Domenica, 02 Giugno 2013 - 02:00 Comunicato 1630

STABILITA' FINANZIARIA, MONETARIA E FISCALE: RELAZIONI PERICOLOSE

Fra gli elementi più significativi che stanno caratterizzando la crisi dell'euro in atto c'è anche quello legato alla stretta correlazione fra la stabilità finanziaria, quella dei prezzi e quella fiscale. Un legame che sta emergendo in maniera sempre più evidente e che è stato al centro del focus "Cessioni di sovranità oltre la politica monetaria" proposto dal Festival nella cornice di Palazzo Geremia. A Dino Pesole firma de "Il Sole 24 Ore" il compito di introdurre l'analisi di Markus K. Brunnermeier, professore alla Princeton University e membro del consiglio consultivo della Bundesbank e di quello del Fondo Monetario Internazionale. Un'analisi basata proprio sulla dimostrazione di come per andare oltre la crisi sia sempre più necessario un cambio di marcia dato proprio dalla consapevolezza di come si debbano coordinare in maniera più decisa le azioni delle banche centrali con quella delle banche nazionali e delle autorità fiscali.
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Proprio Dino Pesole ha messo in evidenza come la stabilità finanziaria sia un elemento fondamentale per affrontare la crisi dell'euro e fino ad oggi, più che sterili vertici internazionali per salvare la moneta unica, sia stato cruciale l'annuncio di Mario Draghi, presidente della Bce, di voler usare "armi non convenzionali" come quella legata all'acquisto di titoli di stato tramite il fondo salvastati. Markus K. Brunnermeier ha illustrato con estrema chiarezza le ricadute sulla crisi dell'euro date dalla relazione strettissima fra tre stabilità: quella finanziaria, quella dei prezzi e quella fiscale legata al debito. L'analisi dell'economista ha preso le mosse proprio dalla finanza e dal sistema bancario: "Basta spesso anche un piccolo shock di una banca - ha sottolineato l'economista tedesco - per scatenare un effetto a catena con una sorta di spirale negativa. Gli effetti portano ad una crisi finanziaria che ha ricadute sull'erogazione di denaro e questo blocca poco alla volta gli ingranaggi del sistema economico". Da qui possono scatenerai due forze opposte tra loro che spingono su due estremi diversi come la deflazione e l'inflazione: entrambi elementi economici capaci di spaventare politici ed economisti. In questo quadro si pone anche il problema della sostenibilità del debito: "E in questo caso, l'interrogativo – ha evidenziato Brunnermeier - è quale soggetto di uno Stato fra le banche , il governo della nazione in causa e la sua Banca Centrale si farà carico dei costi in caso di grave crisi, anche perché la stretta creditizia porta come conseguenza un calo del Pil". Una situazione che stanno vivendo molte nazione d'Europa, fra cui anche l'Italia, senza dimenticare che il calo del Pil porta anche ad una riduzione del gettito fiscale. E se il quadro è complesso per un singolo Stato nell'affrontare le conseguenze di questa spirale è evidente che tutto si amplifica quando abbiamo una sola Banca Centrale chiamata a coordinarsi con molte nazioni come accade oggi nel Vecchio Continente. Una possibile ancora di salvezza, secondo Markus K. Brunnermeier, potrebbe venire dall'emissione degli "ESBies" ,sigla degli "European Safe Bonds", che contribuirebbe a stabilizzare la situazione del debito, tranquillizzerebbe i mercati, sempre alla ricerca di porti sicuri, e aiuterebbe i Paesi periferici a superare questo difficile frangente economico.

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