Lunedì, 25 Novembre 2019 - 15:52 Comunicato 3015

Firmato da Provincia autonoma di Trento, Commissariato del Governo, Consorzio dei Comuni Trentini, Procure della Repubblica di Trento e di Rovereto, Azienda provinciale per i Serivizi Sanitari e l'Università degli studi di Trento
Rinnovato il protocollo per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere

La conoscenza del fenomeno della violenza di genere è la premessa indispensabile per qualsiasi iniziativa di contrasto e di prevenzione. Con questa motivazione Provincia, Commissariato del Governo (in rappresentanza delle Forze dell’Ordine), Consorzio dei Comuni trentini (in rappresentanza delle Polizie locali), le Procure della Repubblica di Trento e di Rovereto hanno deciso di rinnovare e ampliare il protocollo d’intesa “Per la prevenzione ed il contrasto della violenza di genere in provincia di Trento” sottoscritto per la prima volta nel 2016. Attraverso il protocollo è confermata la volontà di proseguire l’attività di monitoraggio del fenomeno della violenza di genere – mediante la rilevazione dei dati relativi alle denunce che annualmente viene realizzata a partire dal 2012 - e di portare avanti le iniziative formative specifiche a favore degli operatori attivi sul territorio.
Il Protocollo assume un significato ancora più rilevante in quanto è stato ampliato anche all’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari e all'Università degli studi di Trento. L’apporto di questi due soggetti istituzionali contribuirà a fornire una fotografia sempre più accurata della violenza di genere sul nostro territorio.
Il protocollo avrà una validità di due anni ed è stato firmato oggi, in occasione della “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”, dall'assessore alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia Stefania Segnana, il Commissario del Governo per la provincia di Trento Sandro Lombardi, il procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Trento Sandro Raimondi, il procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Rovereto Aldo Celentano, il presidente del Consorzio dei Comuni Trentini Paride Gianmoena, il rettore dell'Università degli studi di Trento Paolo Collini, il direttore generale di APSS Paolo Bordon.
"Oggi abbiamo firmato un protocollo che si è arricchito della presenza di Azienda sanitaria e Università di Trento - ha sottolineato l'assessore Stefania Segnana - Grazie al protocollo è possibile svolgere in Trentino analisi di medio periodo sui numeri ufficiali della violenza contro le donne che costituiscono un punto di partenza imprescindibile per la programmazione di politiche di contrasto e prevenzione del fenomeno. I dati raccontano solo una piccola parte del fenomeno della violenza contro le donne e cioè quella parte che riesce ad emergere e arrivare alle istituzioni o ai servizi attraverso una denuncia, una richiesta di accoglienza, di sostegno, di orientamento o di intervento sanitario. Dai dati emerge che c'è ancora molto sommerso ma allo stesso tempo che le attività svolte sul territorio in questi anni stanno dando il loro frutto. Le donne riescono ad uscire allo scoperto, a denunciare e a sentirsi sicure nel momento in cui decidono di farlo".

"In questa provincia - ha messo in evidenza il commissario del governo Sandro Lombardi - le donne non sono sole, esiste una rete di istituzioni ove tutti sono impegnati, unica a livello nazionale. Una rete che si è fortificata nel tempo, valorizzando competenze e risorse". "Le donne sono un pilastro di tutte le forme sociali - ha detto il procuratore Sandro Raimondi - la loro presenza è un valore aggiunto. Oggi è il momento del fare, non solo del parlare. Solo così possiamo garantire un sostegno adeguato".
Il procuratore Aldo Celentano ha messo in evidenza come "la situazione trentina è una realtà che funziona e offre un contributo effettivo alle donne vittime di violenza. Le sfide future riguardano gli orfani di femminicidio e l'educazione degli uomini". Il presidente del Consorzio dei comuni Paride Gianmoena ha spiegato come "qualsiasi fenomeno può essere affrontato solo se è conosciuto. La formazione ci deve accompagnare, specialmente specifica per chi ha ruolo attivo nella nostra società". 
"L'università di Trento - ha sottolineato il rettore Paolo Collini - è in prima linea nella lotta alla violenza di genere. Il nostro è un lavoro di ricerca. Sugli studi di genere abbiamo un intero filone di studi che analizza i dati per comprendere il fenomeno e mettere i risultati a disposizione di chi agisce. Ma è anche un lavoro di formazione e prevenzione che facciamo con i nostri studenti e studentesse".
"Azienda sanitaria - ha spiegato il direttore generale Paolo Bordon - è impegnata da molti anni nel contrastare il fenomeno della violenza di genere agendo su più fronti e in un'ottica di prevenzione. Primo ruolo è quello di datore di lavoro, e su questo abbiamo rafforzato la sicurezza per le nostre dipendenti. Siamo la porta di ingresso di alcune situazioni di violenza nonché a disposizione delle forze dell'ordine". 

Obiettivo del protocollo da un lato è quello di monitorare e far conoscere il fenomeno della violenza di genere in provincia di Trento, attraverso un sistema di raccolta dati condiviso con i Rappresentanti delle Forze dell’Ordine, delle Polizie Locali del territorio provinciale, delle Procure della Repubblica di Trento e di Rovereto, dell’Azienda provinciale per i Servizi Sanitari e dell’Università degli Studi di Trento. Dall'altro punta alla sensibilizzazione del fenomeno della violenza di genere e alla formazione specifica per gli operatori delle Forze dell’ordine, delle Polizie Locali, delle Procure della Repubblica territorialmente competenti, degli operatori socio-sanitari e di tutti coloro che, a vario titolo, possono essere coinvolti nei casi di violenza di genere.

Le principali azioni riguardano la condivisione di una metodologia per la rilevazione dei dati relativi alle denunce, dei procedimenti di ammonimento e degli accessi ai Pronto soccorso; la raccolta periodica dei dati in forma anonima relativi alle denunce; la raccolta periodica dei dati in forma anonima relativi agli accessi ai Pronto Soccorso da parte delle donne vittime di violenza; l'analisi integrata dei dati relativi alle denunce ed agli accessi ai Pronto Soccorso con i dati relativi alle utenti dei servizi antiviolenza presenti sul territorio provinciale ed infine la collaborazione e monitoraggio costante delle attività tra i soggetti firmatari.

Per armonizzare le rispettive attività e verificare lo stato di attuazione degli obiettivi previsti dal protocollo d’intesa, è prevista la costituzione di una cabina di regia, coordinata dalla Provincia autonoma di Trento – Ufficio pari opportunità a cui fa capo l’Osservatorio provinciale sulla violenza di genere, al quale partecipano un referente per ciascuno dei seguenti soggetti: Ufficio pari opportunità – Osservatorio provinciale sulla violenza di genere; ISPAT; Ufficio innovazione e inclusione sociale; Commissariato del Governo; Polizia di Stato; Arma dei Carabinieri; Procura della Repubblica di Trento; Procura della Repubblica di Rovereto; Consorzio dei Comuni in rappresentanza della Polizia locale; Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari e Università degli Studi di Trento.
Tra i compiti della cabina di regia stabilire la metodologia di raccolta dei dati; determinare le modalità di raccolta dei dati che verranno analizzati con cadenza annuale; individuare possibili azioni di sensibilizzazione per gli operatori; stabilire contenuti e modalità organizzative delle azioni di sensibilizzazione; definire modalità e caratteristiche della diffusione dei dati e stabilire le proprie modalità di organizzazione e funzionamento.

Immagini e interviste a cura dell'ufficio stampa

(gz)


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