La legge provinciale sul benessere familiare (n. 1 del 2 marzo 2011) prevede la redazione di un Rapporto biennale per rendicontare le politiche familiari attivate dall’Agenzia per la coesione sociale, struttura competente in materia di famiglia e natalità. Il documento sottolinea come tali politiche siano state, negli anni, un elemento centrale dell’azione della Giunta, che nel corso della legislatura ha riconosciuto il sostegno alle famiglie come perno delle misure di welfare provinciali.
Il Rapporto, intitolato in forma estesa “Rapporto sullo stato di attuazione del sistema integrato delle politiche strutturali per la promozione del benessere familiare e della natalità”, illustra gli interventi economici, le iniziative per la conciliazione vita-lavoro, il sistema delle certificazioni e del network “family”, la cultura istituzionale orientata alla famiglia, le politiche di transizione all’età adulta e le partnership territoriali per lo sviluppo del new public family management. È inoltre accompagnato da un documento redatto da ISPAT sull’evoluzione delle condizioni economiche e sociali delle famiglie residenti in Trentino.
Il Rapporto descrive anche le modalità di coinvolgimento dei soggetti pubblici e privati, delle strutture organizzative provinciali e le metodologie di valutazione degli interventi. Redatto dall’Agenzia per la coesione sociale, è stato presentato ai principali organi consultivi: Consulta per la famiglia, Commissione Distretto famiglia, dirigenti generali del Dipartimento istruzione e cultura, Umst pianificazione, Europa e PNRR, Dipartimento salute e politiche sociali e Consiglio delle Autonomie locali, in conformità a quanto previsto dalla legge 1/2011.
Gli interventi illustrati nel Rapporto sono coerenti con l’obiettivo di medio-lungo periodo “3.5 Aumento della natalità e piena realizzazione dei progetti di vita delle famiglie”, inserito nel Programma di sviluppo provinciale della XVI legislatura, e con la linea strategica del Documento di economia e finanza provinciale 2023-2025 (3.5.1 “Contrastare il calo demografico sostenendo la famiglia e la natalità, attraverso servizi territoriali e interventi economici mirati a favorire l’occupazione femminile e la residenza anche nelle aree periferiche, in armonia con le misure previste a livello nazionale”).




