Il 65% degli italiani vive in provincia, ma – se prima della pandemia sognava il dinamismo delle metropoli – ora sta riscoprendo il senso di comunità e i valori del vicinato e della sostenibilità propri delle cosiddette città intermedie. Un cambio di paradigma ricco di sfide e al contempo di nuove prospettive, analizzato dal vicedirettore del Sole 24 Ore Roberto Bernabò nel suo nuovo libro “Città Italia. La transizione ecologica e digitale: dieci esperti disegnano l’Agenda urbana dei Comuni” (E. Il Sole 24 Ore).
L’opera è stata presentata oggi nella biblioteca comunale di Trento, in occasione degli “Incontri con l’autore” organizzati nell’ambito del Festival dell’Economia di Trento.
Accanto a Bernabò – in rappresentanza dei dieci esperti intervistati nel volume – c’erano l’architetto Mario Cucinella e il presidente di Trentino Sviluppo Sergio Anzelini.
«Attraverso il punto di vista e le competenze verticali di dieci esperti – spiega Roberto Bernabò – il libro costruisce una nuova agenda urbana della provincia italiana, proponendo dieci visioni in materia di demografia, rigenerazione urbana, innovazione tecnologica, cultura, sviluppo economico sostenibile, trasporti. Dieci esperienze concrete che, dall’Alto Adige alla Sicilia, raccontano di digitalizzazione, partecipazione alla vita pubblica, fondazioni di comunità, sostegno all’imprenditoria, e-commerce e verde urbano offrendo interessanti spunti per la gestione dei fondi del PNRR, ma anche per rispondere ai fenomeni dello smart working e del south working».
«Dieci anni fa – gli fa eco l’architetto Mario Cucinella – una conferenza come questa sarebbe stata dedicata al tema delle città metropolitane, perché il futuro sembrava concentrato lì. Con la pandemia le cose sono cambiate e le aree interne del Paese hanno sperimentato una nuova centralità. Ma affinché sia duratura è necessario investire nella costruzione di scuole che servano più comuni, centri di aggregazione e aree verdi. Fondamentale, per permettere lo smart working e quindi il ripopolamento dei borghi, è poi portare la banda larga anche lì. Solo così si costruisce un modello vincente, il modello della città italiana basata sulle relazioni».
Reti, dunque, per permettere il lavoro da remoto e favorire la connessione con il mondo, «ma anche – dice il presidente di Trentino Sviluppo Sergio Anzelini – propensione del territorio alla ricerca e investimenti pubblici nell’implementazione di incubatori dove le idee più innovative possano essere accompagnate con appositi servizi in tutte le fasi di sviluppo, dal brevetto all’impresa vera e propria».