Domenica, 19 Luglio 2015 - 02:00 Comunicato 1836

Erano le 12.22'55" del 19 luglio 1985 quando la colata di fango uccise 268 persone
STAVA: IL GIORNO DELLA MEMORIA

Oggi era il giorno della memoria, per la comunità di Tesero e della val di Stava che in una doppia cerimonia religiosa e civile ha voluto rendere omaggio alle 268 persone uccise 30 anni fa dalla colata di fango fuoriuscita dai bacini di Prestavèl. Una memoria attiva non solo per ricordare i nomi delle Vittime - ieri sera nella toccante Via Crucis -, ma per far sì che simili eventi non si ripetano. Nel messaggio che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha fatto arrivare alla comunità la sintesi di questa giornata di lutto cittadino: "Quello di Stava non fu un fatto locale, sia pure di grandi dimensioni, ma fu una tragedia nazionale: e non solo perché le vittime provenivano da ogni parte d'Italia, ma perché la frana di Stava è diventata il simbolo di una errata concezione del profitto, dello sfruttamento della natura e di una colpevole e sorprendente catena di errori umani dalle irreparabili conseguenze". Alla cerimonia di oggi erano tante le autorità presenti: per la Provincia autonoma di Trento vi erano gli assessori alle infrastrutture e ambiente Mauro Gilmozzi, alla protezione civile Tiziano Mellarini, alla salute e solidarietà sociale Donata Borgonovo Re, per la Regione l'assessore Giuseppe Detomas, vi erano poi il sindaco di Tesero Elena Ceschini, il presidente della Fondazione Stava Graziano Lucchi, esponenti politici, consiglieri delle due province di Trento e di Bolzano fra cui i presidenti del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti e regionale Chiara Avanzo, il prefetto Francesco Squarcina, sindaci e amministratori dei Comuni colpiti, rappresentanti della comunità di Longarone e di Zgorigrad in Bulgaria, delle forze dell'ordine, della Croce rossa, degli Alpini, delle associazioni di volontariato.-

Nel corso della settimana dell'anniversario la Fondazione Stava 1985 Onlus assieme all'Associazione 19 luglio val di Stava, alla Regione autonoma Trentino Alto Adige, alla Provincia autonoma di Trento e al Comune di Tesero, ha promosso un ricco calendario di eventi per non dimenticare e trasformare il ricordo di questa tragedia in "memoria attiva". Fra gli eventi più importanti, sicuramente i tre giorni di alta formazione scientifica, organizzati insieme all'Associazione Geotecnica italiana e all'Ordine degli Ingegneri della provincia di Trento, che si sono chiusi ieri, e che hanno visto la presenza di oltre 20 docenti del mondo accademico per discutere di "sicurezza dei riempimenti di terra: bacini di decantazione, colmate e discariche".
Ieri sera anche la toccante Via Crucis, durante la quale sono stati pronunciati i nomi delle Vittime, riportati sul monumento nel cimitero di San Leonardo a Tesero e racchiusi nella lapide in cristallo che fu benedetta da Papa Giovanni Paolo II ed è stata posta nella Chiesetta di Stava.
La colata di fango che il 19 luglio 1985 travolse la val di Stava spense infatti la vita di 89 uomini, 120 donne, 31 ragazzi con meno di 18 anni e di 28 bambini con meno di 10 anni. 267 morirono sul colpo, una ragazza, estratta viva dalle macerie, morì una settimana dopo all'ospedale di Trento. Vivevano in 64 diversi Comuni di 11 regioni d'Italia. 70 erano residenti a Tesero, 12 in altri 7 Comuni della Regione Trentino Alto Adige; 115 erano residenti in 32 diversi Comuni della Lombardia, 42 di loro a Milano; 20 risiedevano in 7 diversi Comuni dell'Emilia Romagna; 12 in 7 Comuni del Veneto; 9 a Roma; 9 a Bari; 7 in due Comuni delle Marche; 5 in due Comuni della Toscana; 4 in Sardegna; 4 in due Comuni del Piemonte; 1 a Genova.
Oggi, nel trentesimo anniversario della catastrofe, si è tenuta una solenne cerimonia; i riti religiosi si sono articolati, come da tradizione, nella messa di suffragio presieduta dall'arcivescovo di Trento, monsignor Luigi Bressan: "Dalla memoria della tragedia deve nascere un atteggiamento più attento verso il Creato; 30 anni fa a Stava si sfidarono le leggi della statica e della natura", mentre invece bisogna "porsi dei limiti in favore del bene altrui e per le prossime generazioni"; quindi la processione lungo le vie di Tesero, con il coro parrocchiale e la banda sociale Erminio Deflorian, e la preghiera sul cimitero delle Vittime con benedizione delle tombe.
A seguire la cerimonia civile presso l'edificio polifunzionale di Stava, in piazza 19 luglio.
Per l'assessore provinciale Mauro Gilmozzi questa tragedia ha segnato un duplice cambio di passo per il Trentino: "Il primo è il rapporto fra la costituzione della Fondazione Stava e la memoria che è mantenuta viva e attiva grazie all'impegno e al lavoro della Fondazione. Il secondo è il cambiamento che si è innescato anche in Trentino, dopo Stava: pensiamo al secondo piano urbanistico, alle carte geologiche, ma anche alla legge che oggi è in discussione in Consiglio provinciale, con queste norme si sono voluti mettere al centro della strategia di sviluppo l'ambiente, il territorio e il paesaggio".
"Il geranio messo a dimora nel fango di Stava grazie alle nostre cure è sbocciato – ha esordito il presidente della Fondazione Stava Graziano Lucchi, nel ricordare il simbolo scelto per questo trentesimo – esso sta a significare la memoria attiva, che richiede impegno, attenzione, cura".
"La tragedia della Val di Stava – sono state le parole del sindaco di Tesero, Elena Ceschini – è tristemente famosa per essere stata uno dei più gravi disastri ambientali che ha colpito il Trentino e l'Italia. Oggi il nostro compito è tenere viva la memoria di ciò che è accaduto, in senso attivo".
Tanti i messaggio di cordoglio che hanno raggiunto la comunità, fra questi dense di significato le parole inviate dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che non solo ha ricordato come Stava sia diventata il "simbolo di una errata concezione del profitto, dello sfruttamento della natura", ma ha anche evidenziato: "Quella di Stava fu una strage che poteva essere evitata, si doveva evitare. La giustizia ha fatto il suo corso. Oggi non ci sono dubbi sulle responsabilità, ma nulla potrà mai restituire alla vita e agli affetti le 268 persone inghiottite dall'acqua e dal fango, tra i quali molti bambini e ragazzi. L'Italia ha il dovere di ricordare quel sacrificio e di agire con decisione e competenza perché simili tragedie non abbiano più a ripetersi. Abbiamo l'obbligo di rendere merito a chi, in quei giorni tristi, si è prodigato per i soccorsi e alla popolazione di Stava e di Tesero che ha reagito con dignità e spirito di solidarietà di fronte all'accaduto. E infine è giusto onorare l'impegno di chi si è battuto per far emergere la verità".
Non sono mancati i messaggi dei presidenti delle Regioni Toscana Enrico Rossi e Puglia Michele Emiliano, nonché dei sindaci di Bari Antonio Decaro, di Genova Marco Doria,
In chiusura di giornata, alle 16, il concerto dedicato al ricordo di un luogo caro, "Souvenir d'un lieu cher". Ai Prati di Pozzole, nell'area dove sorgevano i bacini di decantazione crollati il 19 luglio 1985, si sono esibiti il violinista Ilya Grubert e un'icona del jazz come Gianluigi Trovesi, nonché l'ensemble i Virtuosi Italiani diretti da Alberto Martini, una delle orchestre più versatili e vitali del panorama musicale italiano, su musiche di Vivaldi, Trovesi, Tchaikovsky, Piazzola, Geminiani, Wienawsky, Nyman, scelte per ricordare e commemorare i tragici avvenimenti di Stava a trent'anni di distanza.
Domani, lunedì 20 luglio, l'ultima iniziativa di questo trentesimo: alle 20.30 all'auditorium di Tesero, presentazione in anteprima della graphic novel "L'estate in cui Stava ci venne a cercare". La graphic novel, con i testi di Silvia Pallaver e i disegni di Elia Tomaselli - Round Robin Editrice – è un lavoro diverso e accattivante, tramite il quale i due autori trasmettono in modo originale i loro anni trascorsi a Tesero dopo il 19 luglio 1985.
Riprese, immagini e interviste a cura dell'Ufficio Stampa -



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