Martedì, 18 Ottobre 2022 - 17:03 Comunicato 3265

Presentato l’intervento alla presenza del sindaco Ianeselli e del vicepresidente della Provincia Tonina. Prevista l’integrale asportazione del materiale inquinato. Attivo un duplice monitoraggio della qualità dell’aria
Rio Lavisotto, la prossima settimana riprendono i lavori di bonifica

Riprendono la prossima settimana i lavori di bonifica alle rogge demaniali di Trento Nord. L’intervento è stato presentato oggi, nella sala stampa di palazzo Geremia, sede del Comune di Trento, alla presenza del vicepresidente della Provincia e assessore all’ambiente Mario Tonina e del sindaco del capoluogo Franco Ianeselli. “Siamo qui – così Tonina – perché su iniziative come queste è necessario garantire la massima trasparenza e informazione ai cittadini, oltre che per sottolineare l’importanza della collaborazione delle strutture provinciali e comunali nel portare avanti un intervento che consentirà di dare risposte strutturali ad un problema presente da decenni. L’intervento di bonifica del rio Lavisotto può quindi riprendere. I cittadini devono sapere che, nonostante i disagi, i lavori saranno fatti rispettando tutti i requisiti di sicurezza, tutela della salute, anche con continui monitoraggi proprio a tale fine, e garantendo la piena efficacia. In tempi brevi si avrà una soluzione su un tema che riguarda tutti e sul quale la condivisione è fondamentale”.
A fianco di Tonina e Ianeselli Mauro Groff, responsabile del servizio Opere ambientali della Provincia, Gabriele Rampanelli, dirigente del settore Autorizzazioni e controlli dell’Appa e da Francesco Pizzo, responsabile della Vigilanza e controllo acque dell’Azienda sanitaria. A introdurre l’incontro è stato l’assessore alla Transizione ecologica Ezio Facchin, che ha sottolineato l’importanza della bonifica: “Questi lavori vanno a sanare una situazione ferma da decenni – ha esordito l’assessore – Non si tratta di un intervento facile, ma noi riteniamo che le Amministrazioni pubbliche abbiamo il dovere di affrontare anche i problemi più complicati, come quello rappresentato dalle rogge inquinate di Trento Nord. A questo proposito ringrazio la Provincia e tutti i tecnici qui presenti perché questi lavori vanno a beneficio dell’ambiente e dunque di tutta la città”.
Visto che l’inquinamento di Trento Nord è una ferita ancora aperta per la città, il sindaco Franco Ianeselli ha sottolineato la necessità di riferire in modo puntuale ai cittadini sulla natura e l’andamento dei lavori: “Insieme alla Provincia, abbiamo voluto questa conferenza stampa per dare informazioni dettagliate sull’intervento in corso: le preoccupazioni dei cittadini sono legittime, dunque è importante spiegare bene cosa succederà. Certo è che sull’inquinamento di Trento Nord ci sono solo due posizioni possibili: o ci si rassegna e si lascia tutto com’è rinviando il problema ai posteri, oppure si procede con la bonifica, naturalmente con tutte le cautele e i monitoraggi necessari in situazioni complesse come questa. Noi siamo per la seconda opzione”.
A palazzo Geremia, nel Comune di Trento, presentato l’intervento di bonifica del Rio Lavisotto (Francesco Pizzo, Ezio Facchin, Franco Ianeselli, Mario Tonina, Gabriele Rampanelli) [ Archivio Ufficio stampa PAT]

Per quanto riguarda i lavori, ad oggi si è provveduto alle operazioni propedeutiche allo scavo nel tratto sull’area Carbochimica, consistente nell’infissione delle palancole (pareti) di delimitazione laterale degli scavi e nella realizzazione del “tappo di fondo” per la separazione degli strati di materiale più profondi da quelli interessati dalla rimozione, per uno spessore di 1 metro e mezzo sull’intera tratta che si sviluppa per circa mille e duecento metri.

La problematica degli odori. A seguito delle segnalazioni dei residenti in zona, relativi all’odore proveniente dalla zona della ex Carbochimica, l’Appa ha effettuato nelle settimane scorse un sopralluogo, constatando che le lavorazioni in corso erano conformi a quanto previsto nel progetto di bonifica del rio Lavisotto, approvato dal Ministero della Transizione ecologica. Nello specifico, si segnala che al momento della segnalazione erano in corso le iniezioni di miscela cementizia alla profondità di 2,5 metri per consentire la formazione di uno strato impermeabile di fondo, necessario sia per la successiva rimozione del limo contaminato che per evitare la risalita della falda all’interno dello scavo della roggia. Il progetto prevede infatti il completamento dell’intervento di iniezione con l’integrale asportazione del materiale inquinato presente sopra il fondo cementato e la successiva ricostruzione dell’alveo del Lavisotto con terreno vergine.

Durante le fasi di iniezione della miscela cementizia i macchinari inducono una risalita di parte del cemento verso il piano campagna. Da questo cemento, per effetto del contatto con il materiale inquinato, proviene una localizzata percezione olfattiva dovuta agli idrocarburi la cui dispersione viene limitata in cantiere con la stesa nella zona di scavo di teli in carboni attivi. Oltre a questo è attivo da parte di Apop (Agenzia provinciale per le opere pubbliche) un monitoraggio della qualità dell’aria a monte e valle dell’intervento, inoltre è prevista l’analisi sulle acque (superficiali e sotterranee). La stessa miscela cementizia è stata analizzata e caratterizzata, sia per verificarne la natura sia per trovare un idoneo impianto di recupero. Questo materiale va infatti rimosso per evitare problemi al deflusso in caso di emergenza.

Ad oggi questo materiale viene avviato ad un impianto di desorbimento termico in provincia di Verona. Gli automezzi che sono stati notati in uscita dal cantiere trasportavano proprio questo rifiuto ed erano destinati a questo impianto. L’uscita degli automezzi in orario mattutino è stata volutamente pianificata per evitare intralci al traffico, considerata anche la distanza e l’orario di apertura dell’impianto.

Si sottolinea il fatto che l’odore percepito non proviene dalla movimentazione degli strati inquinati, la cui escavazione sarà effettuata in ambiente confinato e dotato di sistemi di aspirazione e trattamento dell’aria per rimuovere gli elementi inquinanti.

Intervista al vicepresidente Tonina

Il monitoraggio della qualità dell’aria. Il progetto di bonifica prevede, fra gli altri, anche uno specifico Piano di monitoraggio  dell’aria a cura della ditta esecutrice dei lavori. Il protocollo prevede il monitoraggio ad intervalli frequenti e regolari, per tutta la durata dei lavori, dell’aria presente all'interno del cantiere ovvero assimilabile all’indoor/luogo di lavoro a tutela della salute dei lavoratori, delle emissioni del sistema di trattamento dell’aria aspirata dal capannone di lavoro e da ultimo dell’aria ambiente presente ai limiti esterni dell’area di cantiere.

Le sostanze campionate ed analizzate sono principalmente le stesse individuate all’atto della caratterizzazione e quindi presenti nel sottosuolo dell’area attualmente oggetto di intervento e potenzialmente soggette a disperdersi in atmosfera a seguito dei lavori di scavo e movimentazione. In particolare è prevista l’analisi dei seguenti composti: idrocarburi policiclici aromatici, composti organici volatili, piombo, polveri totali, pm10 (solo per l’aria ambiente).

Per acquisire maggiori e più complete informazioni sul potenziale reale impatto sulla qualità dell’aria presso le abitazioni più vicine al cantiere, e conseguentemente su tutta l’area prossima ai lavori e più in generale sulla città, Appa attiverà un supplementare monitoraggio in continuo della qualità dell’aria per tutta la durata dei lavori per gli indicatori particolato sottile Pm10 e contestuale analisi degli Ipa oltre che dei metalli (Piombo in particolare).

I siti e periodi esatti di campionamento verranno individuati in conseguenza del progressivo spostamento del cantiere, sempre comunque in massima prossimità delle abitazioni più vicine, in modo da poter così intercettare le situazioni verosimilmente più esposte atteso che a distanze via via maggiori dal punto di emissione la presenza degli inquinanti diminuisce per naturale diluizione. Un campionamento quindi supplementare e rigoroso, che si aggiunge a quanto già in essere da parte di Apop, per mantenere sotto costante controllo gli indicatori di qualità dell’aria a tutela della salute della popolazione.

A tal proposito è da evidenziare che alcuni dei composti che si potranno disperdere in atmosfera in conseguenza dei lavori di scavo - in particolare alcuni Ipa quale il naftalene, molto presente nei terreni contaminati - hanno una soglia olfattiva molto bassa che li renderà verosimilmente percepibili dalla popolazione pur se presenti in concentrazioni estremamente contenute e sensibilmente inferiori ai valori di riferimento per la qualità dell’aria.

I dati raccolti saranno trasmessi all’Azienda Provinciale per i Servizi sanitari per le relative valutazioni di competenza igienico-sanitaria a supporto sia della Direzione dei Lavori che dell’Amministrazione comunale.

Il progetto. Il progetto di bonifica delle rogge demaniali di Trento Nord, inquinate dalle attività industriali che per circa 60 anni hanno interessato le aree Carbochimica e Sloi, è stato elaborato in una prima versione nel corso dei primi anni del 2000, e prevedeva la bonifica sia della parte a cielo aperto dei corsi d’acqua, sia della parte tombinata, che scorre sotto la città di Trento.

Nel 2014, per velocizzare le operazioni di bonifica, l’intero progetto è stato suddiviso in due lotti da eseguire con distinte gare d’appalto, giustificati dal fatto che le tecnologie da impiegarsi sono significativamente diverse tra loro: il primo lotto, ora in esecuzione, riguarda infatti l’intervento di rimozione del materiale depositato sul fondo del rio Lavisotto ed è caratterizzato dal fatto che la tratta è a cielo aperto. Il secondo lotto riguarda invece la parte tombinata che si inabissa sotto il sedime cittadino e che sarà oggetto di altra aggiudicazione.

La gara, dopo un travagliato percorso di ricorsi amministrativi tra i concorrenti, è stata aggiudicata all’Ati tra le Imprese Unirecuperi (capogruppo, ora denominata Bonifiche Servizi Ambientali), Cla Società Cooperativa ed Ecoopera Società Cooperativa. Il primo ottobre 2020 è stato stipulato il contratto d’appalto, a 6 milioni 532 mila euro, di cui 375 mila euro per oneri relativi alla sicurezza. Il costo complessivo dell’intervento è pari ad euro 11 milioni 902mila euro.

La formale consegna dei lavori è avvenuta il 9 novembre 2020 ed, essendo prevista la durata dei lavori in 560 giorni naturali e consecutivi, il termine per l’ultimazione era il 22 maggio 2022. Con l’intervento delle difficoltà operative legate al periodo pandemico e alla successiva necessità di redigere una perizia di variante, l’ultimazione è ora prorogata alla fine del 2023.

Nel corso dell’ottobre del 2021, a seguito della constatazione di una correlazione tra le improvvise variazioni della quota della falda e gli eventi meteorologici più intensi, si avviò un iter autorizzativo presso il Ministero della Transizione Ecologica per individuare una diversa modalità di esecuzione degli scavi altrimenti pregiudicati dalla presenza di acqua nello scavo, ferma restando la conferma di tutti gli altri parametri di riferimento dell’intervento di bonifica. La procedura si è conclusa, con esito positivo, con l’emissione del Decreto Ministeriale 37 del 26 maggio 2022 con il quale è stata approvata la perizia di variante ai lavori di bonifica delle rogge demaniali.

Per effetto dell’approvazione della perizia di variante, che in sostanza introduce una nuova lavorazione finalizzata alla separazione degli strati più profondi rispetto al volume soprastante di materiale inquinato da asportare, l’importo complessivo dei lavori è aumentato ad euro 8.103.555,76 (comprensivo dei costi per la sicurezza) e conseguentemente è stata rideterminata l’ultimazione dei lavori alla fine del 2023.

Slide in allegato

Link per il download
https://ufficiostampa-pat.wetransfer.com/downloads/075c8bac115d6c671425254a3d10dbc120221018133931/d1e50454d90793b2d115b8899eceedee20221018133932/15bc99

(us)


Immagini