Il 31% della popolazione trentina, pari a 163.005 persone rispetto alle 529.457 residenti, vive in un "Comune amico della famiglia", sulla base della certificazione istituita dalla Provincia autonoma di Trento nel 2006 e rivisitata nel marzo di quest'anno.
La Convention dei Comuni Amici della Famiglia, che annualmente viene ospitata da una Comune certificato, è un importante momento di scambio e di confronto fra le amministrazioni che hanno intrapreso o stanno per intraprendere il percorso legato ai distretti famiglia e alla certificazione "Family in Trentino". Quest'anno ospitata ad Arco, ha avuto come precedenti sedi Caderzone nel 2010, e Cles nel 2011.
Folta naturalmente la presenza delle autorità, a cui l'assessore provinciale Rossi ha portato un caloroso saluto. "Ottenere la certificazione - ha sottolineato - non è uno scherzo, anche perché i requisiti sono cresciuti, e cresceranno ulteriormente, per rispondere alle sfide, sempre nuove, a cui la famiglia è chiamata a far fronte. Oggi, ad esempio, si parla molto del gioco d'azzardo come possibile fattore di rischio. Bene, nel prossimo futuro, fra gli impegni che verranno richiesti ai Comuni che intraprendono il percorso per la certificazione, ci sarà anche questo, l'adozione di politiche e di buone prassi per contrastare le forme di dipendenza e prevenire possibili degenerazioni del fenomeno."
Rossi ha sottolineato che "aiutare la famiglia significa aiutare la società nel suo complesso, di cui la famiglia è una componente fondamentale.Occuparsi di famiglia non significa quindi intromettersi in una sfera 'privata', perché la famiglia genera relazioni di varia natura che si riverberano sull'intera collettività. Lavorare sulle politiche familiari è fondamentale anche per creare un contesto di vita e di benessere che contribuisca a mantenere le persone a vivere nelle valli".
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