Dopo una premessa sui punti di forza e di criticità della nuova struttura delle carceri di Trento, finanziata dalla Provincia autonoma di Trento e vero modello a livello italiano, il presidente Dellai ha colto l'occasione per una digressione sui temi dell'Autonomia, fornendo molti spunti. "L'Autonomia - ha commentato il presidente - ha bisogno di partecipazione, di essere riempita di contenuti dai cittadini, essa è il modo di essere di una comunità, ma soprattutto fa parte della nostra storia. E' importante ricordare che la nostra tensione verso l'Autonomia preesiste alla costituzione dello Stato nazionale italiano, per questo ci è stata riconosciuta già al termine del secondo conflitto mondiale, con l'accordo di Parigi. L'Autonomia è coessenziale alla nostra identità, ci chiamiamo provincia, ma in realtà noi siamo una Comunità autonoma, siamo un pezzettino di Stato federale in un Paese che è stato costituito dal 1860 in poi su un modello fortemente centralista. Ecco perché siamo diversi".
Ed è qui che il discorso della partecipazione diventa essenziale: "Se non partecipiamo non c'è Autonomia perché è essenzialmente fondata sul principio di responsabilità, non è un apparato, è il modo di essere di una comunità".
Rispondendo poi agli stimoli degli studenti, il presidente ha spiegato anche alcune tematiche economiche, dalle tasse che rimangono per i nove decimi in Trentino ma consentono di finanziare funzioni altrove sostenute dal governo centrale, alla ricchezza attuale costruita con un'attenta autogestione: "In Trentino si vive bene, oggi, il tasso di disoccupazione è metà del resto d'Italia, ma non è sempre stato così. Negli anni fra i due conflitti mondiali eravamo tra le province povere, poi, in pochi decenni, il Trentino ha costruito con l'Autonomia un percorso che ci ha consentito di uscire da una situazione di povertà storica, cioè ha utilizzato positivamente la propria Autonomia. E se è un privilegio la possibilità di autogovernarsi, è un privilegio che ci deve far sentire più responsabili. C'è un legame forte fra Autonomia e responsabilità, oggi noi siamo un laboratorio di un possibile modello di federalismo solidale, responsabile, sosteniamo moltissimi progetti di cooperazione allo sviluppo nei paesi del Terzo Mondo, siamo la prima realtà presente dove ci sono difficoltà, dove ad esempio c'è un terremoto".
Fra le criticità evidenziate dagli studenti c'è stato anche il grosso ruolo del pubblico: "Abbiamo costruito - ha replicato Dellai - un sistema pubblico locale forte, robusto, ora è venuto il momento di ripartire il potere fra i nostri territori, lo stiamo facendo con la riforma delle Comunità di Valle e della pubblica amministrazione in genere, stiamo cercando di riconfigurare il ruolo del pubblico".
Infine sugli incentivi pubblici alle imprese: "Siamo in Europa e rispettiamo le norme europee, che sono piuttosto stringenti in fatto di contributi. Certo noi abbiamo una struttura di imprese che forse più di altre si presta agli incentivi, pensiamo all'agricoltura di montagna che senza un sostegno del pubblico non potrebbe reggersi. La sosteniamo perché vogliamo che le nostre montagne non si svuotino, che rimangano popolate".
Nelle conclusioni del presidente un forte messaggio di solidarietà e di coesione per tutti i trentini: "Veniamo da una storia di forte cultura dei luoghi, delle valli, dei paesi, il territorio è la nostra casa collettiva, ma siamo anche in un mondo globale. L'Autonomia è un sogno collettivo di un popolo che riscopre la propria identità plurale, ovvero che si apre all'interscambio. In futuro non vedo grossi pericoli per la nostra Autonomia da parte dello Stato, sono fiducioso della tenuta costituzionale della nostre norme, quello che invece mi preoccupa è assistere giorno dopo giorno a una processo di delegittimazione dell'Autonomia che è molto più profondo della Finanziaria del Governo. L'unica via che abbiamo è rafforzarla, solo così possiamo dare un significato profondo all'Europa. Io non credo in un futuro dove ci sarà il monopolio degli Stati nazionali, credo invece in forti poteri locali, per questo stiamo costruendo con Bolzano e Innsbruck un'Euroregione, secondo il principio degli accordi europei. Il Brennero, che è sempre stato segno di divisione, sta invece diventando segno di unione. Il futuro dell'Autonomia è glocale, ovvero partecipazione nelle piccole cose della propria comunità e contemporaneamente apertura al mondo, in questo modo potremo recuperare coesione e senso di appartenenza alla nostra comunità, all'Autonomia". (at)
Fotografie e filmato a cura dell'Ufficio Stampa -