Ad introdurre la discussione è stato il giornalista Giuliano Giubilei, che ha sottolineato come "il conflitto di fondo della modernità sia quello tra sovranità e proprietà. La proprietà – ha detto Giubilei - era un limite al potere del sovrano, ma oggi, nel mondo globalizzato, come si supera questo conflitto? Quando i sovrani sono le multinazionali e la proprietà è il mercato. E, soprattutto, che spazio c'è in tutto questo per i diritti e la loro difesa?". La risposta di Rodotà è stata minuziosa ed articolata, ripercorrendo attraverso i secoli il binomio "sovranità-proprietà", due concetti che hanno mutato la storia del Vecchio continente attraverso il mutamento del rapporto tra loro e che sono sfociati nell'assunto che la sovranità si ferma "davanti alla ricchezza e alla dignità della persona". "Sono cambiate molte cose negli ultimi secoli, con una relazione conflittuale tra sovranità e proprietà", ha esordito Rodotà. Un tempo, infatti, il luogo della sovranità era il territorio all'interno del quale il sovrano poteva esercitare il proprio potere. "La proprietà – ha ricordato Rodotà – è stata per molto tempo anche la via di accesso ai diritti politici. Per averne accesso, era necessario essere proprietari". Insomma, "intorno alla proprietà si è consumato il grande conflitto non solo sociale, ma anche politico. E' stato il tema cruciale dell'Ottocento e sul conflitto sovranità-proprietà si connota pure la nascita dei partiti di massa". E così, in Europa, accanto alla borghesia-proprietaria si è presentato un altro soggetto alla ribalta: la classe operaia. "Un'entità – ha spiegato Rodotà - che ha dato origine ad una nuova storia del costituzionalismo". Successivamente, con l'introduzione della sovranità popolare, che riguarda tutti i cittadini dello Stato, è cambiato ancora il modello di riferimento. Ed il nuovo nesso tra proprietà e sovranità ha fatto nascere i diritti sociali, segnando una svolta che porta ai giorni nostri.
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RODOTA': GOOGLE, FACEBOOK & CO I NUOVI SOVRANI DEL MONDO
"La sovranità economica senza confini dei grandi padroni globali trova un limite nei dritti delle persone". Ha concluso con queste parole la sua lezione sul rapporto "tra sovranità e proprietà" il professor Stefano Rodotà, già deputato e presidente dell'Authority sulla privacy, nonché, di recente, candidato alla presidenza della Repubblica per il Movimento 5 Stelle. Rodotà ha iniziato la sua "lectio" con una serie di domande rivolte alla platea che ha gremito il Teatro Sociale. "Nella dimensione globale – ha chiesto, facendo intendere le risposte - chi ha proprietà e chi esercita sovranità? Chi sono i padroni del mondo? Le grandi società che gestiscono la conoscenza? Facebook con oltre un miliardo di fedeli che lo rendono la terza nazione al mondo dopo Cina e India? Oppure è Google? O ancora Internet con più di 2 miliardi di frequentatori?". Affrontando la questione dei diritti, poi, Rodotà ha trattato la questione della Carta dei Diritti dell'Unione europea, spiegando che "è nata perché si è capito che non possiamo fondare il potere europeo solo sull'economia, e per dare quindi piena legittimità all'Europa".-