Venerdì, 14 Agosto 2015 Comunicato 2026

Mercoledì 19 agosto alle 18 riapre il museo completamente rinnovato, una porta sulle Dolomiti patrimonio mondiale Unesco
SI RINNOVA IL MUSEO GEOLOGICO DELLE DOLOMITI DI PREDAZZO

"Questa è la chiave delle Alpi…sede dei fenomeni geologici più svariati e meravigliosi". Scriveva così Leopold von Buch, uno degli studiosi che sin dall'inizio dell'Ottocento si dedicarono all'esplorazione e alla ricerca nelle Valli di Fiemme e Fassa. Nato nel 1899 per iniziativa della Società magistrale di Fiemme e Fassa, il Museo Geologico delle Dolomiti di Predazzo è il risultato del fermento culturale e della forte attenzione riservata a questi territori dal mondo della ricerca geologica internazionale fin dai primi anni dell'Ottocento, quando proprio qui prendeva forma una nuova teoria sull'origine delle montagne. Forte di un numero di presenze in costante aumento - con un passaggio dai 6.198 visitatori del 2012, ai 9.046 del 2013, alle 11.904 presenze del 2014 - prima della chiusura per i lavori di riallestimento - e con in serbo numerosi progetti per il futuro, lo spazio è una realtà vivace e attenta alle specificità del territorio, punto di riferimento per la programmazione culturale delle valli di Fiemme e Fassa. Mercoledì 19 agosto, alle ore 18.00, riapre in una veste completamente rinnovata; un traguardo importante che rende ancor più evidente il ruolo del museo come punto di snodo di una riflessione sul tema Dolomiti - Patrimonio Mondiale dell'Unesco.-

Il nuovo allestimento, grazie ad un approccio museologico contemporaneo, valorizza il patrimonio geologico e naturalistico locale e si qualifica come spazio di una rete territoriale votata alla comprensione e fruizione del bene naturale, in un ambiente privilegiato, ricco di spunti senza pari. "Quando parliamo di nuovo allestimento - suggerisce Michele Lanzinger, direttore del MUSE, di cui il Museo di Predazzo è sede territoriale dal 2012 - parliamo della forza delle persone che lo abitano. L'hardware, ovvero l'insieme di reperti e apparati espositivi, è solo una parte di un processo di museologia contemporanea che vede al centro dell'azione del museo il rapporto con i suoi visitatori. Oltre ai reperti, preziosissimi, assumono un valore sempre più significativo l'approccio narrativo e le attività di interpretazione svolte a favore del pubblico. Nel caso di Predazzo si tratta inoltre di mettere in valore la dimensione storica delle sue collezioni e l'origine ottocentesca del museo, che a pieno titolo si può collocare tra i più antichi della Regione, con lo sguardo rivolto al futuro del territorio dolomitico e quindi alle relazioni fortissime con l'insieme delle realtà che operano per dare sempre maggiore significato all'appartenenza al Patrimonio mondiale UNESCO".
 
Il nuovo percorso espositivo
Il nuovo allestimento, realizzato da StudioXArchitettura di Luca Valentini assieme all'architetto Rudy Barnaba, curato dal team dei geologi del MUSE - Marco Avanzini, Massimo Bernardi e Riccardo Tommasoni - si sviluppa su due livelli, su una superficie complessiva di 600 metri quadri.
Al piano zero il percorso si focalizza sulle Dolomiti, sul loro contributo centrale nella nascita del pensiero scientifico, sulle motivazioni e i criteri sui quali si basa il loro valore universale. Tutti gli elementi, dal legno di larice utilizzato per i complementi di arredo, ai supporti multimediali, danno vita alla ricostruzione evocativa di un punto di incontro speciale in cui, nel corso del XIX secolo, naturalisti e scienziati soggiornarono e dibatterono animatamente: l'albergo Nave d'Oro di Predazzo. Proprio all'interno delle sue sale si sviluppò la riflessione attorno alle teorie sulla formazione delle rocce secondo cui la Terra è in continuo mutamento: magmi vulcanici fuoriescono continuamente dalle sue profondità e penetrano negli strati rocciosi preesistenti. Un punto di vista dunque molto più dinamico e innovativo, basato sul cambiamento. La teoria risuonò nell'ambiente scientifico dell'Ottocento di tutta Europa, trasformando Predazzo e l'intera area dolomitica in una meta privilegiata della ricerca geologica mondiale. Nel nuovo allestimento, i registri degli avventori e i quadri dei protagonisti della ricerca ottocentesca diventano parte di un'esposizione che si completa con un apparato multimediale interattivo che permette al visitatore di immergersi nel clima culturale e nell'atmosfera cosmopolita dell'albergo storico, sfogliando i libri degli ospiti dell'albergo e incrociando i loro nomi con le loro storie e le vicende della ricerca geologica nelle Dolomiti.
La presa di coscienza del significato di queste montagne nasce dentro la Nave d'Oro ed esce fisicamente dal settore espositivo espandendosi su tutto il piano terra, dedicato alle Dolomiti Patrimonio Naturale dell'Umanità UNESCO. Il percorso presenta le caratteristiche geologiche, ambientali e paesaggistiche dei gruppi montuosi attorno a Predazzo: un viaggio tra le Dolomiti di Fiemme e Fassa, nelle loro peculiarità e nei loro rapporti con i massicci montuosi circostanti: il Lagorai, il Catinaccio, il Sella, la Marmolada, i Monzoni. E'questo un viaggio dentro e fuori le montagne che non si limita alla trattazione di temi prettamente geologici, ma che mette in evidenza anche i modi in cui la montagna è stata ed è in relazione con le popolazioni locali: uno di questi settori apre un focus sulle lingue parlate nell'area dolomitica, attraverso le testimonianze rilasciate dalle persone che vi abitano.
Predazzo si qualifica dunque come porta delle Dolomiti. I singoli massicci montuosi sono rappresentati mediante allestimenti che possono essere percorsi dall'esterno, e ne riproducono le forme, i colori e le storie umane, oppure esplorati dall'interno scoprendone l'evoluzione geologica e le radici profonde del paesaggio odierno. L'opera della natura è protagonista dei settori interni dell'allestimento, nelle singole isole, dove i tesori custoditi nel cuore delle montagne si offrono al visitatore. L'opera dell'uomo è protagonista dei settori esterni; dalle prime esplorazioni del territorio alla sua conformazione odierna attraverso la sua trasformazione nei secoli.
Il tutto in un percorso organico che connette ogni singolo elemento con continuità spaziale e temporale.
Grazie al nuovo progetto espositivo è stato possibile dare una collocazione adeguata ai campioni unici e di eccezionale valore della collezione geologica del museo, attualmente costituita da un patrimonio di oltre 12.000 esemplari, tra cui la più ricca collezione di fossili invertebrati delle scogliere medio-triassiche conservata in Italia.
Il programma dell'inaugurazione: 19 agosto, una festa per Predazzo
La festa di inaugurazione del Museo vuole essere un momento di condivisione e di incontro con la comunità e i tanti turisti che animano Predazzo durante l'estate.
Alle ore 16.00 il Museo organizza dunque GeoLabs, un pianeta che stupisce, attività guidate per scoprire le nuove sezioni espositive. Alle ore 17.00 gli eventi si diffondono anche nella piazza sulla quale si affaccia il museo, in una simbolica apertura verso la cittadinanza con la performance di danza urbana NOWHERE della compagnia Fragile Artist, spettacolo di Noemi Bresciani e Maddalena Oriani creato attorno al concetto di "paesaggi umani". In scena, la fragilità della condizione dell'uomo in contrasto con la dimensione perenne delle rocce e l'immensità del tempo geologico: quattro donne, quattro ritratti, quattro luoghi, quattro mondi diversi che costituiscono un unico grande corpo.
Alle ore 18.00, presso la sala mostre temporanee, al via la cerimonia ufficiale con i discorsi istituzionali e la visita guidata alla nuova struttura, che avrà come preludio il monologo Gonne in quota: Amelia Edwards ed Emma Della Giacoma di Elena Osler, una lettura che getterà luce sull'incontro fra due donne presso l'albergo Nave d'Oro nei primi dell'Ottocento.
Spazio anche per la musica con il concerto, dalle ore 21.00, di Loris Vescovo, Targa Tenco per la migliore produzione discografica 2014 nella sezione disco in dialetto con l'album Penisolâti. La Targa Tenco è un premio alla musica delle Dolomiti. In questa vasta area convivono infatti più lingue che testimoniano la ricchezza e vivacità culturale delle popolazioni che abitano questo angolo dell'arco alpino. Ospite sul palco anche Stefano Dellantonio, musicista fassano che in più occasioni ha collaborato con Vescovo.
Fuori e dentro il museo
La biblioteca - Presso il museo è istituita una biblioteca scientifica specialistica che racchiude più di 8.000 documenti, preziose monografie geologiche, mineralogiche e paleontologiche, volumi e fascicoli di riviste funzionali allo studio delle collezioni e del territorio. Una sezione particolarmente curata è dedicata alla bibliografia storica e d'antiquariato. E' stata inoltre affidata in gestione al MUSE, in locazione al Museo di Predazzo, la biblioteca della Società Paleontologica Italiana: uno scrigno di 150 periodici di settore provenienti da tutto il mondo e di circa 200 monografie.
Il Sentiero geologico del Dos Capèl - Il museo si espande sul territorio con il "Sentiero geologico del Dos Capèl" che, ideato negli anni settanta del secolo scorso, rappresenta il primo sentiero dedicato alla storia della Terra realizzato in Italia. Fruibile dalla tarda primavera all'autunno, è facilmente raggiungibile sia da Predazzo, con gli impianti della Società Latemar 2200, sia dall'Alpe di Pampeago. Un percorso di osservazione per conoscere le tappe e le curiosità di più di 40 milioni di storia geologica, da circa 270 a 230 milioni di anni fa, dalle catastrofiche nubi ardenti che formarono i "porfidi quarziferi" permiani, fino al mare tropicale brulicante di vita e al vulcanismo triassico.
Laboratori di ricerca e didattica - Durante il periodo estivo sono attivi i GeoLabs, piccoli giochi per scoprire le sezioni del museo approfondendo la biologia e la storia del paesaggio dolomitico a cura dello staff MUSE con interessanti proposte didattiche che si rinnovano di anno in anno.
Il Museo Geologico di Predazzo: un successo frutto di una rete di relazioni
Il risultato raggiunto con l'apertura del nuovo allestimento del museo è frutto della collaborazione fra il Comune di Predazzo e il MUSE Museo delle Scienze di Trento, di cui il museo geologico è sede territoriale dal 2012. Da quella data il museo ha sviluppato una ricchissima rete di relazioni con associazioni e istituzioni locali.
Le Dolomiti Unesco – Patrimonio dell'Umanità
I nove sistemi dolomitici iscritti dal 26 giugno 2009 nella Lista dei Beni Naturali UNESCO sono: Pelmo, Croda da Lago, Marmolada, Pale di San Martino, San Lucano, Dolomiti Bellunesi, Vette Feltrine, Dolomiti Friulane e d'Oltre Piave, Dolomiti Settentrionali, Puez Odle, Sciliar-Catinaccio, Latemar, Bletterbach, Dolomiti di Brenta.
L'eccezionale importanza per la storia geologica della Terra e la straordinaria bellezza paesaggistica sono i due criteri che hanno determinato l'iscrizione delle Dolomiti tra i Patrimoni dell'umanità.
Le Dolomiti UNESCO sono un Bene seriale, complesso sia dal punto di vista geografico che amministrativo: esteso su 142mila ettari in 5 Province e 3 Regioni. La Fondazione Dolomiti, Dolomiten, Dolomites, Dolomitis, nata nel maggio del 2010, è il riferimento unico per l'UNESCO, ha il compito di garantire una gestione efficace del Bene seriale, favorirne lo sviluppo sostenibile e promuovere la collaborazione tra gli Enti territoriali che amministrano il proprio territorio secondo diversi ordinamenti.
(cv)
Info: www.muse.it -

(ac)


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