
La proposta di Piano che viene sottoposto in queste settimane all’esame degli attori territoriali si pone obiettivi importanti, fra cui: la riduzione del rifiuto pro-capite a 425 chilogrammi all’anno entro il 2025, rispetto ai circa 448 attuali, e una raccolta differenziata all’80% entro il 2028 (era del 14% nel 2000), rispetto al dato medio attuale del 78%, peraltro già superato in alcuni bacini di raccolta. Le differenze, come evidenziate nel corso della presentazione di ieri al Comprensorio dell’Alta Valsugana, sono in effetti considerevoli. Si va da una differenziata dell’86% in Val di Fiemme, o dell’85% in Primiero, o dell’83,5% in Alta Valsugana, al 65,5% dell’Alto Garda, o al 70,4% della Vallagarina. Trento si attesta all’82%, Rovereto al 77, 9%.
Ci sono anche problemi nella qualità della raccolta: la presenza di scarti nella differenziata comporta la necessità di selezionare le frazioni prima di avviarle a recupero, con un aumento di costo di 70 euro a tonnellata. Gli scarti non corretti riguardano in massima parte inerti, organico, ramaglie, pannolini, manufatti di plastica e ultimamente anche le “famose” mascherine. La presenza di rifiuto organico (recuperabile) nel secco comporta, oltre all’aumento dei costi, anche la produzione di percolato e cattivi odori. La normativa nazionale, oltre la soglia del 15%, impone di pretrattare il rifiuto prima di avviarlo a smaltimento.
Oltre ad aumentare la differenziata, quindi, il Piano si propone fra l’altro di ridurre alla fonte la produzione di rifiuti urbani, di favorire altre forme di recupero e ridurre l’organico presente nel rifiuto smaltito in discarica. Gli strumenti utilizzabili sono molteplici: vanno dall’incentivare i centri di riuso e le piattaforme per la preparazione al riutilizzo, all’uso della leva fiscale, dal potenziamento dell’informazione alla promozione di nuove abitudini di consumo a ridotto carico di rifiuti.
Il Quinto aggiornamento, sulla base della collaborazione fra Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente, Università di Trento e FBK, definisce anche i possibili scenari a breve e medio termine nella gestione dei rifiuti urbani indifferenziati residui. Nel corso del 2022, secondo i protocolli di intesa con gli enti locali interessati del Primiero e della Valle di Sole, verranno portate a definitiva chiusura le discariche di Imer e Monclassico, si completerà l'iter autorizzatorio per la realizzazione del catino Nord della discarica di Ischia Podetti e si individueranno al di fuori del territorio provinciale, idonei siti di trattamento dei rifiuti urbani residui, come quelli di Bolzano e Dalmine. Vi sono però anche scenari alternativi all’esportazione dei rifiuti, basati sull’adozione di nuove tecnologie per il recupero attraverso la produzione di calore.
Il documento contiene una dettagliata disamina delle possibili soluzioni tecnologiche, valutate sulla base degli obiettivi prioritari della tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini e della efficacia ed economicità delle misure, che devono essere idonee a garantire la piena autonomia del territorio nella gestione dei rifiuti urbani non recuperabili attraverso le raccolte differenziate. Le tecnologie analizzate sono in particolare due: si tratta di tecnologie già testate e su impianti di scala sufficientemente ampia, quindi affidabili. Da un lato, l’impianto a combustione, dall’altro, quello di gassificazione o a conversione chimica, che all’uscita del processo produce syngas, da cui può essere ricavato biocombustibile. Questa soluzione ha come vantaggio anche una produzione relativamente bassa di rifiuto.
Nel dibattito che è seguito è stato espresso dai presenti - sindaci e amministratori della Comunità Alta Valsugana - ampio apprezzamento per i contenuti del confronto e sono stati anche formulati pareri che verranno tenuti in considerazione prima dell'adozione finale.
Si ricorda che la Provincia ha chiesto a Comunità e Comuni di formulare le proprie osservazioni entro il 23 marzo prossimo. "Vogliamo raccogliere davvero i contributi di tutti - ha sottolineato Tonina - per arrivare all'approvazione di un Piano realmente condiviso".