Sabato, 23 Marzo 2013 - 02:00 Comunicato 791

RAGAZZE, LAUREATEVI IN ICT! L'INNOVAZIONE SOCIALE AL FEMMINILE OGGI AGLI ICT DAYS – ORIZZONTI 2015

Si è tenuta stamani nell'Aula Bruno Kessler del Dipartimento di Sociologia dell'Università degli Studi di Trento la tavola rotonda "ICT e donne. L'innovazione sociale al femminile". L'incontro è stato moderato dalla telegiornalista di Rai2 Maria Concetta Mattei e ha visto la partecipazione di Roberta Cocco, Direttore Corporate Social Responsibility e National Development di Microsoft Italia, nonché fondatrice di Futuro@lfemminile, progetto di Microsoft promosso dal Ministero delle Pari Opportunità; Antonietta Tomasulo, consigliere di Trentino Sviluppo con delega su Sviluppo e Innovazione; Anna Perini, ricercatrice del progetto europeo Female Empowerment in Science and Technology Academia di FBK; e Renata Diazzi, direttore del Centro Europeo di Impresa e di Innovazione del Trentino.-

Migliorare la società. Attraverso l'ICT. È questo il concetto centrale di ICT Days - Orizzonti 2015, la grande kermesse dell'innovazione organizzata da Trento RISE, FBK e Università degli Studi di Trento. In poche parole, l'obbiettivo è generare prodotti e servizi appositamente finalizzati a migliorare la società nel suo complesso. E l'ICT è uno dei principali fattori abilitanti di ciò. Ecco perché non solo le donne possono trarre grandi benefici dall'ICT, ma devono vivere questo cambiamento come parte integrante, attiva e consapevole per non restarne escluse e, soprattutto, per guidarlo tenendo conto della prospettiva di genere.
"Questo momento ci offre l'opportunità di cambiare, di porre la persona al centro del nostro lavoro, della nostra vita e del sistema in generale. Se non mettiamo in rete le competenze e le capacità delle donne, che sanno anche essere più vicine a chi è a rischio di esclusione, perdiamo l'occasione di avanzare verso una realtà più positiva e socialmente più ricca – ha dichiarato Maria Concetta Mattei, moderatrice dell'incontro. – In questo momento le donne sono prevalentemente escluse dai gangli del potere, dalla realtà economica che decide in base alle cifre, non delle esigenze delle persone."
"In questo campo essere donna aiuta, le donne sono più portate al dialogo per risolvere i problemi. E l'innovazione consiste proprio trovare soluzione ai problemi, ma per farlo bisogna porsi le domande giuste – ha affermato da parte sua Antonietta Tomasulo, consigliere di Trentino Sviluppo con delega su Sviluppo e Innovazione –. Naturalmente l'innovazione consiste anche nell'usare la tecnologia per dare risposta ai problemi della società. Il cambiamento di cultura è necessario. Secondo me le donne sono decisamente più favorite per le nuove professioni, devono solo avere più fiducia in se stesse".
E una delle missioni di Roberta Cocco, fondatrice di Futuro@lfemminile, è proprio quella di sviluppare non solo le potenzialità delle donne attraverso la tecnologia, ma anche favorire uno sviluppo più partecipativo della società. Da un anno Roberta Cocco si occupa del National Plan di Microsoft, in collaborazione con le Nazioni Unite, l'UNESCO, il Dipartimento dell'Istruzione americano e altri organismi, nazionali e internazionali. "Ci rivolgiamo alle ragazze per spingerle a seguire percorsi tecnico-scientifici. In generale comunichiamo l'importanza del completare la propria formazione con competenze in innovazione e tecnologia."
Nel mondo sono 2 miliardi e 400 milioni le persone che usano internet ma di queste solo 600 milioni sono donne. Eppure proprio le tecnologie e internet offrono grandi opportunità di studio e lavoro. Ma per coglierle al meglio, le capacità informatiche sono indispensabili. Sta infatti nascendo un nuovo mondo di profili professionali ibridi: il marketing, per esempio, è ormai digital marketing. In questo senso sono incoraggianti i dati che mostrano come le donne, pur essendo in numero inferiore rispetto agli uomini nei settori tecnologici, costituiscono la maggior parte degli utenti dei social media.
"Fondazione Adecco recentemente mi ha detto che anche tra le fasce più giovani è difficile trovare profili adatti a quello che il mercato sta cercando, come ad esempio il web community manager o lo sviluppatore di siti web integrati con i social media, necessari a vendere un prodotto. Competenza, quest'ultima, particolarmente interessante per le piccole e medie imprese." – ha continuato Roberta Cocco.
L'ICT, insomma, è un settore che offre grandissimi opportunità professionali ai giovani. "In Italia la disoccupazione colpisce soprattutto i giovani e le donne. Noi aziende dell'ICT – ha spiegato Cocco –assistiamo a una dicotomia difficile: cerchiamo figure femminili con delle competenze in ambito IT e, semplicemente, non le troviamo. Quindi da una parte abbiamo i giovani in grande difficoltà e dall'altra le aziende sono alla ricerca di figure professionali che, apparentemente, non sono coperte."
"C'è bisogno del contributo delle donne nel settore scientifico e tecnologico, nella costruzione dell'innovazione. – ha sottolineato Anna Perini – Nell'ambito del progetto Female Empowerment in Science and Technology Academia, ci chiediamo quindi come migliorare le condizioni di lavoro in modo da aumentare la partecipazione femminile nel settore."
Da parte sua Renata Diazzi ha spiegato come l'ICT sia un elemento fondamentale per aggiornare e sostenere il rinnovamento di imprese che vivono situazioni difficili, ma che grazie alla tecnologia possono trovare nuova linfa vitale. E magari anche un equilibrio tra carriera e famiglia. "Cosa, se non l'ICT, può aiutare le imprese e in generale i luoghi di lavoro a permettere ai dipendenti di conciliare la vita professionale e quella personale, ad esempio attraverso il telelavoro e a una gestione del tempo più flessibile?"
L'ICT non rappresenta solo un alleato per facilitare la conciliazione della vita professionale con quella personale insomma, ma soprattutto una grande opportunità di occupazione, nella quale le donne possono esprimersi al meglio. Le stime economiche, d'altra parte, parlano chiaro: nel 2020 mancherà un milione di professionisti del settore IT solo negli Stati Uniti; per l'Europa nel 2015 ne mancheranno quasi altrettanti. Ovvio, non tutti vogliono o devono necessariamente diventare programmatori. Ma è evidente che il bisogno di competenze tecniche di base e di una profonda alfabetizzazione digitale investe in pieno l'intero mercato del lavoro. -