Lunedì, 26 Marzo 2012 - 02:00 Comunicato 771

Oggi l'assessore provinciale alla salute e politiche sociali è intervenuto ai lavori della Quarta Commissione permanente
ROSSI: "PER L'ICEF ESISTE UN SISTEMA EFFICACE DI CONTROLLO"

Oggi l'assessore provinciale alla salute e politiche sociali, Ugo Rossi, è intervenuto ai lavori della Quarta Commissione permanente per presentare gli strumenti di controllo previsti sulle dichiarazioni riguardanti in particolare la condizione economica familiare per richiedere i sussidi provinciali nei settori sociale, sanitario e dell'istruzione.-

"Esiste un sistema coordinato ed efficace di controllo sulla veridicità delle dichiarazioni relative al reddito e patrimonio, rese dalle persone che richiedono i sussidi provinciali - ha commentato l'assessore Ugo Rossi - e se qualcosa può sfuggire ai controlli preventivi, ricade poi in quelli successivi. Il sistema centralizzato di controlli sulle dichiarazioni ICEF è ora a regime e sono in corso approfondimenti per ottimizzarlo, in particolare per capire come si riverbera il peso dei benefici acquisiti su ulteriori domande e per approfondire alcune modalità di trasgressione, nonché per mettere in campo nuovi strumenti finalizzati a disincentivare i comportamenti scorretti. Fra questi, stiamo studiando con particolare attenzione il reddito di garanzia, la cui disciplina è in fase di adeguamento, anche per introdurre un meccanismo di esclusione dal beneficio, per un certo periodo di tempo, nel caso in cui un componente del nucleo familiare in passato abbia dichiarato il falso".
Ad affiancare l'assessore Ugo Rossi, oggi in Commissione a Trento, vi era il dirigente del Dipartimento Innovazione e ICT, Sergio Bettotti, che ha presentato una sintesi dei dati relativi ai controlli centralizzati sulle dichiarazioni concernenti la condizione economica familiare effettuati nel 2011, ancora in corso. Su circa 200.000 dichiarazioni ICEF presentate, sono state controllate a campione 10.000 dichiarazioni, incrociando le banche dati disponibili relative a redditi e fabbricati. Le dichiarazioni risultate "anomale" (701 dichiarazioni collegate a 1.949 domande di beneficio) sono state quindi assoggettate ad ulteriori verifiche puntuali: fatte salve le dichiarazioni risultate veritiere (118 dichiarazioni) e quelle per le quali per le quali si è consentito agli interessati la regolarizzazione a norma di legge in presenza di errori materiali o omissioni non costituenti falsità (circa 40 dichiarazioni), sono tuttora in corso di verifica 545 dichiarazioni anomale, collegate a 1481 domande e a 464 sottoscrittori. Da segnalare che in un certo numero di casi, nonostante la dichiarazione non veritiera, non si riscontra alcuna modifica del beneficio e quindi non si realizza alcun indebito vantaggio per il richiedente. Entrando nel dettaglio delle domande collegate alle dichiarazioni ICEF, su un totale di 1.481 domande interessate, per 599 non c'è nessuna variazione al beneficio, per 722 c'è una variazione, per 58 c'è una perdita del beneficio e per 102 permane l'assenza del beneficio.
Queste dichiarazioni anomale, che presentano cioè almeno un elemento di non veridicità, riguardano per circa il 50% il settore delle politiche sociali (soprattutto per l'assegno regionale al nucleo familiare e per il reddito di garanzia), per circa il 40% il settore istruzione (soprattutto il diritto allo studio) e per il restante l'ambito della sanità (in particolare l'assistenza odontoiatrica).
"In queste settimane - sono state le conclusioni dell'assessore Ugo Rossi - sono in corso ulteriori verifiche puntuali con i soggetti che hanno presentato le dichiarazioni assoggettate a controllo, per verificare le anomalie riscontrate: in caso di conferma della dichiarazione non veritiera, si procederà ad effettuare la dovuta segnalazione alla Procura della Repubblica e contestualmente al recupero dell'indebito percepito dagli interessati sulla base dei dati non veritieri". Nei casi in cui tale indebito non superi i 3999,96 euro, il reato viene derubricato a sanzione amministrativa, compresa tra 5.164 euro e 25.822 euro, fermo che restando che la sanzione non può comunque superare il triplo dell'indebito (ad esempio se si tratta di un beneficio non spettante di 1.000 euro, la sanzione massima sarà di 3.000 euro). (at) -