Martedì, 20 Dicembre 2016 Comunicato 2712

La Provincia autonoma di Trento ha raggiunto nel 2015 il 72% di differenziata. Nel 2014 era al 71,3%.
Rapporto Rifiuti Urbani 2016. Il Trentino Alto Adige si conferma al secondo posto per la differenziata

Il Rapporto Rifiuti Urbani, giunto alla sua diciottesima edizione, è frutto dell'attività di raccolta, analisi ed elaborazione di dati da parte del Servizio Rifiuti dell’ISPRA. Il Rapporto Rifiuti Urbani - Edizione 2016 fornisce i dati, aggiornati all’anno 2015, sulla produzione, raccolta differenziata, gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti di imballaggio, compreso l’import/export, a livello nazionale, regionale e provinciale. Il Trentino Alto Adige si conferma al secondo posto per la raccolta differenziata con il 67,4%.
In particolare la Provincia autonoma di Trento ha raggiunto nel 2015 il 72% di differenziata. Nel 2014 era al 71,3%. Per quanto riguarda la produzione dei rifiuti si segnala in Trentino Alto Adige una riduzione dell'1,4%.
"E' un risultato che conferma il Trentino come una delle terre dove maggiore è la sensibilità ambientale - commenta l'assessore all'ambiente Mauro Gilmozzi - e di questo dobbiamo ringraziare una diffusa cultura di tutela e valorizzazione del rispetto del territorio concretamente testimoniata dai nostri cittadini".

Raccolta differenziata
Alla regione Veneto va la palma della raccolta differenziata nel 2015 grazie al 68,8%, seguita dal Trentino Alto Adige con il 67,4%. Nel 2014 a livello regionale la più alta percentuale di raccolta era sempre stata conseguita dal Veneto, con il 67,6%, seguita dal Trentino Alto Adige con il 67% .
In particolare la Provincia di Trento ha raggiunto nel 2015 il 72% di raccolta differenziata. Nel 2014 era al 71,3%.
Entrambe le regioni (Veneto e Trentino Alto Adige) sono già dal 2014 al di sopra dell’obiettivo del 65% fissato dalla normativa per il 2012.

Riduzione della produzione dei rifiuti
Sono 11 le regioni italiane a segnare una riduzione della produzione dei rifiuti urbani nel 2015. In particolare, una decrescita di poco inferiore al 3% si osserva per l’Umbria e cali superiori o pari al 2% per la Liguria, il Veneto e il Lazio. Il Trentino Alto Adige, la Basilicata e la Calabria mostrano riduzioni rispettivamente pari all’1,4%, 1,1% e 1%. (gz)

(gz)


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