Venerdì, 31 Maggio 2019 - 09:22 Comunicato 1202

La serata è stata introdotta da un intervento di Marco Onado professore dell'Università Bocconi che, assieme ad Andrea Landi, ha curato la programmazione
Si è aperta con un film di Clint Eastwood la rassegna CINECONOMIA

La proiezione di «Gran Torino», un film del 2009 interpretato e diretto da Clint Eastwood, ha aperto al Cinema Modena la rassegna “CINECONOMIA”, tre appuntamenti serali con film di qualità che si soffermano sulle tematiche che caratterizzano questo 14° Festival. Nella sua breve introduzione alla serata, il prof. Onado ha sottolineato come lo spirito di questa proposta cinematografica, che giunge alla settima edizione, sia proprio quello di presentare dei film legati al tema del Festival. E la pellicola in proiezione ieri sera li toccava tutti e tre: Globalizzazione, Nazionalismo e Rappresentanza.

«Ambientato a Detroit negli anni Ottanta – ha ricordato Marco Onado – il film ha nel titolo il nome di una vettura prodotta dalla Ford: un omaggio della casa americana all’industria automobilistica italiana. Siamo negli anni in cui iniziava a produrre i propri effetti la globalizzazione che portò al degrado delle città industriali, dove i quartieri abitati dalla classe media, da operai e impiegati, venivano occupati dagli immigrati. E' chiamato a confrontarsi con questa realtà un uomo poco loquace e fondamentalmente misantropo, che fa del senso dell’onore e del dovere il proprio tratto distintivo. Originario della Polonia, espone a casa propria la bandiera americana; è il suo un atteggiamento patriottico, ma certo non è il caso di parlare di nazionalismo: concetti questi che, sbagliando, si tendono a sovrapporre. Il tema della rappresentanza trova infine riferimento nella presenza dei nuovi strati sociali che stavano insediandosi in quegli anni in America.»

Protagonista della storia è un uomo che ha fatto dell'astio nei confronti dei diversi da sé la sua ragione di vita. Si chiama Kowalski, e non sfugge la citazione con la quale il regista intende omaggiare il protagonista di un altro grande film, Un tram che si chiama desiderio”, e il suo grande interprete, Marlon Brando. In questo caso Kowalski è un veterano della guerra in Corea, operaio della Ford in pensione, che ha perso da poco la moglie e intrattiene rapporti difficili con i figli e con chi gli vive accanto: in particolare con una famiglia di asiatici di etnia Hmong. Gran bevitore di birra, è rozzo e brutale, riesce ad avere momenti di tenerezza solo nei confronti della cagnetta Daisy e si occupa con passione quasi maniacale della manutenzione di un’auto d’epoca che custodisce gelosamente in garage. Si tratta di una Ford modello “Gran Torino” (di qui il titolo del film) prodotta per il mercato nordamericano all’inizio degli anni Settanta e divenuta famosa anche perché utilizzata nella serie televisiva Starsky e Hutch. La vita di Walt cambia il giorno in cui il giovane vicino di casa Thao, spinto da una street gang capeggiata dal cugino, si introduce nella sua proprietà per cercare di rubare la preziosa automobile. Il vecchio dovrà così affrontare i suoi pregiudizi razziali e ritrovare la sua vena migliore sottraendo il timido Thao e la sorella Sue alla violenza del branco. Astioso con tutti, patriota razzista, il vecchio Kowalski si dimostrerà capace di un ultimo atto d'amore. Otterrà in questo modo la riconoscenza della famiglia dei due ragazzi cinesi, che hanno sì l'età dei suoi detestati nipoti ma che, diversamente da loro, hanno saputo conservare dei valori che l'Occidente pare ormai aver dimenticato.



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