alla luce della costituzione a Modena oppure a Bologna del centro di comando unificato DICOMAC per la gestione dell'emergenza. (cz) -