Venerdì, 12 Luglio 2013 - 02:00 Comunicato 2066

La festa del Patrono oggi a malga Prabon alla presenza del presidente Pacher
SAN GUALBERTO: I FORESTALI FRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE

Il 12 luglio 1951 papa Pio XII dichiarava San Giovanni Gualberto patrono dei Forestali d'Italia. Lo hanno ricordato oggi, come di tradizione, i Forestali del Trentino, i "custodi del Creato", come li ha definiti don Dario Monegatti celebrando la messa con cui si è aperta la festività annuale organizzata come al solito in una località suggestiva, malga Prabon in val de la Mare, laterale della valle di Pejo. Dopo la messa, i discorsi delle autorità, a partire dal presidente della Provincia autonoma Alberto Pacher, la relazione del capo del Corpo forestale provinciale Romano Masé, l'esposizione del tema tecnico da parte di Maurizio Zanin, le premiazioni e la consegna delle onorificenze. Molti gli ospiti e gli "amici" dei Forestali giunti in valle per testimoniare il loro attaccamento ad una delle istituzioni più amate del Trentino, fra cui l'onorevole Lorenzo Dellai, il senatore Franco Panizza, l'assessore provinciale all'agricoltura e foreste Tiziano Mellarini, il sindaco di Pejo Angelo Dapez, il presidente della Comunità val di Sole Alessio Migazzi. Un messaggio chiaro e forte quello lanciato dal mondo forestale, nel quale operano circa 500 dipendenti, di cui quasi la metà appartenenti al Corpo forestale, il resto nei diversi settori dell'amministrazione (a cui si aggiungono inoltre circa 500 operai): il patrimonio ambientale è una delle principali ricchezze del Trentino, e va tutelato e valorizzato, per noi così come per le nuove generazioni. Il tutto conservando i valori e le modalità operative che la tradizione ci consegna in eredità, ma anche utilizzando le nuove conoscenze e le nuove tecnologie, "con quel mix di professionalità e di passione che giustamente contraddistingue il lavoro dei nostri forestali", come sottolineato dal presidente Pacher.-

Ad aprire la cerimonia, nella splendida cornice ambientale di val de la Mare, don Mario Monegatti, missionario in Papuasia-Nuova Guinea, appena rientrato in Trentino, e nella sua valle, per una breve vacanza estiva. Quindi i saluti di Angelo Dalpez, sindaco di Pejo, e di Alessio Migazzi, presidente della Comunità val di Sole: nelle parole di entrambi la riconoscenza per l'operato dei Forestali, "che ben conosciamo, noi che viviamo in montagna. Questi boschi e queste montagne sono la nostra vera eredità. E siete voi a custodirla, estate ed inverno, in ogni condizione".
Maurizio Zanin, dirigente provinciale del Servizio foreste e fauna, ha sviluppato come di consueto un tema tecnico, quello della modernizzazione e dell'innovazione del settore. Un tema per molti versi affascinante: quanti sono a conoscenza ad esempio della collaborazione sviluppata con il Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell'Informazione-Laboratorio di Telerilevamento dell'Università di Trento, per testare le possibilità di applicazione delle nuove tecnologie in ambito forestale, ovvero del progetto Forlidar. Un esempio: le coperture laser acquisite da aereo, un sistema che consiste nell'invio di raggi laser a terra da un aereo e nella misurazione del tempo impiegato per il ritorno una volta che il raggio ha incontrato un ostacolo. Ciò permette di acquisire informazioni molto precise sia sul modello digitale del suolo che su quello della superficie sopra il suolo, alberi ma anche edifici o strade e così via. Proprio la Val di Sole, nel comune di Pellizzano, è stato avviato recentemente un progetto europeo, Newfor, cui partecipa il Servizio Foreste della Provincia assieme a 14 amministrazioni forestali ed istituti di ricerca delle aree alpine di Francia, Germania, Svizzera, Austria, Italia e Slovenia. L' iniziativa si pone l'obiettivo di approfondire le opportunità date dalla tecnologia laser, con riferimento alla conoscenza della distribuzione e caratterizzazione del materiale forestale e dell'accessibilità.
Tradizione e innovazione, dunque. Un binomio che ritorna nella relazione del capo del Corpo Forestale Romano Masé, per il quale "forestali non si nasce, si diventa ma poi lo si rimane per la vita. La nostra è una scelta che privilegia la concretezza di un impegno al servizio della comunità. Già nel corso della passata legislatura il settore forestale, ben prima che la crisi cominciasse a dispiegare i suoi effetti, si era posto il problema della riorganizzazione, a partire dalla consapevolezza che, in particolare nel settore del governo del territorio e dell'ambiente, non fosse più sostenibile un approccio di tipo settoriale, disciplinato da una serie infinita di leggi, regolamenti, provvedimenti attuativi e procedimenti amministrativi. Da qui sono nati prima, la legge provinciale 11 del 2007 e, poi il nuovo Regolamento del Corpo forestale provinciale, emanato nell'estate del 2008. Quest'ultimo, ha disegnato una nuova fisionomia del Corpo, a partire dall'attribuzione di specifiche funzioni, definendo nuovi criteri di appartenenza, precisando meglio i ruoli e le responsabilità nonché individuandolo come struttura di riferimento per la prevenzione, la vigilanza ed il controllo diffuso del territorio e dell'ambiente nel suo complesso. Nel corso della presente legislatura tutti gli sforzi sono andati, quindi, nel senso di dare attuazione alle previsioni del nuovo Regolamento, attraverso interventi organici volti a qualificare le attività di competenza, anche quelle riferite ai nuovi ambiti d'azione e a renderne più efficiente l'assetto organizzativo e funzionale".
Fin qui il bilancio. Ma nel discorso di Masè anche un'apertura sulle prospettive future, che non possono prescindere dalla centralità del Piano urbanistico provinciale, e del valore che esso attribuisce al territorio, al paesaggio, alle comunità. Tre le parole chiave: governo, economia, cultura. "Governo, perché il patrimonio territoriale e ambientale nel suo insieme, nonché i prodotti ed i servizi che da essi è possibile ricavare - legno, energia, benessere, qualità della vita, solo per citarne alcuni - costituiscono valori fondamentali per una terra di montagna come il Trentino. Economia, perché il tutto deve avvenire in maniera equilibrata e sostenibile. Cultura, perché conoscenza, consapevolezza, orgoglio sono gli elementi imprescindibili del nostro approccio e premessa indispensabile per un'assunzione piena di responsabilità ".
La chiusura al presidente Pacher, per il quale la celebrazione di San Giovanni Gualberto "è più di una lieta ricorrenza. È un modo di ritrovarsi, di fare il punto della situazione ma anche di ribadire certi principi attorno ai quali la comunità provinciale si struttura. Voi - ha detto, rivolgendosi ai tanti forestali presenti - presidiate delle regole di convivenza, un modo di rapportarsi fra uomo e ambiente. Cambiano i costumi, cambia il modo di fruire l'ambiente, ma i principi di fondo rimangono intatti. Il nostro è un territorio che ha una storia millenaria, una storia di rapporti fra uomini e ambiente, siamo la terra delle regole, delle carte di convivenza, che sono state varate secoli fa, per gestire le risorse naturali e garantissero i diritti di tutti, compresi quelli dell'ambiente. Un ambiente che è anche sinonimo di identità. Noi ci specchiamo e ci riconosciamo anche a partire da dove siamo. L'ambiente ci definisce dunque in maniera determinante. E non è un caso se proprio adesso sempre più Comuni vengono a proporre alla Provincia progetti di tutela ambientale. Certo, c'è una legge che favorisce tutto questo, ma la legge da sola non basta, bisogna che ci sia una spinta che viene da dentro, dalle comunità, dagli amministratori. Proprio in un momento di crisi così profonda sentiamo con più forza il bisogno di avere dei punti fermi, solidi. Il nostro rapporto con l'ambiente è uno di questi e gli amministratori lo hanno capito. Lo hanno capito anche coloro che portano una divisa". Infine, una nota sulla questione orso e progetto Life Ursus: "Se oggi se stiamo andando verso una veloce ridefinizione della materia a livello ministeriale è perché anche lì vi è un riconoscimento della professionalità raggiunta dal Corpo forestale trentino. L'orso rappresenta la frontiera, rappresenta in pieno la necessità di ridefinire continuamente ed in positivo il rapporto fra uomo e ambiente. Anche al di fuori dei nostri confini, insomma, le nostre capacità di vengono riconosciute, e questo non può che riempirci di orgoglio".

In chiusura la consegna dei riconoscimenti al personale.
Innanzitutto i pensionati recenti, Ivo Stenico, Lucio Sordo , Mauro Buratti, ed inoltre Marco Zanon, Edda Postal, Domenico Felicetti. Poi le onorificenze per meriti speciali, a Lorenzo Pincigher, per un'operazione condotta a Tuenno assieme a Mauro Baggia e Roberto Calvetti e, per un'operazione condotta a Roncegno, a Renzo Deville, Costantino Nicoletti, Manuel Zotta, Walter Froner, Sandro Zambotti, Lucio Cazzanelli, Roberto Ragucci, Gianni Berlanda, Franco Dorigato.
Ricordi della giornata sono stati consegnati alle autorità della comunità ospitante e ai presidenti degli Enti parco.

Foto e immagini a cura dell'ufficio stampa.
All.: audiontervista al presidente della Provincia Alberto Pacher e al Capo del Corpo forestale Romano Masé.
Relazioni di di Romano Masé e di Maurizio Zanin


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