"Vi è un dibattito in corso sul ruolo degli aiuti pubblici alle aziende - ha proseguito l'assessore provinciale Alessandro Olivi -, sul come e sul quando intervenire. Io sostengo che vi è un giudice severo, ovvero il mercato. Il ruolo delle istituzioni è quello di assecondare le migliori energie, incoraggiare chi investe in particolar modo nella ricerca e nello sviluppo, perché chi investe in questi campi crea maggiori ricadute sociali sul territorio. L'impegno della Provincia in questo senso è massimo, credo davvero che non ci siano, in Italia, altre realtà che hanno fatto ciò che è stato fatto in Trentino per sostenere l'occupazione. Ora - ha spiegato Olivi - dobbiamo concentrarci sulle giovani generazioni e aiutarle ad entrare nel mercato del lavoro. In questo senso ritengo che il Trentino non possa stare senza industria, perché si perderebbe in modernità, in apertura internazionale, c'è una vocazione interna del territorio che la Provincia deve salvaguardare. Se vogliamo dare speranza ai giovani dobbiamo ricreare lavoro qualificato, una filiera sana e robusta fra i nostri centri di studio e i luoghi come questo centro di ricerca. Dentro questa alleanza fra il mondo del sapere, le istituzioni e i soggetti produttivi si deve riconfigurare un nuovo paradigma delle politiche industriali. La Provincia, pur in questa fase di crisi, ha investito su una manifattura intelligente e protagonista di un mercato sempre più vasto, garantendo stanziamenti stabili per le spese di ricerca e sviluppo". In questo senso l'assessore Olivi ha evidenziato che le domande di accesso delle imprese ai fondi sulla ricerca applicata e industriali sono rimaste stabili e anzi sono cresciute nell'ultimo anno di alcuni punti percentuali, a dimostrazione di una reattività del sistema.
Infine l'assessore provinciale Alessandro Olivi, ha colto l'occasione dell'inaugurazione del centro ricerca Sandvik per rilanciare il progetto della meccatronica: "Il polo della meccatronica ha bisogno soprattutto della presenza di un distretto reale. In Trentino, e questa azienda ce lo conferma, ci sono davvero molte imprese ed eccellenze che stanno investendo in questa nuova filiera. Nel nascente polo della meccatronica stiamo già realizzando il nuovo incubatore per le imprese, ma la parte decisiva sarà costituita dal polo formativo e universitario. Non potrà mancare infatti una presenza significativa dell'università, per dare qualità, prestigio ma soprattutto concretezza all'idea di un polo tecnologico di livello internazionale"
Tre i centri di ricerca che Sanvik Coromant ha in tutto il mondo. In essi si studia lo sviluppo di nuovi prodotti nelle aree degli utensili integrali per la foratura e la lavorazione di compositi (Sheffield), la filettatura (Halmstad) e la fresatura (Rovereto). I siti sono stati oggetto d'investimenti corposi per costruire, ristrutturare e ammodernare le sale di prova e i laboratori. Tutti i centri hanno stretto forti rapporti di collaborazione con partner esterni, quali università e centri di ricerca. Il centro R&D di Halmstad è attiguo alla sede dell'Università, mentre quello di Sheffield è vicino all'AMRC, Advanced Manufacturing Research Center, dedicato alla lavorazione industriale. A Rovereto, il centro R&D sta avviando rapporti di collaborazione con la vicina Università di Trento e con il Politecnico di Milano.
Il centro di Rovereto si estende su di un'area di circa 800 m2 e ospita gli uffici, due sale riunioni, una sala prove e un laboratorio metrologico.. La sala prove e il laboratorio metrologico sono stati ristrutturati e arricchiti con centri di lavoro e strumenti di misura per rispondere alle esigenze di un mercato globale in continua evoluzione. La squadra di Rovereto è composta da ingegneri e tecnici, nell'ultimo anno è passato da 6 a 10 persone, un terzo sono donne. Le attività del centro sono progettazione delle frese, sperimentazione, sviluppo di nuovi prodotti, ricerca tecnologica su metodologie, nuovi materiali e tecniche di fresatura. È situato all'interno dello stabilimento Sandvik, che produce frese integrali in metallo duro commercializzate in tutto il mondo. La storia dello stabilimento risale al 1925, quando al suo interno si producevano punte, vendute in Italia con il marchio Cofler.(at)
Riprese e intervista all'assessore Olivi a cura dell'Ufficio Stampa -