Lunedì, 16 Ottobre 2017 - 12:05 Comunicato 2734

Continua l'edizione del ventennale del Festival cinematografico
Religion Today: per i prossimi giorni Krzysztof Zanussi e la riflessione su autogoverno e diversità religiosa

Continuano gli eventi e le proiezioni del 20° Religion Today, attraverso la complessità come cifra di questi venti anni che hanno cambiato il mondo. Domani, martedì 17, l'incontro con il grande cineasta polacco Krzysztof Zanussi e la proiezione fuori concorso del suo Imperativo. Mercoledì pomeriggio la tavola rotonda che apre la riflessione sul rapporto tra autogoverno e diversità religiosa, in un viaggio tra Trento, Barcellona, mondo.

 

Precursori, maestri, compagni di strada. Il 20° compleanno di Religion Today offrirà anche l’opportunità di ascoltare le voci dei fondatori e dei protagonisti delle prime edizioni del Festival, e ripercorrere insieme i fatti e i processi che hanno rivoluzionato le nostre vite, nel contesto della postsecolarizzazione e del “ritorno del sacro”, trovando espressione e talvolta impulso nel mondo del cinema, esso pure oggetto di epocali trasformazioni.

Saranno questi i temi dell’incontro con il regista polacco Krzysztof Zanussi, in dialogo con il filosofo Francesco Ghia, in programma nella mattina di martedì 17 ottobre presso la Sala Falconetto di Palazzo Geremia, con la collaborazione del Comune di Trento. La matinée offrirà dunque la possibilità di ripercorrere la storia recente, e i radicali cambiamenti seguiti al naufrago delle ideologie novecentesche, dal punto di vista di un vero intellettuale europeo, autore di opere di grande lucidità teorica e sobrietà formale. Nell'occasione al maestro sarà consegnato il premio alla carriera conferito da Cinit - Cineforum Italiano; nel pomeriggio, alle 17.30, grazie alla collaborazione dell’Istituto Polacco di Roma, sarà  inoltre possibile rivedere il rarissimo Imperativo, nell’ambito della tradizionale intersezione del Festival con il Cineforum del Teatro San Marco.

Le proiezioni inizieranno però fin dalle 15.30 con la collaborazione dell'associazione Deina Trentino Alto Adige, che sarà presente in sala per commentare i film in programma a rilanciare la riflessione attorno al concetto di comunità. Si inizia con L'albero della piazza, cortometraggio italiano che si inserisce nel cosiddetto cinema della diaspora raccontando le sfide e le scelte di una famiglia magrebina e il rapporto tra prime e seconde generazioni; a seguire A New Home, breve film sloveno che non esita a mutuare il linguaggio del thriller per invitare alla riflessione su quale sia il pericolo più grande che l'Europa deve affrontare: la crisi migratoria o la paura che essa suscita nei cittadini? Dopo l’iraniano White Shadows, che mette a nudo l’individualismo delle nostre società, il poetico documentario Come Back Free, ambientato in un paese ceceno dove la guerra è ormai diventata la normalità. La sinergia con il Cineforum in serata permetterà infine di tornare all’altro tema ricorrente di questa ventesima edizione del Festival: migrazioni e movimenti di popoli, con un lungometraggio kazaki, Returnee, che attraverso il viaggio drammatico di una famiglia rappresenta la vicenda di più di un milione di kazaki della diaspora che negli ultimi venti anni hanno fatto ritorno nella terra dei loro padri. La giornata si chiuderà infine sulle note surreali del croato Mary, che affida alla commedia il racconto dell’irruzione del sacro in una società impreparata ad accoglierlo.

Mercoledì 18 ottobre,alle 15.30, il teatro San Marco ospiterà la proiezione di due brevi documentari che attraversano la ritualità tra l'Italia e l'Etiopia: Processi, documentario sulle tradizioni legate alla Pasqua in un piccolo paese della Calabria, dove alla sacralità del rito si intrecciano liti e invidie umane, e The Devil and the Holy Water, in cui una donna esorcizzata racconta dall’interno il fenomeno della possessione. Il pomeriggio prosegue alle 16.15 con due film “sulle vie del Buddha”. Si inizia con Tutto è in fiamme, documentario di Stefano Croci e Silvia Siberini – in sala per la presentazione –, che racconta la ricerca interiore di alcuni tra i più importanti maestri buddhisti italiani, per continuare con Sound of Silence, lungometraggio indiano, dove il giovane protagonista orfano di madre e rifiutato dal padre trova pace grazie ad un anziano monaco buddhista che gli apre le porte del monastero.

Alle 17.45 il festival si sposta alla Sala Rosa del Palazzo della Regione per uno degli appuntamenti più significatici della settimana: la tavola rotonda dal titolo Il ruolo dei territori. Autonomia e governance della diversità religiosa,realizzata con il sostegno e la collaborazione del Servizio attività culturali della Provincia autonoma di Trento, vedrà infatti la partecipazione di Bruno Dorigatti, presidente del Consiglio della Provincia autonoma di Trento; Claudio Martinelli, dirigente del Servizio attività culturali P.A.T.; Enric Vendrell i Aubach, Director general d'Afers Religiosos della Generalitat de Catalunya; Miriam Diez Bosch, direttrice dell'Observatori Blanquerna de Comunicació, Religió i Cultura di Barcellona; Marco Ventura, direttore del Centro per le Scienze Religiose della Fondazione Bruno Kessler; e Andrea Zanotti, Università di Bologna, già presidente di FBK e co-fondatore di Religion Today; modera Marco Pontoni, vicedirettore dell’Ufficio stampa della Provincia Autonoma di Trento. In un periodo in cui la violenza esplosa nel cuore dell’Europa, e nella stessa capitale catalana, rilancia l’urgenza di azioni orientate alla condivisione e alla convivenza, Trento diventa così il teatro di una riflessione di portata transnazionale sul rapporto tra autonomia, politica, diritto, cultura e diversità religiosa.

La serata di mercoledì invece sarà caratterizzata dal filo rosso delle relazioni di genere. Il corto Paperock, in cui una decisione radicale del fratello mette a dura prova una giovane ebre-ultraortodossa, verrà presentato dal regista Hillel Rate. A seguire The Gravedigger's Daughter e Coldness, storie di donne tra Israele e Iran. A commentare i film in sala anche l'associazione Te@, nata nel 2012 dall'impegno di un gruppo di giovani interessati alle tematiche di genere, interculturalità e diversità. 

 Krzysztof Zanussi

Nato nel 1939, il maestro, di lontane origini italiane, è noto in tutto il mondo per le sue opere di forte impegno filosofico e morale, da rileggere anche sullo sfondo della storia polacca, dagli anni della guerra fredda alle nuove sfide del sistema Europa. Giunto al cinema durante gli studi universitari, con l’abbandono della fisica a favore della filosofia, Zanussi inizia presto ad esplorare temi che nel contesto della Polonia sovietica lo condannano ad una difficile posizione di resistenza: la riflessione sulla libertà individuale, sul rapporto tra fede e scienza, sul significato ultimo dell'esistenza  attraversa straordinari apologhi sulla condizione umana come Illuminazione, Pardo d’oro al Festival di Locarno nel 1973, Costante, premio per la regia al Festival di Cannes del 1980, e Imperativo, premio della giuria alla Mostra del cinema di Venezia del 1982; nel 1984 seguirà il Leone d'oro per L'anno del sole quieto. Nel 1981, in coproduzione con la Rai e la BBC, Zanussi aveva diretto Da un paese lontano, intensa fotografia della Polonia sul filo della biografia di papa Wojtyla. Con l’elezione di Giovanni Paolo II e la nascita del movimento di protesta “Solidarnosc”, la repressione nella Polonia comunista diventa più dura. A lungo costretto a lavorare all’estero, Zanussi torna a dirigere nel suo paese dopo la fine del periodo comunista, dedicandosi anche alla produzione e alla promozione del cinema nazionale.

 IMPERATIVO, Krzysztof Zanussi, Polonia 1982, film 102’ (fuori concorso)

Il problema dell’esistenza di Dio, materia di dibattito filosofico nei secoli, tormenta Augustin, giovane professore di matematica che insegna in un’università tedesca. Dal grande regista polacco, un apologo sulla condizione umana, la morale individuale, i limiti della conoscenza. Gran premio della giuria al Festival di Venezia 1982.

 Trento, Barcellona, mondo

In questi anni l’esplosione della violenza nel cuore d‘Europa ha rilanciato l’urgenza di azioni orientate alla condivisione e alla convivenza. A fronte di politiche nazionali spesso ancora incerte, assumono importanza strategica le buone pratiche e le visioni di prospettiva elaborate a livello regionale e locale; senza dimenticare che le sfide poste dalla diversità non possono essere affrontate solo sul piano del diritto e dell’architettura istituzionale, ma richiedono impegno concreto anche sul piano educativo e culturale.

Al pari di Trento, dove è nato Religion Today, Barcellona è sede della Mostra de Cinema Espiritual de Catalunya: iniziative che si inseriscono all’interno di contesti culturali e istituzionali particolarmente sensibili al tema della pluralità religiosa.

Sono queste le premesse del doppio appuntamento internazionale in programma nell’ambito della 20a edizione del RTFF, in continuità con l’importante esperienza di network tra festival di cinema spirituale avviata a Barcellona dall’Observatori Blanquerna de Comunicaciò, Religiò i Cultura e dalla Direcciò General d’Afers Religiosos della Generalitat de Catalunya con la collaborazione di SIGNIS International. Grazie alla collaborazione del Servizio attività culturali della Provincia autonoma di Trento e del Centro per le scienze religiose della Fondazione Bruno Kessler, il Festival accoglierà un secondo workshop di direttori di festival di diverse provenienze, da Gerusalemme all’Egitto, dal Bangladesh all’Armenia, mentre la tavola rotonda presso Palazzo della Regione, mercoledì 18 ottobre alle ore 17.45, fornirà l’occasione per interrogarsi sul ruolo dei diversi attori coinvolti nella gestione della diversità, sulle lacune delle politiche nazionali e sull’importanza del territorio che rappresenta (ancora) il luogo di maggiore elaborazione e sperimentazione di pratiche virtuose.

 I film  

L’ALBERO DELLA PIAZZA, Stefano Cattini, Italia 2016, corto 14’

Zaineb, una bambina di 9 anni, desidera partecipare alla recita di Natale organizzata dalla sua scuola, ma per riuscirci deve ottenere il consenso dei suoi genitori, divisi tra i valori tradizionali della loro comunità magrebina e il desiderio di vederla crescere in armonia in un mondo complesso e in perenne mutazione.

 A NEW HOME, Žiga Virc, Slovenia 2016, corto 14’

Qual è il pericolo più grande che l'Europa deve affrontare: la crisi ai suoi confini, o la propria paura e paranoia? Andando a lavorare, una donna passa accanto alla tendopoli dei rifugiati nel parco. Non ha niente contro di loro, e loro non hanno niente contro di lei. Ma allora perché, quando le loro strade si incrociano, le cose vanno catastroficamente storte?

 WHITE SHADOWS, Mahdi Amini, Iran 2017, corto 6’

In una carrozza del metrò, un ragazzo prende posto accanto a un altro passeggero. Tra loro non c’è alcuna interazione. Sono le loro ombre, proiettate sul pavimento, a mostrarci l’alternativa di una relazione fatta di piccoli ma significativi gesti di altruismo e collaborazione.

 COME BACK FREE, Ksenia Okhapkina, Estonia 2016, doc 52’

Un documentario poetico sulla vita in un paese ceceno flagellato dalla guerra, con il cimitero come punto focale simbolico. Nel villaggio si vive e respira all'unisono. I becchini sono sempre occupati. La morte è una presenza quotidiana. Non importa nemmeno che sia finita un'altra guerra. Gli abitanti vivono bloccati nel cerchio della vendetta. Si formano cerchi anche per intonare preghiere a Dio. Le parole di saluto per i ceceni che si separano sono: "Che tu possa fare ritorno libero".

 RETURNEE, Sabit Kurmanbekov, Kazakistan 2017, film 95’

La famiglia kazaka dei Saparkuls ritorna dall'Afghanistan alla terra di origine in Kazakistan. La strada dall'inferno della guerra al “paradiso” promesso si rivela molto dura. Purtroppo, la patria non è pronta ad accogliere i suoi figli dimenticati e le relazioni con chi è sempre rimasto non sono facili. Tuttavia, non si sceglie la casa del padre: è quella la terra dove vivranno i protagonisti e i loro discendenti.

 MARY, Juraj Primorac, Croazia, 2016, corto 28’

Marinko, 25 anni, lavora nei servizi stradali. Con il collega Ante, si occupa della rimozione forzata delle auto parcheggiate illegalmente. I frequenti conflitti di Ante con i proprietari sono parte integrante della giornata di Marinko. Dopo il lavoro, si ritrova solo e stanco. Consuma un pasto veloce, guarda la TV e va a dormire. Giorno dopo giorno, fino a quando nella sua vita entra quietamente una donna chiamata Maria.

 PROCESSI, Adriana Ferrarese, Francia/Italia 2016, doc 24’

Il documentario racconta la processione che ogni anno si svolge a Corigliano Calabro, un piccolo paese del sud dell’Italia, per celebrare la Pasqua: dai riti eseguiti secondo tradizioni ancestrali alle liti, ricorrenti, per decidere chi porterà la statua della Madonna e chi interpreterà Cristo durante la processione. Il film documenta il fervore dei fedeli, ma fa anche trasparire ironicamente il contrasto tra il concetto sacro e la realtà inevitabilmente profana, perché umana, delle celebrazioni.

 THE DEVIL AND THE HOLY WATER, Diego Maria Malara, Finlandia/Etiopia 2016, doc 12’

Per secoli, l'esorcismo è stato una pratica quotidiana nella Chiesa Ortodossa etiopica. Ma nuovi problemi producono nuovi demoni e nuovi demoni richiedono nuovi drammatici rituali. Girato a Addis Abeba, “Il diavolo e l'acqua santa” documenta gli esorcismi condotti dal controverso sacerdote Mehmer Girma, il cui carisma richiama centinaia di persone da tutta l’Etiopia e dal mondo. Narrato da una donna esorcizzata, il film getta uno sguardo dall’interno sulla possessione nell’Etiopia contemporanea.

 TUTTO È IN FIAMME, Stefano Croci e Silvia Siberini, Italia 2017, doc 62’

Il filo conduttore di un antico testo buddhista. Parole evocative sulla fugacità del tutto. Da questo percorso nascono considerazioni sulla vita e la morte, vicende personali ed esistenziali. Prendono vita le singolarità di alcuni tra i più importanti maestri buddhisti italiani e l’intensità di un’esistenza dedicata ad una profonda ricerca interiore. Dalla loro voce, l’eco di una spinta ancestrale che accompagna l’uomo di ogni tempo fuori da ogni confine e nazionalità.

 SOUND OF SILENCE, Dr.Bijukumar Damodaran, India 2016, film 89’

Ambientato in una bella valle dell'Himalaya, il film racconta la storia di un ragazzo muto, orfano di madre e rifiutato dal padre che finisce dietro le sbarre. Per il figlio si prospetta una vita desolata, ma il suo rapporto con un anziano monaco buddista lo aiuta a staccarsi dalla sua sofferenza senza voce, e ad esplorare il legame che ogni creatura condivide con la natura. Accolto in un monastero buddista, il ragazzo deve però combattere la sua battaglia interiore di amore non corrisposto.

 PAPEROCK, Hillel Rate, Israele 2016, corto 11’

Una giovane ebrea ultra-ortodossa acconsente a rivedere suo fratello, che da molti anni ha rotto i legami con la famiglia. Quando finalmente si incontrano, capisce che, se vuole ristabilire il legame che avevano da bambini, dovrà accettare la sua nuova identità.

 THE GRAVEDIGGER’S DAUGHTER, Shira Gabay, Israele 2016, corto 17’

Il padre di Esther era un becchino e nel suo testamento ha lasciato una sola ma significativa richiesta: che uno dei suoi figli continui la sua professione. Ma nessuno di loro ha la minima intenzione di soddisfarla. Esther, unica figlia, decide di portare avanti l'eredità di umiltà e gentilezza di suo padre, ma si scontra con le obiezioni della sua famiglia, una tradizionale casata sefardita di origine nordafricana, e della sua comunità. Un film femminista con un tocco di umorismo… da cimitero.

 COLDNESS, Bahram & Bahman Haj Abol Loo Ark, Iran 2015, film ’87

Un bambino di 8 anni, timido e sofferente per la difficile situazione familiare, subisce ogni tipo di vessazione a scuola da parte dei compagni e si nasconde da loro sotto lo chador della madre, che affronta la povertà e la disperazione in una società in crisi di valori.

 

 

 

(mp)


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