Domenica, 03 Giugno 2012 - 02:00 Comunicato 1613

Per Silvia Vegetti Finzi sono il principale ammortizzatore sociale
SE IN ITALIA NON CI FOSSERO I NONNI…

Ha parlato di nonni, ha parlato di separazioni, ha parlato di come la crisi economica stia mettendo in seria difficoltà i giovani e le giovani coppie in Italia Silvia Vegetti Finzi, in un affollatissimo ed applauditissimo incontro per le "Intersezioni" del Festival dell'Economia. "Dopo secoli in cui la famiglia aveva una struttura verticale, e cioè quella dinastica, a seguito del '68 si era passati ad una famiglia che possiamo chiamare orizzontale e cioè basata sull'affetto; adesso siamo tornati ad una struttura verticalizzata in cui i nonni sono la cima della piramide e soprattutto sono parte molto attiva nel menagè familiare sia dal punto di vista finanziario, che logistico, che affettivo" ha detto la psicologa.
Ed in effetti le statistiche citate parlano di un preoccupante superamento della soglia del 50 per cento da parte delle famiglie separate rispetto a quelle unite se consideriamo anche i separati in casa e i conviventi che smettono di essere tali.-

"Questo crea a cascata tutta una serie di problemi – ha sottolineato la Vegetti Finzi – perché a fronte di una generazione di giovani che dice di mettere al primo posto come valori la famiglia, c'è questa generazione di figli di separati che non avranno un'esperienza di vita familiare unita e quindi hanno in testa un ideale che per definizione è irraggiungibile e cozza con la dura realtà. Lo vedo soprattutto negli adolescenti, passano da una relazione all'altra alla ricerca dell'amore perfetto".
Ma la lucida analisi della columnist del "Corriere della Sera" si è soffermata soprattutto sul ruolo dei nonni: "Sono dei veri e propri ammortizzatori sociali e stanno salvando l'Italia dalla rovina economica in cui sono finite per esempio migliaia di famiglie negli Stati Uniti all'inizio di questa crisi economica. Nella mia generazione il ruolo dei nonni era simbolico. I nonni di oggi sono molti diversi: più attivi sia perché sono quelli che hanno fatto il '68 – e qui a Trento lo sapete bene visto che la vostra facoltà di sociologia è stato un vero e proprio laboratorio sociale delle trasformazioni - e quindi hanno un grado di scolarizzazione molto più alto ma anche perché ce n'è proprio di bisogno. I nuovi nonni sono benestanti, in salute e sono tanti: in Italia ci sono 12 milioni di persone over 65, la media più alta di tutta Europa. I nonni – ha proseguito la Vegetti Finzi – danno i loro risparmi ai figli, li aiutano col mutuo, gli comperano la macchina. Il loro ruolo è fondamentale, soprattutto in quelle regioni dove le donne lavorano".
E – in base all'esperienza di psicoterapeuta – il risultato spesso è sorprendente: "Quando si affronta questo argomento mi viene sempre in mente il caso di un mio paziente che, in pensione da metalmeccanico, adesso svolge il suo ‘lavoro' di baby sitter dei suoi tre nipotini con un'amorevolezza veramente incredibile".
Questo sistema – che sembra funzionare bene – ha però delle controindicazioni: "Certo, questa rete solidale in Italia sembra funzionare ma non dimentichiamo le difficoltà delle giovani coppie che spesso sono nettamente dipendenti economicamente dall'aiuto dei nonni. Questo crea dipendenza e anche tanta frustrazione perché la nostra è una società gerontocratica e auto centrata. Per questo mi sento di dire: diamo più fiducia ai giovani, diamo loro più responsabilità".

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