Sabato, 01 Giugno 2013 - 02:00 Comunicato 1608

REY: I BENEFICI DELLA GLOBALIZZAZIONE FINANZIARIA? BEN POCHI

Nel recente passato i policy-makers hanno consentito ai capitali di transitare liberamente attraverso le frontiere nazionali. Una scelta motivata dai due vantaggi che ne sarebbero dovuti derivare: ossia la maggiore efficienza degli investimenti e una maggio diversificazione del rischio. Se il denaro può transitare senza problemi, si pensava, le risorse degli stati sviluppati andranno in paesi del mondo in cui ci sono rendimenti maggiori o dove il capitale è scarso. Ossia nei paesi emergenti. In questo modo uno si arricchisce, l'altro cresce più velocemente. Se poi c'è denaro a disposizione i soldi si investono in varie parti del mondo e così il rischio di fallire si riduce drasticamente. Questi vantaggi teorici però non hanno trovato riscontro nei dati empirici. I benefici, infatti, non sono uniformi e si verificano solo in determinati tipi di capitale.-

Le evidenza che abbiamo, ha spiegato Helene Rey, professore di Economia alla London Business School, sono tutt'altro che robuste. Le ricerche, inoltre, mostrano che gli investitori scelgono di investire nei paesi vicini a casa e non diversificano. I capitali poi tendono ad essere pro-ciclici. Entrano nei paesi quando c'è un boom economico e fuggono durante la crisi. Così facendo i mercati si fanno più volatili e la situazione di difficoltà peggiora. Ma non solo. Un gran numero di flussi tende ad apprezzare la moneta e il paese per contro, come è accaduto in Brasile, perde di competitività. Si innesta, in altre parole, un circolo vizioso. Una bolla destinata prima o poi a scoppiare. Non tutto però è perduto. Le soluzioni ci sono. Come tenere sott'occhio il mercato finanziario con continui stress test. Una volta individuato il problema si dovrà poi operare il controllo dei capitali. C'è poi un nuovo strumento importante allo studio delle banche centrali: lo strumento macro prudenziale (limitare, ad esempio, il rapporto credito/valore). Cosa deve fare l'Eurozona per uscire dalla crisi senza però dover rinunciare al mercato aperto, ha chiesto il moderatore dell'incontro Ferdinando Giugliano, leader writer del "Financial Times"? "Ripristinare la stabilità finanziaria, metterla al centro di chi gestisce gli strumenti macro prudenziali, controllare meglio la crescita, usare i nuovi strumenti per diminuire il credito ma anche controllare la stabilità nei singoli paesi e utilizzare attentamente l'unione bancaria, proposta nel luglio 2012, ha risposto la Rey. Solo se le banche prenderanno decisioni comuni e metteranno in campo supervisioni comuni l'euro potrà sopravvivere.
Web: www.festivaleconomia.it
Twitter: @economicsfes
Facebook: www.facebook.com/festivaleconomiatrento -