Sabato, 08 Aprile 2017 - 19:07 Comunicato 815

Ad Educa il punto sull'alternanza scuola-lavoro
Quando la scuola incontra l'impresa: in Trentino esperienze eccellenti

A un anno dall'introduzione della riforma della "buona scuola", che ha previsto l'obbligo dell'alternanza scuola-lavoro per tutti gli istituti scolastici di secondo grado, a EDUCA un bilancio degli strumenti attivati, dei risultati raggiunti e delle opportunità ancora da cogliere a partire da tre progetti trentini – di Fondazione Bruno Kessler, Cooperazione Trentina e Confindustria Trento – e uno nazionale, quello del Consiglio nazionale forense. Livia Ferrario, dirigente generale del Dipartimento provinciale della conoscenza: “per il Trentino si tratta di un percorso di lunga tradizione, con esperienze di assoluta eccellenza. L'obiettivo è aumentare la competitività del nostro territorio”. Secondo Oscar Pasquali, capo della segreteria del Ministro dell’Istruzione, “ le esperienze presentate si inseriscono perfettamente nel disegno ideato dal MIUR; ora occorre uscire dalla prospettiva dei progetti pilota per dare l’opportunità a tutti”.

La video intervista a Oscar Pasquali

 

Con l'Alternanza Scuola-Lavoro, la riforma ha voluto dare un'opportunità educativa, consentendo a studenti e studentesse di arricchire il proprio percorso formativo attraverso la creazione di forti sinergie tra istituti scolastici e mondo del lavoro. Questo obbligo è stato interpretato nei diversi territori in modo diverso, a volte con entusiasmo, altre con resistenze e difficoltà. A EDUCA si è provato ad identificare quali sono le condizioni perché tale strumento sia una reale occasione di crescita personale professionale per gli studenti, in un incontro coordinato da Giovanni Biondi, presidente dal 2013 di Indire (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa). "Per il Trentino - ha detto Livia Ferrario, dirigente generale del Dipartimento provinciale della Conoscenza - si tratta di un percorso di lunga tradizione, con esperienze di assoluta eccellenza. L'obiettivo è aumentare la competitività del nostro territorio e per riuscirci è fondamentale saper leggere i cambiamenti dei contesti in cui operiamo. Quando si affrontano progetti di questo tipo, la pubblica amministrazione deve essere capace di sviluppare politiche integrate". Le esperienze presentate hanno declinato in modo diverso la collaborazione tra mondo della scuola e delle imprese. Grazie al progetto della Fondazione Bruno Kessler, ad esempio, i giovani coinvolti hanno la possibilità di confrontarsi con la realizzazione e la diffusione sul mercato dei prodotti innovativi. DomoSens, il progetto avviato quest'anno, coinvolge sette scuole, ognuna delle quali rappresenta un reparto di un'unica azienda. "Quest'anno - ha spiegato Pierluigi Bellutti, responsabile per Fondazione Bruno Kessler dell’Unità Micro Nano fabrication and characterizationFacility (MNF) - abbiamo investito energie per dare vita a un progetto formativo che possa essere riproposto nei prossimi anni, seppur con altri prodotti".
Lo sviluppo di un modello educativo innovativo è alla base anche della proposta della Federazione Trentina della Cooperazione. "Lo strumento delle Cooperative Formative Scolastiche - ha raccontato Egidio Formilan, responsabile dell’ufficio Relazioni e progetti internazionali e dell’ufficio Educazione e cultura cooperativa della Cooperazione Trentina - prevede una serie di attività in cui gli studenti sono affiancati da tutor scolastici, aziendali e da esperti cooperativi, che li accompagnano nella conoscenza della cooperazione e nella costituzione della loro cooperativa formativa scolastica. Successivamente viene assegnato loro un compito dall'impresa partner. Il tipo di attività è strumentale perché l'obiettivo principale è promuovere competenze di tipo imprenditoriale". In questo primo anno di sviluppo del progetto sono state coinvolte 18 classi per un totale di oltre 350 giovani socie e soci.
Si basa su una logica modulare che ben si adatta alle esigenze di ogni scuola la proposta di Confindustria Trento, TuSei, che offre diverse possibilità dalla semplice visita aziendale allo sviluppo di una vera e propria idea imprenditoriale. "Grazie a questo progetto - ha specificato Stefania Segata, presiedente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Trento - i ragazzi hanno la possibilità di entrare in contatto con il sistema industriale e, allo stesso tempo, di individuare i propri talenti e trovare il modo di esprimerli nel mondo del lavoro". Ad oggi sono 160 i progetti avviati in collaborazione con 172 imprese partner.
"Tutti i progetti presentati finora - ha commentato Francesco Logrieco, vicepresidente del Consiglio Nazionale Forense - si integrano potenzialmente con il nostro, che nasce dalla richiesta da parte delle scuole di approfondire tematiche di educazione civica". L'obiettivo, in questo caso, è far capire agli studenti che il diritto non è una materia astratta, ma entra in ogni ambito della vita quotidiana. Il progetto di alternanza prevede accanto a dei moduli di tipo più teorico, la realizzazione di uno studio legale all'interno della scuola dove gli studenti rivestono di volta in volta il ruolo del cliente e dell'avvocato, affrontando problematiche diverse. Un progetto che trova applicazione anche negli istituti in cui non è previsto l'insegnamento del diritto. 
Gli esempi presentati a EDUCA, secondo Oscar Pasquali, capo della Segreteria tecnica del Ministero dell’Istruzione, si inseriscono perfettamente nel disegno ideato dal Miur. "La riforma - ha affermato - avvicina due mondi che, ce lo dicono i dati, in Italia sono ancora troppo distanti. Quest'anno sono 1,5 milioni gli studenti coinvolti. La filosofia è uscire dai progetti pilota dando un'opportunità a tutti". Le problematiche sono ancora tante e sono di tipo organizzativo e culturale, ma stiamo lavorando ad azioni di accompagnamento per facilitare questo tipo di progetti e sviluppando una piattaforma web che, tra l'altro, consentirà percorsi di e-learning alle realtà che hanno più difficoltà a organizzare dei tirocini in azienda e semplificherà gli aspetti burocratici. "Rimane il fatto - ha aggiunto Pasquali - che si sta discutendo sempre più di come fare l'alternanza e sempre meno dell'opportunità, o meno, di farla".



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