Domenica, 01 Giugno 2014 - 02:00 Comunicato 1344

SERGEI GURIEV: "PUTIN? OGGI UN DITTATORE, MA ANDRÀ IN CRISI"

"Mazzette, repressione e propaganda. Sono questi i tre fili che Vladimir Putin regge, dopo aver prevaricato, a partire dal 2003, le ambizioni della potente oligarchia russa. Un sistema di potere che si configura come una dittatura, che però ad un certo punto non avrà più soldi a sufficienza per alimentarsi ed andrà in crisi. E il popolo russo, uno dei Paesi con i più alti livelli di reddito e di istruzione, grazie anche alle potenzialità di internet, capirà dov'è il limite tra realtà e propaganda. Perché si possono prendere in giro poche persone per un periodo lungo, tutti per un breve periodo, ma non tutti per sempre". Un'analisi dettagliata ed appassionata, supportata da dati, studi internazionali e grafici, come si conviene ad un docente universitario di assoluto livello, quella offerta al Festival dell'Economia da Sergei M. Guriev, docente alla Sciences Po di Parigi da quando, il 30 aprile 2013, ha dovuto lasciare la Russia.-

"Russia: oligarchia o dittatura?" il titolo dell'incontro introdotto da Paolo Valentino, giornalista del Corriere della Sera, che ha ricordato gli "errori" politici che costarono al professor Guriev il titolo di personaggio sgradito al regime del suo paese, come quello di aver espresso il proprio sostegno ad Aleksej Navalnyj, il blogger più famoso di Russia con lo slogan "partito dei ladri e dei malfattori".
"Sono ottimista – ha detto Guriev davanti ad una Sala Depero colma di gente venuta per ascoltarlo – perché vedo all'orizzonte una transizione democratica senza precedenti. Non so quando ma so che prima o poi dovrà succedere, e credo sarà una transizione pacifica".
La Russia, paese per molti aspetti unico nel panorama mondiale. Come hanno dimostrato i numeri presentati da Guriev a sostegno delle proprie tesi.
Classificato tra i paesi a più alto reddito, con un reddito procapite che a Mosca è del tutto simile al reddito medio italiano, con una grande ricchezza culturale ed un livello di istruzione tra i più alti al mondo, la Federazione Russa è un importante attore nell'economia mondiale, in particolare nel settore energetico ma non solo. È il paese più ricco tra quelli non democratici, eppure presenta un livello di corruzione che arriva a toccare valori propri dei paesi più poveri al mondo. Ed è mal governato, con la maggiore diseguaglianza di ricchezza al mondo, se si escludono alcuni paesi caraibici. La ricchezza del paese è concentrata nelle mani di pochi miliardari. Russia come oligarchia, dunque. Fino al 2003, prima dell'affare Yucos, probabilmente sì, secondo la tesi Sergei Guriev. Uno studio di quegli anni, condotto sulle 1.700 aziende più grandi in Russia, face emergere come i 600 proprietari di 22 gruppi industriali controllavano il 40% dell'industria dell'intero paese. Ma con l'arresto di Mikhail Khodorkovsky, oligarca di origine ebraica ed ex proprietario del colosso petrolifero, il presidente Putin manda un segnalo molto preciso: il pieno controllo del potere è nelle sue mani. E la Russia da oligarchia diventa dittatura.
Qualche stoccata Sergei Guriev la riserva anche ad una certa classe dirigente italiana. "Mi fa piacere parlare qui, oggi, di queste cose – ha detto – perché molto di quanto accaduto in Russia negli ultimi dieci anni trova un riflesso nel rapporto personale tra Putin e Berlusconi. Vladimir Putin ha imparato da Silvio Berlusconi come conquistare il consenso grazie ai media, ed in particolare al controllo della televisione".
"Ma ha sottovalutato internet", gli ha fatto eco Paolo Valentino. E chissà che… -