Mercoledì, 03 Febbraio 2016 - 16:29 Comunicato 160

Oggi a Expo Riva Hotel un convegno sui poli formativi turistici
Scuola, turismo e imprese, insieme per innovarsi

Li chiamano «poli specialistici di filiera». Sono l’evoluzione dell’alta formazione professionale trentina, che tiene insieme scuole, centri di ricerca e imprese, con l’obiettivo di accrescere le competenze dei giovani e dunque renderli più competitivi sul mercato del lavoro, ma anche di favorire lo sviluppo del sistema produttivo locale. Per capire se un progetto innovativo di questo tipo è possibile, e soprattutto è stato pensato per tutti i soggetti che si muovono attorno all’economia turistica che in Trentino è particolarmente importante, si è aperto quest’oggi un incontro organizzato da ASAT in occasione di Expo Riva Hotel 2016, in partnership con la Formazione Professionale e il Dipartimento della Conoscenza della Provincia Autonoma di Trento. A coordinare i lavori Davide Cardella, Vicedirettore di ASAT.

Livia Ferrario, dirigente generale del Dipartimento della Conoscenza della Provincia autonoma di Trento ha illustrato la genesi normativa, così come delineata dalla normativa provinciale. “I poli specialistici di filiera sono l’anello di congiunzione tra il mondo della formazione e quello produttivo. Poli che hanno l’obiettivo di garantire alle imprese capitale umano di altissimo livello ma anche di formare giovani che hanno voglia di fare impresa, alla luce dei veloci cambiamenti in atto del sistema economico, che richiede competenze sempre più qualificate. Previsti dal Programma di sviluppo provinciale, due di questi esistono già: il primo è quello della meccatronica di Rovereto, un altro è quello di San Michele all’Adige. In via di definizione anche un terzo polo formativo che riguarderà la grafica e il design. E se il turismo è uno dei pilastri della nostra economia, non si può che investire nel comparto attivando politiche adeguate. Un quarto polo che dovrebbe vedere la luce in tempi brevi è infatti quello del turismo e dell’ospitalità. Coinvolgerà un istituto tecnico ad indirizzo turistico, alberghi e istituti di ricerca, con l’obiettivo di formare personale di alta qualificazione nel campo dell’accoglienza ma anche di sviluppare ricerca per esempio nel settore della tracciabilità degli alimenti” – e poi aggiunge la dirigente Ferrario – “Al momento siamo ancora in una fase sperimentale e di costruzione di proposte. Penso ad esempio all’identificazione sul territorio per la collocazione di questi poli di filiera: la Val di Fiemme e la Val di Fassa per il turismo, la zona di Levico per il settore dell’Hotellerie e del benessere, la zona di Tione per quanto riguarda l’alta ristorazione, il Garda Trentino per unire l’aspetto tecnico e professionale con l’attenzione all’accoglienza ed all’organizzazione di grandi eventi e la zona Rovereto per l’innovazione e il design. Attraverso un capillare lavoro sul territorio su più fronti, che passa anche attraverso tavoli condivisi misti, la provincia intende delineare una proposta formativa innovativa ed equilibrata. È una strada che va percorsa in maniera condivisa, cercando di non caricare “i poli” di significati che non possono e non devono avere, ma solo impostando una sinergia stabile nel rapporto tra formazione e lavoro”.

Dà voce ad un comparto forte in Trentino Luca Libardi, presidente dell’Associazione Albergatori e Imprese turistiche del Trentino. “Il turismo non è secondo a nessuno per quanto riguarda l’innovazione e in questo discorso si inserisce anche la nuova partita che dev’essere giocata sulle competenze digitali, per rimanere competitivi sul mercato - spiega - L’estensione della copertura della banda larga non potrà che portare ricadute positive, così come la definizione di un nuovo rapporto tra scuola e turismo. Si è sempre sottolineato la necessità di creare una filiera organica nel mondo della formazione, coinvolgendo anche istituti professionali, tecnici e mondo universitario. Ma attenzione, questo percorso va intrapreso con dinamicità e prontezza, anche se non è facile adeguare due mondi che viaggiano “a velocità diverse”. Non si deve avere paura di progettare qualcosa di nuovo, anche con la consapevolezza e la libertà di procedere passo dopo passo e su vie sperimentali. È importante però cercare di creare una filiera che possa offrire risposte differenziate ed adeguate alle richieste dei comparti economici che sostengono il territorio, in primis il turismo.”

Mariacristina Bridi, direttore di Enaip Trentino, sottolinea come la nostra provincia sia sicuramente un esempio di eccellenza, per quanto riguarda la formazione professionale. “La richiesta al mondo dell’imprenditoria e dell’accoglienza alberghiera, è una richiesta forte di collaborazione, sempre più strutturata. I dati di inserimento occupazione che noi registriamo al termine del 4° anno (80 % nei primi tre mesi) sono davvero incoraggianti. La formazione professionale oggi si trova di fronte a nuove sfide, nel quadro del più vasto rapporto scuola-lavoro e delle politiche in favore dei giovani, sforzi si stanno facendo sul progetto Trilinguismo, per lo strumento dell’apprendistato, per ridefinire l’offerta formativa secondo filiere per la costruzione di un sistema formativo omogeneo e raccordo più stretto fra istituti tecnici e di formazione. Attualmente oltre alla qualifica e al diploma, l'offerta si compone di percorsi di Alta formazione professionale, rivolti a sviluppare figure dotate di elevata preparazione in ambiti specifici e di eccellenza, in grado di svolgere un'attività professionale con significative competenze tecnico-scientifiche e livelli elevati di responsabilità ed autonomia. Altre poi sono le forme di rapporto scuola-lavoro attivate nell'ambito della formazione professionale (tirocinii, stage, alternanza, apprendistato e percorsi della Garanzia Giovani). Modelli didattici che permettono di affiancare allo studio teorico la formazione pratica in azienda, costituendo un'opportunità di crescita e di inserimento sul mercato del lavoro per i ragazzi e un investimento in capitale umano per le aziende”.

Infine Luciano Covi, firettore di IPRASE (Istituto provinciale per la ricerca, l'aggiornamento e la sperimentazione educativi) ha posto l’accento sul progetto Trilinguismo in essere, che potrà diventare un vero e proprio punto di forza, anche e soprattutto per il comparto turistico. In tal senso il Trentino può vincere la scommessa. “Perché i nostri ragazzi sono “bravi” – dice – e quindi possiamo chiedere loro quel qualcosa in più che farà la differenza. E con riferimento alla definizione dei poli formativi specialistici, è indispensabile che essi siano in grado di formare figure sempre più coerenti a quanto chiesto dal mercato del lavoro. Date le premesse che caratterizzano la domanda del mercato del lavoro, la conoscenza si deve configurare sempre più come un «saper fare» che include non solamente competenze tecniche, manuali, ma riguarda anche una conoscenza più ampia che abbia una solida base teorica, scientifica, umanistica. Come ad esempio il saper parlare una o più lingue, avere una cultura di base diffusa su varie tematiche. Su ciò la progettazione del nuovo rapporto tra scuola e lavoro non deve soprassedere”.

(at)


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