Mercoledì, 04 Agosto 2021 - 17:24 Comunicato 2114

Si è riunito il “Tavolo permanente per l'occupazione femminile”

“La costituzione di questo tavolo è un’occasione importante per parlare, attraverso un confronto plurisettoriale, di lavoro femminile e della condizione femminile nel mondo del lavoro. Lo scopo per cui è stato istituito il tavolo è quello di formulare proposte di politiche pubbliche integrate. Ci aspettiamo dunque un contributo importante da questi lavori”: con queste parole l’assessore provinciale allo sviluppo economico, ricerca e lavoro Achille Spinelli ha aperto questo pomeriggio i lavori della prima riunione del “Tavolo permanente per l'occupazione femminile”, che si è tenuta online.


Nel 2020, con legge provinciale, è stato istituito presso l'Agenzia del lavoro il "Tavolo permanente per l'occupazione femminile", quale organismo interdisciplinare di consulenza e proposta per la promozione dell'occupazione femminile. Ne fanno parte almeno: l'assessore competente in materia di lavoro, il dirigente del dipartimento lavoro, il dirigente dell'Agenzia del lavoro, rappresentanti dei sindacati, rappresentanti delle categorie imprenditoriali e professionali, rappresentanti dell'Università degli studi di Trento, il comitato per l'imprenditoria femminile, la commissione provinciale per le pari opportunità tra donna e uomo, la consigliera di parità, il dipartimento istruzione, il dipartimento politiche sociali, l'Agenzia per la famiglia.

In apertura dei lavori la dirigente generale di Agenzia del Lavoro Stefania Terlizzi ha fatto una panoramica del lavoro femminile in Provincia di Trento.

Gli indicatori del mercato del lavoro per il 2020 vedono il settore femminile penalizzato in percentuale rispetto a quello maschile sia per il tasso di attività (65,5 - 76,8%), che per il tasso di occupazione (61,5 - 73,1%), che anche per il tasso di disoccupazione (5,9 - 4,7%).

Se nel 2020 il tasso di occupazione delle donne tra 15 e 64 anni fosse stato uguale a quello degli uomini, in Provincia di Trento ci sarebbero state 20.000 donne in più che potevano contribuire al prodotto interno lordo, con importanti effetti dunque anche in termini economici.

Cruciale, è emerso, è il tema della conciliazione tra lavoro e famiglia, perché la decisione di lavorare e a quali condizioni resta fortemente influenzata dalla necessità di conciliare il ruolo lavorativo con la cura familiare. La pandemia inoltre, ha spiegato Terlizzi, ha avuto come conseguenza anche la riorganizzazione del lavoro, come risposta all'emergenza. Nei casi in cui è stato possibile lavorare da casa, il lavoro si è affiancato alle necessità di cura della famiglia: si è creato quindi anche un problema di sovrapposizione tra il tempo di lavoro e quello di cura. Le difficoltà sono state ancora maggiori dove non è stato possibile lavorare a distanza, con la sospensione dei servizi e nell'impossibilità di usufruire dell'aiuto della rete familiare. E' quindi di grande attualità il tema del sostegno alla genitorialità e dell’aumento dell'offerta dei servizi, considerando anche che nel modello di welfare mediterraneo, secondo le informazioni fornite da Agenzia del Lavoro, i tre quarti del lavoro di cura non retribuito viene svolto dalle donne della famiglia: madri, nonne, zie. I lavori sono proseguiti con numerosi interventi dei partecipanti al Tavolo che hanno portato un prezioso contributo in ordine all'analisi di un fenomeno complesso quale quello dell'occupazione femminile che richiede che "venga fatto sistema" all'interno del territorio.

(us)


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