
Nel corso della serata è stato presentato dapprima il quadro teorico, quindi la struttura dell’azienda con gli organigrammi e nel contempo mostrato come si concretizzano i principi della risposta sanitaria territoriale nell’organizzazione. Ferro ha spiegato che si punta ad una interfaccia forte tra ospedale e territorio, cercando di dare alle amministrazioni locali degli elementi di continuità anche con l'assistenza sociale. Vengono poi ripristinati i dipartimenti ospedalieri e creati tre nuovi dipartimenti transmurali: pediatrico, ostetrico-ginecologico e "anziani e longevità". Previsti poi alcuni incarichi di percorso, come ad esempio la diabetologia, collegati al territorio. Altro aspetto legato all’idea di sanità territoriale che si interseca con la riforma della medicina di famiglia è quello delle reti professionali, per una visione della sanità "di prossimità", che intervenga sulle cure a casa per chi ha un primo livello di necessità, riservando le cure ospedaliere ad un secondo livello di gravità. "Il modello distrettuale permette una maggiore vicinanza alla popolazione e dunque è di grande importanza l'alleanza con i rappresentanti dei cittadini, che conoscono il territorio e le esigenze locali. I cittadini potranno sempre andare dove vogliono, ma troveranno le equipe mediche necessarie nel proprio distretto", ha detto ancora Ferro.
Si è poi parlato della scommessa sulle professioni sanitarie, con le sei nuove strutture infermieristiche complesse, le reti cliniche dei medici di famiglia, la necessità di soddisfare le esigenze delle valli con l'attrattività per i professionisti. Come è stato detto, gli amministratori locali possono contribuire a trattenere i medici di base, la cui carenza è ormai nota non solo in Trentino, anche grazie alla messa a disposizione gratuita degli ambulatori e degli alloggi e favorire l'ospitalità attraverso il miglior inserimento possibile del medico nella comunità.
Illustrata anche la riorganizzazione degli uffici amministrativi, che saranno più vicini al territorio senza gravare sulla spesa totale e senza l'incremento delle posizioni direzionali e posto l'accento sulla forte sinergia tra le unità locali e le famiglie, che potrà svilupparsi grazie al raccordo dei distretti.
Da parte dei presenti è arrivato un generale apprezzamento per la condivisione della presentazione e alcune osservazioni e domande, soprattutto riguardo alla dislocazione ottimale delle guardie mediche e alla destinazione della struttura sanitaria di Mezzolombardo, che diventerà una delle "case di comunità" previste dalla riforma. Centro nevralgico del territorio di riferimento, la casa di comunità avrà una serie di funzioni che faranno capo a servizi infermieristici, alla medicina generale e all'assistenza sociale, con ambulatori specialistici e luogo di stazionamento e logistica per le ambulanze.