Venerdì, 26 Ottobre 2012 - 02:00 Comunicato 3333

Si è tenuto ieri sera nella sede della Comunità Alto Garda e Ledro il primo di una serie di incontri
"RICOMPORRE PAESAGGI", ALLARGARE LA MENTE PER TROVARE SOLUZIONI RIPARATRICI EFFICACI

La sala della Comunità dell'Alto Garda e Ledro era gremita ieri sera al primo appuntamento "Incontri sul paesaggio. Riflessioni sul futuro del Trentino", organizzati da step, Scuola per il governo del territorio e del paesaggio in collaborazione con le Comunità di Valle, in questo caso quella dell'Alto Garda e Ledro e della Valle dei Laghi. L'assessore all'urbanistica, enti locali e personale Mauro Gilmozzi è intervenuto alla serata, accompagnato dal dirigente generale del dipartimento territorio ambiente e foreste Romano Masè. Con loro anche Giorgio Tecilla responsabile e coordinatore degli otto progetti che fanno parte del "Fondo per il Paesaggio". Due i progetti presentati - entrambi con "un filo conduttore comune, lo stesso ambito e identica finalità cioè quella di ricomporre paesaggi che sono diversi fra loro, di grande pregio, di importante valore ma anche zone agricole e che hanno bisogno di essere ricomposti" - il nesso urbano fra Riva del Garda e Arco e il miglioramento dell'area del Lago di Toblino. Due gli architetti che ne hanno parlato: Alberto Cecchetto per la riqualificazione della "piana" del Lago di Garda, João Nunes (Lisbona) e Andrea Menegotto per la riorganizzazione dell'area del Lago di Toblino. A conclusione della serata l'assessore Gilmozzi, Ugo Morelli, presidente del Comitato scientifico di step, Luca Sommadossi, presidente della Comunità della Valle dei Laghi e Salvador Valandro, presidente della Comunità Alto Garda e Ledro hanno dato vita ad una tavola rotonda per riflettere, insieme al pubblico, su quanto presentato durante la serata e sulle possibili prospettive per il futuro di questi territori.-

"Parleremo di paesaggio e cioè dell'interazione fra uomo e ambiente - ha esordito l'assessore Gilmozzi intervenendo per primo all'incontro di ieri sera - Voglio ricordare che è proprio questa interazione che crea anche il paesaggio che verrà, quello del nostro futuro che dovrà caratterizzarsi con l'elemento identitario che è quello che ci connota . Stasera e nei prossimi incontri in programma ci chiederemo come riuscire a costruire paesaggio in prospettiva, come si evolverà il paesaggio del Trentino. La Provincia autonoma ha cercato di costruire un Pup (Piano urbanistico provinciale) che desse qualche risposta a queste domande con la consapevolezza che il Trentino non vuole essere marginale nella grande rete europea di cui facciamo parte. Capire quali sono le prospettive di un'area, piuttosto che di un'altra, capire le vocazioni dei territori - ha continuato l'assessore Gilmozzi - e proprio per questo abbiamo voluto proporre alcuni bandi sul paesaggio andando a individuare le criticità del nostro territorio. Alcune di queste le tratteremo stasera ma sono importanti e interessanti per tutto il territorio. Siamo di fronte a dei prototipi, a delle soluzioni che possono essere comprese, rivalutate e rielaborate. Stiamo cercando di dare degli stimoli perché la pianificazione tenga presente alcuni elementi molto importanti. Il paesaggio che verrà deve puntare alla valorizzazione delle eccellenze se vogliamo che il territorio sia quel fattore di identità su cui noi puntiamo. Un piccolo tassello di un disegno più ampio che ci aiuti a discutere del nostro futuro e che riesca ad esprimere armonia - ha concluso Gilmozzi - che ci aiuti a valorizzare la comunità di valle, a trovare quella coesione sociale e fare in modo che tutto questo diventi la modalità, anche in termini culturali, perché ciascuno di noi riesca a immaginare e trasformare il paesaggio di domani".
Ha quindi preso la parola Romano Masè, dirigente generale del dipartimento territorio, ambiente e foreste che ha ricordato come "il nuovo Pup ha sottolineato la centralità del paesaggio per far emergere tutta la dinamicità che c'è dietro. Il paesaggio che, superando la dimensione estetica, diventa espressione e fondamento della nostra dimensione identitaria, il nostro volto, il volto della comunità nella quale viviamo. Le ferite che si leggono sul volto del paesaggio della comunità sono le ferite della società. La frammentazione di ecosistemi è, per certi versi, anche la dispersione di certi valori. Il paesaggio è elemento potenziale di coesione sociale e, al tempo stesso, attraverso analisi, valutazioni e consapevolezza, può diventare opportunità di sviluppo, luogo che si distingue da altri luoghi per essere vissuto e apprezzato nel panorama globale. Investire sulla conoscenza - ha concluso il dirigente Masé - non con un approccio protezionistico ma con un concetto di conservazione innovativa, mi riferisco, per esempio, alla sussidiarietà responsabile. Su questo il Trentino ha voluto essere ancora una volta laboratorio e i due progetti di stasera interpretano con forte valenza metodologiche le dinamiche e gli importanti elementi identitari".
Alberto Cecchetto ha poi presentato il primo progetto "Riordino e riqualificazione del nesso urbano Riva del Garda-Arco" e ha puntato l'attenzione soprattutto sul metodo sottolineando che è importante "costruire un mosaico di atteggiamenti per definire una sequenza di ragionamenti che vanno fatti. Il paesaggio è una parola piena di ambiguità perché i componenti, gli attori, le strutture che se ne occupano sono tantissime. Il paesaggio è un materiale in movimento. Oggi la situazione della piana del Garda è tutta un'altra rispetto a 30 anni fa. Prima di tutto bisogna capire come è cambiata la struttura abitativa. Quale è il punto in cui un modello deve essere ripensato? – ha continato Cecchetto - Noi, ora, ci siamo molto vicini. Non possiamo più ragionare con la dittaura del presente e la mia generazione deve aprire la mente e ha una responsabilità importante nei confronti delle nuove generazioni. Le parole riqualificazione e riordino hanno anche un significato diverso da quello che hanno avuto finora. Che cosa significa ripensare a un territorio pensando al paesaggio, progettando con il paesaggio?. Leggerlo attraverso la sua identità: il problema di riconoscere il paesaggio attraverso la sua identità è un problema che non ci poniamo più da tanto tempo, dobbiamo ricominciare a porcelo". L'architetto Cecchetto ha poi evidenziato con l'aiuto di diapositive i limiti di una pianificazione che non ha saputo proporre un disegno unitario, meditato e rispettoso dei valori del paesaggio. Lo studio redatto dal professionista ha isolato gli elementi costitutivi dell'identità paesaggistica dell'Alto Garda evidenziandone il carattere di permanenza e individuandone le principali criticità connesse alle trasformazioni in atto. Le strategie paesaggistiche proposte rimandano ad una visione del territorio come "rete di polarità" e sono centrate sui temi dell'acqua, della mobilità e delle aree produttive, sull'asse Riva-Arco e sul rapporto tra paesaggio, turismo e tempo libero.
João Nunes, responsabile insieme ad Andrea Meneghetto dell'ipotesi di riorganizzazione e miglioramento dell'area del Lago di Toblino, ha esordito facendo i complimenti alla Provincia per "essere uno dei pochi esempi europei di amministrazioni sensibili ai temi del paesaggio tanto da farci uno studio e una ricerca molto importante e molto utile. Il mondo non deve essere segnato e diviso da una riga che produce un mondo fatto di tanti pezzettini. La nostra scommessa è quella di armonizzare, produrre una condivisione armoniosa con le comunità, utilizzare questo metodo, questo principio con un atteggiamento riparatore. Sono convinto che un'azione riparatrice è possibile. C'è poi una questione a livello di metodo che presuppone una sorta di ritmo successivo: la comunità decide una certa trasformazione, la condivide, la sposa e la attua. Poi ne avviene un'altra. La sovrapposizione produce un 'mostro'. Il paesaggio che abbiamo oggi è così: un mondo antropo-culturale sovrapposto. Come in un palinsesto - una pergamena su cui è stato cancellato un testo per fare spazio ad un nuovo testo - quello che diventa importante, non è quello che rimane del vecchio segno ma quello che riusciamo a vedere del segno nuovo -. In un mondo dove questa costruzione di segni riesce a diventare armonia, la continuità diventa un valore paesaggistico importante". L'architetto portoghese ha poi illustrato, affiancato dai suoi collaboratori e attraverso una sequenza di diapositive, le azioni possibili per ricomporre il paesaggio dell'area di Toblino, tutelando gli elementi di maggior pregio per consentire la fruizione dell'intero sistema territoriale e a mitigare gli squilibri connessi alla presenza della strada statale e degli impianti idroelettrici. "Il lago di Toblino - ha detto Nunes - è diventato più un fiume che un lago in quanto dentro il lago viene immessa una quantità d'acqua enorme a temperatura molto più bassa dell'acqua originaria del lago e dunque non riesce a vivere come un lago normale. Filtri biologici, e deflettori per quest'acqua potrebbero essere una buona azione riparatrice. Con operazioni molto semplice, la prima (deflettori per far uscire prima possibile l'acqua fredda che si riversa nel lago, farla defluire nel fiume) ci fa capire che possiamo lavorare con azioni invisibili". Una prospettiva ottimistica è la conclusione, cerchiamo di fare una valutazione il più completa possibile per far rivivere il lago nel modo più naturale possibile.
E' poi seguita la tavola rotonda con l'assessore Mauro Gilmozzi, con Ugo Morelli, presidente del Comitato scientifico di step, e con i due presidenti delle Comunità di Valle Salvador Valandro (Alto Garda e Ledro) e Luca Somadossi (Valle dei Laghi). Per primo ha preso la parola il presidente Valandro che ha ringraziato l'assessore Gilmozzi "per il regalo e cioè il patrimonio di questo progetto che è base importante per una serie di ragionamenti in un giorno simbolico come quello odierno che segna i due anni di vita delle Comunità". Luca Somadossi, presidente della Comunità della Valle dei Laghi ha richiamato alcuni aspetti del progetto di riorganizzazione dell'area del Lago di Toblino, ne ha sintetizzati 3 /4 perché "alcuni ragionamenti di sistema possano essere tratti per essere utili nel piano territoriale della Comunità di Valle". Giorgio Tecilla ha poi chiesto a Ugo Morelli una riflessione sull'iniziativa nel contesto più vasto della trasformazione . Morelli si è collegato ad un'affermazione del professor Cecchetto che ha detto "dobbiamo aprire la testa, allargare piuttosto che restringere", e ha sottolineato che "dobbiamo cambiare il nostro modello culturale" e, collegandosi alla riflessione che ha fatto Nunes sul paesaggio come organismo che invoca la necessità di ricomporre con armonia, ha evidenziato come "al centro di queste riflessioni c'è la consapevolezza che siamo di fronte ad un cambiamento di modo di fare, di modo di agire e superare il dualismo e noi esseri umani non siamo fatti per cambiare idea, facciamo tutti una grande fatica. L'ipotesi a cui lavora la step è quella di favorire questo processo, lo fa lavorando con gli architetti, con gli ingegneri, lo fa con i facilitatori perché se questa trasformazione ci sarà, sarà il concentrato di una integrazione fra mondi diversi, per trovare soluzioni condivise che è il risultato di un punto d'incontro attraverso processi partecipativi. Le ipotesi di soluzioni devono avvalersi della ricchezza dei punti di vista diversi. Il cambiamento necessario per il governo del territorio è un cambiamento in termini di educazione - ha concluso Morelli - si deve favorire attraverso un processo di conoscenza la possibilità di una partecipazione allargata affinché le comunità si appropino del proprio presente, del proprio passato, per costruire il proprio futuro". L'assessore Mauro Gilmozzi ha detto in conclusione"che la Provincia è parte di un processo, non stiamo regalando niente a nessuno, abbiamo una forte responabilità nell'autogoverno del territorio e non a caso abbiamo deciso di accompagnare questo processo con una scuola di formazione, con una serie di iniziative come queste che poi mettiamo a disposizione di tutti. La vera sfida è consegnare questo lavoro perché diventi l'elemento centrale dei piani di comunità e una importante occasione di crescita".
La tavola rotonda è stata l'occasione per un appassionato dibattito con molti e diversi interventi da parte del pubblico. (fs) -