Venerdì, 11 Ottobre 2019 - 22:01 Comunicato 2493

Storie di corse, piloti e tutte le “pazzie” di Carlo Pernat

Basta il titolo, per dire che l’autore di questo libro è genovese e che ha passato una vita da protagonista nel mondo dei motori. E’ Carlo Pernat che al Bookstore del Festival dello Sport di Trento ha presentato il libro «BELÌN, CHE PADDOCK», scritto con Massimo Calandri ed edito da Mondadori. Sollecitato da Vito Schembari, capo redattore della Gazzetta dello Sport, ha parlato della sua vita, di motocross e velocità, ma anche di sigarette, di champagne e donne E poi Valentino Rossi e Max Biaggi, Loris Capirossi e Marco Simoncelli. La Piaggio, la squadra corse della Gilera, la Cagiva, l’Aprilia.

Pernat, in quarant’anni di folle carriera come manager del mondo dei motori e non solo, ha fatto e disfatto qualsiasi cosa. Compreso il giro del mondo in aereo: almeno 250 volte. Ha scoperto e lanciato pluricampioni del mondo, ha vinto 20 titoli iridati. Ha messo d’accordo sponsor e motori, contribuendo alla crescita planetaria della MotoGP come nessun altro. Ha brindato con Mick Jagger e François Mitterand, George Harrison e Lech Walesa, Fabrizio De André e Vasco Rossi. Si è occupato pure della Ferrari di Scheckter e Villeneuve in Formula Uno, della Juventus di Trapattoni in Coppa dei Campioni, della Bianchi di “Tista” Baronchelli al Giro d’Italia, del “suo” Genoa che lottava per tornare in A.

Ha scritto assieme a Massimo Calandri questo libro, spudorato e divertentissimo: uno “sguardo dalla serratura” sul mondo del Motomondiale per confermare che tutte quelle che sembravano leggende metropolitane sul suo conto, sono state vita vissuta. E così dal cassetto dei ricordi che Vito Schembari ha cercato di aprire con le sue domande, sono usciti il contratto con l’esordiente Valentino Rossi, firmato da papà Graziano e mamma Stefania, il rapporto con Loris Capirossi (“il pilota che ho amato più di tutti”), e quello con Loris Reggiani, che ha definito “il Tano Belloni del motociclismo” in quanto arrivava sempre secondo e “si portava sfiga da solo”. Ma si è parlato anche di Max Biaggi (un orologio svizzero), delle disavventure amorose di Randy Mamola, di quando George Harrison gli chiese un autografo e lui non lo riconobbe e del rapporto vissuto nel mondo del calcio con quel “grande barzellettiere” di Giovanni Trapattoni.

Piccole storie ed aneddoti che i lettori potranno ritrovare in questo libro: la storia di un ragazzo di Genova che è diventato il più importante e autorevole manager del mondo delle due ruote, frenando il giusto e tenendo il gas sempre aperto al massimo.



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