Venerdì, 01 Giugno 2012 - 02:00 Comunicato 1546

Il tasso di disoccupazione in Italia è pari al 36 %, ma le idee di business non mancano
QUANDO L'ECONOMIA È GIOVANE

Creare nuove idee, fare rete e assumersi dei rischi. Questa la soluzione alla crisi economica emersa dall'incontro "I giovani e la finanza" al Festival dell'Economia di Trento. In sala Paolo Collini, preside della Facoltà di Economia dell'Università di Trento; Matteo Lunelli, presidente Cantine Ferrari ed Eliano Omar Lodesani, direttore regionale per il Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige di Intesa Sanpaolo, coordinati da Enrico Franco, direttore del Corriere del Trentino e Alto Adige, hanno così cercato "l'antidoto" all'infelice sorte che attende le nuove generazioni.-

In una crisi che è innanzitutto finanziaria alle banche va imputata la colpa d'aver concesso mutui troppo facilmente, e ora anche la colpa di non concederne più. È questa l'eredità che attende i giovani. "É vero però – ha esordito Matteo Lunelli – che le banche non sono gli unici protagonisti del credito. Il mercato oggi lo fanno anche i venture capital. Ci sono altri strumenti ed è nostro compito aprirci, cambiare orizzonti".
Le banche, dunque, hanno fatto da capro espiatorio per molto tempo, ma come ricorda Enrico Franco "evitiamo di fare razzismo nei confronti della banche e guardiamo anche gli imprenditori che forse hanno messo in atto imprese poco redditizie". Ammettere un fallimento, infatti, non è mai facile, e purtroppo lo dimostrano i recenti dati relativi ai suicidi di giovani imprenditori. La soluzione, quindi, suggerisce Matteo Lunelli è "puntare sulla cultura. Preparare una classe imprenditoriale preparata, in grado di avere successo ".
"Oggi i giovani sono precari – risponde Eliano Lodesani - non sono più una risorsa per la famiglia. Una volta le famiglie erano numerose perché i giovani erano la sicurezza del futuro della famiglia. Erano forza lavoro. Oggi non è più così. E sta a noi incentivare i giovani. Dobbiamo attrarre nuove idee, e creare nuove start-up".
Dunque università incapaci di preparare i giovani alla sfida del futuro? Risponde Paolo Collini: "le nostre università sono valide". La vera causa è dunque da cercare altrove, vale a dire nella mancanza di sinergie. È necessario innovare il mercato. È questa la "retta via" che i giovani devono seguire appoggiati da un sistema bancario e finanziario pronto a seguire le nuove imprese.
Per fare ciò è necessario "fare rete", unire le forze. "Ci sono molti filosofi per esempio – afferma Paolo Collini – che hanno ottime idee e che magari non riescono a concretizzarle. È fondamentale unire competenze diverse". Sicuramente, inoltre, una cultura finanziaria dovrebbe essere obbligatoria per tutti: "Nella scuole – prosegue Paolo Collini - fin da piccoli ci insegnano a leggere l'orologio. Bene io credo che il mondo della scuola dovrebbe preoccuparsi di fornire anche un'istruzione finanziaria".
In una paese con tassi di disoccupazione pari al 36% è dunque fondamentale che i giovani si avvicinino al mondo dell'impresa e, come ha suggerito al termine dell'incontro l'assessore provinciale all'industria, artigianato e commercio Alessandro Olivi, "i giovani devono iniziare a concepire l'auto impiego". In altri termini creare delle start-up, o per riprendere un linguaggio un po' più retrò, aprire bottega.

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