Venerdì, 24 Maggio 2024 - 19:36 Comunicato 1291

Scalare il business oppure vivere bene?

Grandi dimissioni e poi grande pentimento? Rivoluzione del lavoro o soltanto smottamenti? Una combinazione di fattori di cambiamento demografici, culturali e tecnologici segnano l'evoluzione del ruolo e del senso del lavoro nella nostra società. Al Festival Economia Trento un dialogo interdisciplinare fa emergere alcune buone domande per tenere insieme sostenibilità e valori personali
Festival dell'Economia La rivoluzione del lavoro Nella foto: Max BERGAMI, Francesca COIN, Massimiliano MAGRINI, Luciano PIETRONERO, Sara ROVERSI [ Daniele Paternoster Daniele Paternoster - Archivio Ufficio Stampa PAT]

Il mondo del lavoro sta cambiando in modo significativo. Un'accelerazione di alcuni fenomeni che stavano affiorando si è manifestata in modo palese e macroscopico durante la pandemia: il nomadismo digitale, la conciliazione vita lavoro, l'ispirazione yolo (you only live once - si vive una volta sola) e le grandi dimissioni sono entrate nel discorso pubblico, toccando particolarmente i giovani ma non solo.    

La sociologa Francesca Coin, autrice del libro intitolato proprio Grandi dimissioni, ha preferito parlare di "smottamenti: è un'idea di lavoro che è completamente cambiata dalla fuoriuscita dal fordismo a oggi. In questi ultimi anni, il sintomo dell'aumento del turnover volontario (50 milioni di persone all'anno negli USA e 2 in Italia), unito alla disaffezione verso il lavoro e la crisi, l'inverno demografico si intrecciano creando un vissuto quotidiano che emerge perché è al centro dell'esperienza di molte aziende."

Massimiliano Magrini - Fondatore United Ventures, si è concentrato sui framework di senso: "le startup sono sandbox, ecosistemi di sperimentazione, i posti dove si può innovare. Impatto e senso sono fondamentali per lavorare e nelle aziende grandi e strutturate è più difficile che in quelle piccole. Per questo motivo il contratto sociale di chi lavora in una startup è completamente diverso rispetto a quello di chi lavora in realtà aziendali affermate. Di conseguenza l'imprenditore è architetto sociale della sua organizzazione."

Incalzato dal moderatore Max Bergami, Dean Bologna Business School, il fisico Luciano Pietronero - Gruppo Complessità Centro Fermi, si è concentrato sul ruolo della transizione digitale e in particolare sul contributo che l'intelligenza artificiale può dare per modellare sistemi predittivi che ci aiutino a prepararci ai futuri in arrivo. 

Sara Roversi - Presidente Future Food Institute, ha invitato a riflettere sulla sostenibilità a partire dalla conoscenza e comprensione profonda della tradizione della dieta mediterranea, nata in un contesto sociale e storico di frugalità e necessità, una necessità che si fa virtù all'insegna dell'economia dell'abbastanza in contrapposizione a quella dell'abbondanza, che propone di consumare di più per soddisfare il bisogno di relazioni, cura e reciprocità. In un'ottica integrale, salute personale e comunità inclusive vanno di pari passo. 

In chiusura, Coin ha sottolineato le contraddizioni del momento storico attuale in cui il potenziale dei grandi sistemi si scontra con il vissuto di chi, "ai piani bassi", pratica l'esperienza quotidiana del lavoro povero: sono gli ambiti sanitario, del commercio, dei servizi quelli in cui, spesso nelle grandi aziende, la fatica di lavorare diventa esistenzialmente insostenibile perché il lavoro si svuota di senso.

Dal piano personale, micro, all'aggregazione su scala più ampia di tutti questi frammenti emerge un'ulteriore, sfidante domanda: come mantenere un equilibrio fra la tensione per il profitto e la capacità della nostra società di rigenerare il proprio capitale sociale? Quali forme di distribuzione del valore posso esserci d'aiuto nell'epoca dell'economia di piattaforma? 

(gs)


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