Domenica, 14 Ottobre 2018 - 19:49 Comunicato 2498

Schiavone e Vinci, le ragazze d'oro del tennis

Protagoniste di un decennio indimenticabile per lo sport italiano, Francesca Schiavone, vincitrice del Roland Garros 2010
e Roberta Vinci, finalista all'Us Open 2015, si sono raccontate questo pomeriggio sul palco del Sociale, assieme al giornalista de La Gazzetta dello Sport Riccardo Crivelli.
Un percorso esaltante, quello che le due campionesse hanno fatto rivivere con l'aiuto di alcune delle immagini più belle della loro carriera: le ultime fasi della vittoria di Schiavone a Parigi, contro l'australiana Samantha Stosur (6-4 7-6 con tie break finito 7-2), che ha fatto della tennista milanese la prima italiana a vincere una gara del Grande Slam, e il trionfo di Vinci sull'allora imbattibile Serena Williams, lanciata a tutta la vittoria verso la conquista del Grande Slam, a New York. Qual è il segreto di questi successi? La capacità di coltivare un sogno dentro il proprio cuore, senza alcun dubbio, ma anche di provare, ogni mattina, la gioia di alzarsi per ricominciare ad allenarsi, perché il tennis è gioco, non lavoro. C'è stato però anche lo spazio per un appello: facciamo più spazio allo sport nelle scuole, perché è lì che nascono le vocazioni E se la scuola aiuta coltivarle, allora si potranno tagliare traguardi importanti a 23, 24 anni, piuttosto che a 30.

Un palmarès da brividi quello di Schiavone e Vinci, le due protagoniste del pomeriggio di oggi al teatro Sociale,  sia a livello individuale che di squadra, assieme a Flavia Pennetta e Sara Errani: quattro vittorie in Fed Cup, la Davis al femminile, la vittoria al Roland Garros 2010 di  Schiavone, quella di  Pennetta agli Us Open 2015, lo Slam personale in doppio di Errani e Vinci, e altri successi ancora. Ora che la storia le ha accolte tra le sue braccia, rimane  la leggenda. E la speranza che un giorno l'Italia posa rivivere una stagione altrettanto esaltante, con un team altrettanto talentuoso e coeso. 

"Il tennis è uno sport molto individuale - ha ricordato Schiavone - ma l’energia che si prigionia in una squadra è indiscutibile. Anche per me dopo otto sconfitte la nazionale e stata un trampolino importante per andare poi a vincere il Roland Garros". Vinci, per ragioni anagrafiche, è arrivata un po' più tardi. "Ma ho trovato un clima splendido - ha detto - . In Fed Cup arrivavo a sera stanchissima, l'intensità degli allenamenti era pazzesca, io ero la più piccola ma tutte cercavano di aiutarmi. Alla fine la chiave è stata questa: essere quattro ragazze che si rispettavano e che crescevano assieme."

La finale del Roland Garros rappresenta per tutti gli sportivi un momento indimenticabile. "Per me - ha sottolineato Schiavone, incalzata dalle domande di Crivelli - è stata la ciliegina sulla torta. È fare la torta che è un 'casino'. Sono anni e anni di lavoro, alzarsi tutti i giorni ed essere felici di ciò che si fa, e continuare a coltivare un grande sogno. E' la determinazione che fa la differenza. Quando poi arrivi in cima, e cominci a sentire che puoi vincere, capisci che finalmente è arrivato il momento di farlo tuo , il sogno".

"Il successo di Francesca al Roland Garros - ha ripreso Vinci - ci ha aperto la strada. Abbiamo capito che se un'amica riusciva a vincere un titolo così, allora ce la potevano fare anche altre. Così abbiamo iniziato ad affrontare gli slam in maniera diversa". Per Vinci, dopo la vittoria sulla Williams, arrivò la finale tutta italiana con Pennetta. Un derby fra due compagne di una vita, un momento storico, a prescindere dall'esito, sfavorevole a Vinci.

Ma ci sono stati anche altri momenti emozionanti. Uno per tutti:  il match più lungo di sempre in uno slam, quello fra Schiavone e  Kuznetsova, vinto dalla milanese per 16-14 al terzo set dopo 4,44 ore. "Quando giochi dimentichi tutto, il passato, il futuro, il tempo che passa. E' la cosa più bella".

Di solito si dice che i 30 anni per un atleta sono l’età per il primo bilancio, ma entrambe le campionesse hanno  ottenuto i risultati migliori oltre i 30 anni. Per Vinci "va bene così, sono maturata più tardi, ho dovuto superare dei limiti mentali, ma sono contenta di tutto ciò che ho fatto". Schiavone dal palco del Sociale ha colto l'occasione per lanciare un appello: "Facciamo si che lo sport entri nella scuola, continuiamo a creare strutture, a incentivare i ragazzi. Negli altri paesi arrivano prima perché la scuola li accompagna".

Schiavone e Vinci: un tennis basato sull'inventiva, sulla versatilità. Oggi forse, ha suggerito  Crivelli, è più monotematico, è  tutto basato sulla potenza, sulla preparazione atletica? In parte è così: oggi, hanno convenuto entrambe le  campionesse, devi avere una preparazione fisica enorme, andare oltre i limiti tutto il tempo. Ma c'è spazio anche per sviluppare altre caratteristiche. Ricordando sempre la grande lezione, quella che ogni giovane deve tenere a mente: ce la puoi fare, ma non devi fare niente, è sempre una tua scelta. Devi avere talento, certo. Ma soprattutto devi avere un fuoco dentro. E amare il  tennis.

(mp)


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