
"Stiamo cercando di costruire un'organizzazione molto sfidante che punta a valorizzare le risorse del territorio, a ottimizzarle per fare di più con quello che abbiamo a disposizione. Ad esempio sulla medicina di famiglia, a fronte di una riduzione di medici che sta investendo tutto il territorio nazionale, stiamo puntando ad innalzare il numero degli assistiti, facendo lavorare i medici insieme e dotandoli di personale che possa alleggerirli nelle pratiche burocratiche", ha aggiunto a sua volta il direttore f.f. Ferro illustrando la riforma. Una riforma che punta ad avvicinare i servizi territoriali e ospedalieri al cittadino, a garantire equità di accesso e di cure, ad assicurare una presa in carico integrata del paziente, in collegamento con una rete ospedaliera diffusa. E il cui cardine è rappresentato dai tre Distretti sanitari Nord, Sud ed Est, ai quali è affidato il ruolo di coordinamento e di integrazione.
Apprezzato dai referenti della Consulta l'impianto della riforma, che hanno evidenziato proprio la necessità di integrare ospedale e territorio, sanità e sociale per superare la frammentazione, nonché l'esigenza di una medicina che sia sempre più personalizzata e di prossimità. Importante anche potenziare l'assistenza domiciliare, la continuità assistenziale e i percorsi di cura personalizzati, in particolare per le persone fragili e a rischio fragilità. Fra i punti messi in luce anche la necessità di investire sulla salute di ragazzi e bambini e sulle risorse umane, nonché definire il ruolo e le funzioni delle Case e degli Ospedali di comunità. Suggerimenti già in buona parte ricompresi nel piano, come evidenziato dall'assessore Segnana e dal direttore generale Ferro, che hanno assicurato condivisione e collaborazione ai referenti della Consulta.