Sabato, 25 Maggio 2024 - 23:28 Comunicato 1374

Storia dell'immaginazione: come abbiamo iniziato a pensare quel che non c'è

"Storia dell'immaginazione: come abbiamo iniziato a pensare quel che non c'è": questo il tema, affascinante, affidato dal questa diciannovesima edizione del Festival dell'Economia di Trento a Paolo Colombo, docente all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, anche collaboratore di Rai 3, a Sarah Stride, musicista e cantante ma anche arte-terapeuta e ricercatrice e a Michele Tranquillini, artista specializzato nell'illustrazione, nei video e delle performance dal vivo. Un approccio "trasversale", come si può immaginare, e molto coinvolgente, quello sviluppato alla sala Filarmonica di Trento, un viaggio alle origini della creatività, quindi ai dipinti rupestri, ai disegni e ai tatuaggi impressi sul corpo, alle linee che l'uomo ha immaginato congiungere dei puntini luminosi nel cielo, creando costellazioni. Le storie narrate da Colombo, unite alle improvvisazioni sonore di Stride e ai disegni proiettati sullo schermo luminoso alle spalle del palco di Tranquillini hanno saputo conquistare il pubblico e suggerire nuovi percorsi alla scoperta di una dote che contraddistingue l'homo sapiens e che si è sempre relazionata con le sue caratteristiche fisiche, fin dalla notte dei tempi.
[ Nicola Eccher - Archivio Ufficio Stampa PAT]

La sfida che Colombo, assieme ai suoi partners artistici, si è posto, è stata quella di raccontare quella dote straordinaria ma ineffabile che contraddistingue o dovrebbe contraddistinguere ogni attività umana, la creatività: quella dote, quella qualità, che dà sapore al lavoro e a ogni altro aspetto dell’esistenza, e che evidentemente caratterizza anche quella famiglia di comportamenti che qualifichiamo come “economici”.

Dove nasce la creatività? La capacità di astrazione? L'immaginazione? L’hanno portata gli alieni? O è il frutto di una mutazione genetica avvenuta circa 80.000 anni fa? Niente è certo. Ma, con un gioco di parole, possiamo immaginare come abbiamo iniziato ad immaginare. Lo sanno bene anche gli storici. Non si sa bene cosa è successo nel passato, ha detto Colombo, appunto perché è passato. Ma si può provare a ricostruirlo? Sì.  

Colombo ci dice che la creatività nasce ad esempio con i dipinti sulle pareti delle grotte di Lescaux, scene con animali, prevalentemente di caccia. Nelle caverne. Ma prima degli animali ci sono le mani. Intinte nel colore e poi premute contro qualche muro. E prima ancora forse dei segni, dei pallini o delle linee disegnate sul corpo. E ci sarà stata l’improvvisazione. Nella creazione artistica così come nella musica. Improvvisazione che non significa suono "a caso", ma variazione su una serie di scale o temi musicali dati.  

Abbiamo cantato e danzato assieme, fin dalla preistoria. Per fare gruppo, essere felici, sconfiggere la tristezza e la solitudine. Per noi esseri umani, questa la lezione, felicità e immaginazione sono inestricabilmente legate.

(mp)


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