Venerdì, 12 Aprile 2013 - 02:00 Comunicato 983

Affollato incontro pubblico in Sala Falconetto promosso da step, Scuola per il governo del territorio nell'ambito del Master dedicato ai Beni Naturali Unesco
SETTIS, "PER IL BENE COMUNE C'E' BISOGNO DI 'LUNGIMIRANZA BIFRONTE' "

L'assessore Mauro Gilmozzi lo ha detto in apertura dell'incontro "Ciascuno di noi può essere importante per creare il paesaggio che ci rappresenta e che viviamo. Il paesaggio è il rapporto tra uomo e ambiente, tra una comunità e il suo territorio. E' il frutto delle relazioni tra la cultura della gente e il territorio stesso. Le scelte del passato caratterizzano il paesaggio di oggi. Quelle che faremo caratterizzeranno quello del futuro. Per costruire futuro, il paesaggio del futuro, abbiamo bisogno di 2 luoghi, quello della partecipazione e della condivisione". Salvatore Settis riprendendo questo concetto di democrazia ha messo subito in chiaro che il bene comune è strettamente connesso al diritto romano: ovunque ci sia un conflitto fra interesse del singolo e quello della collettività, prevale l'interesse comune. E ciò "corrispondeva ad un'etica che non conosceva frontiere. Si generava allora un'etica condivisa, un sistema diffuso che veniva tramandato da una generazione all'altra. Ora siamo al tramonto dell'idea del bene comune. Che cosa vuol dire bene comune? Investire sul futuro, sapere che i giovani sono più importanti dei vecchi e quelli che devono ancora nascere più importanti dei giovani che già ci sono". Per lo studioso, archeologo già direttore della Normale di Pisa, dobbiamo ricordarci che "la nostra Costituzione è un alto manifesto dei diritti che ci dovrebbe spingere ad agire in nome di un'etica pubblica. Vediamo spalancarsi un baratro davanti a cui siamo ciechi: fra i principi della Carta costituzionale e le pratiche di governo. Per questo dobbiamo attivare quella che nel mio ultimo libro chiamo 'azione popolare', in difesa dei diritti che erodono ogni giorno un pezzo della sovranità dei cittadini".-

L'esecutivo provinciale quando, su proposta dell'assessore Mauro Gilmozzi, ha voluto istituire la scuola per il governo del territorio e del paesaggio, aveva l'obiettivo di fare formazione mirata per evitare che nella pianificazione del territorio trentino non si tenesse nel debito conto il valore del paesaggio, la sua tutela e la promozione di uno sviluppo che consideri paesaggio territorio e ambiente elementi interconnessi e fondamentali non solo per la nostra vita ma per quella delle future generazioni. L'intervento d'apertura dell'assessore all'urbanistica, enti locali, personale e lavori pubblici Mauro Gilmozzi ha messo in evidenza le riforme fatte per programmare e costruire il paesaggio, per decidere quali scelte fare e come attivare la capacità di scelta. "Abbiamo costruito le Comunità di Valle perché gli amministratori possano decidere insieme cosa fare sul loro territorio con una prospettiva lunga. Perchè le dinamiche del nostro territorio sono diverse da quelle di una metropoli. Per fare delle buone scelte noi dobbiamo aiutare i processi di decisioni attraverso azioni di conoscenza, di formazione, perchè la programmazione e la pianificazione dello sviluppo del territorio non siano espressione solo di pochi ma siano condivise. Per questo abbiamo istituito una scuola di formazione, un osservatorio del paesaggio per una visione nuova e diversa, per un Trentino che guarda un po' più in là. Di questo devo dare atto e ringraziare tutti coloro che stanno lavorando sodo su questi temi a partire dal professor Morelli, presidente del Comitato scientifico di step. Il tema di questa sera è legato anche alle Dolomiti. Attorno a questi Beni vivono persone che vogliono e chiedono di continuare a vivere lì in maniera sostenibile. Per questo abbiamo ritenuto di andare oltre la normale formazione e abbiamo decisivo insieme all'Università di Torino di organizzare il Master dedicato ai Beni Naturali".
Il professor Settis ha messo in luce come "l'Italia ha con il proprio paesaggio un rapporto molto difficile. Per secoli siamo stati il ‘giardino d'Europa', eppure ci si è accaniti sul paesaggio facendone scempio. Nel nostro Paese c'è il consumo di suolo piu alto d'Europa. L'8% del nostro territorio è interamente coperto di infrastrutture, strade e spazi non usati (per capirci l'8% corrisponde alla superficie del Veneto). La dimensione del disastro non si coglie se non consideriamo che tutto ciò avviene in pianura padana, su uno dei suoli più fertili del mondo. Il suolo non respira più e perde le funzioni ecologiche e questa perdita è irreversibile. Il territorio ne risulta ‘fragilizzato' ed esposto a gravi rischio di frane e smottamenti, per non parlare del territorio italiano a rischio sismico, il 44%. Da anni in Italia gira una menzogna che è quella che l'unico motore dello sviluppo è l'edilizia. Siamo portatori di una cultura arcaica. Le mafie sono portatrici di questa cultura. Ci tappiamo gli occhi per non vedere che questa crisi che ci attanaglia è dovuta in parte alla mancanza di fantasia nel programmare il nostro sviluppo. Utilizziamo il territorio come fosse una cava. Come mai ciò accade in un Paese che ha nella carta costituzionale l'art. 9? Purtroppo al boom economico post-bellico non è corrisposta una crescita culturale pari. Oggi, per recuperare una dimensione che rivaluti l'importanza del bene comune e il suo interesse che prevale su quello del singolo, c'è bisogno di una lungimiranza bifronte. La Costituzione è in vigore e l'art. 9 sulla tutela dei beni culturali e del paesaggio sono legati ad altri principi contenuti nella carta costituzionale. In poche Costituzioni al mondo è delineato così fortemente il rapporto fra cittadinanza e tutela del paesaggio. L'art. 9 e art. 32 (diritto alla salute), dicono in sostanza che la tutela del paesaggio è in diretto collegamento con la salute, quindi con il nostro ambiente: la nostra Costituzione è una delle più avanzate al mondo in tema di ambiente. Si dice spesso, una giaculatoria normale in Italia, che quando c'è la crisi si taglia in ambito culturale, l'unico Paese dove si fa così. In Francia invece, - anche per i governi di centro destra - la cultura è un santuario inviolabile. Non possiamo bendarci gli occhi e non sapere che l'Italia è il terzo paese al mondo per evasione fiscale dopo Turchia e Messico. Nel 2012 non abbiamo pagato le tasse per 155 miliardi di euro. L'altro ostacolo che è sulla nostra strada è il diritto. Ho ricordato l'art. 9 e la sapiente cultura di valore in cui è inserito ma, a questo, corrispondono pessime pratiche di governo. La materia di tutela del paesaggio fu assegnata allo Stato e quella urbanistica alle Regioni (un compromesso). I costituenti credettero che gli argini a questo compromesso fossero contenuti nella Costituzione stessa ma, come abbiamo visto non fu così" Lo studioso ha poi analizzato come porre rimedio allo stato delle cose ed ha esortato, così come già fatto nel suo ultimo libro "Azione popolare. Cittadini per il bene comune", a praticare una cittadinanza attiva, leggere la Costituzione che è "un alto manifesto dei diritti e dovrebbe spingerci ad agire in nome di un'etica pubblica". (fs) -