Sabato, 31 Maggio 2014 - 02:00 Comunicato 1273

"La classe dirigente" di Peter Medak primo appuntamento della rassegna "Cineconomia"
QUANDO EGEMONIA, RICCHEZZA E POTERE VANNO A BRACCETTO

Spazio anche al cinema nel programma del Festival dell'economia. Ieri sera il primo appuntamento, al cinema Modena, con "Cineconomia", la rassegna curata da Marco Onado. Sullo schermo "La classe dirigente" di Peter Medak, un film alquanto sopra le righe, che sfiora il melodramma shakespeariano con brevi passaggi in chiave musical tinti di nero humour britannico. Fil rouge del film, e sua chiave interpretativa, è la mordace critica al sistema politico inglese, incancrenitosi in apparati amministrativi miopi e retrivi, che riesce paradossalmente a trasformare un infermo di mente che si crede il Redentore in un pericoloso criminale.-

E il dramma è alimentato dal fatto che il conte Jack Gurney è investito di una non trascurabile influenza economica e politica. La conversione in un uomo "sano", che dovrebbe essere agghiacciante e temuta, rassicura invece la "high class" londinese che frequenta la nobile dimora di Jack, del quale ora si sostengono le invettive alzate alla Camera dei Lord per una feroce e barbara soppressione dei crimini contro la morale, mentre prima, quando Jack si credeva Gesù Cristo e sosteneva le tesi a favore della solidarietà e dell'amore universale, veniva criticato e messo al bando da questa stessa "classe dirigente", interessata solo a difendere i propri interessi e privilegi.
In sintesi la trama: alla morte del padre, avvenuta in circostanze tragiche e non poco imbarazzanti, Jack Garney, unico erede di un'immensa fortuna, esce dal manicomio, pur credendosi Gesù Cristo, per ricevere l'ingente eredità paterna. Immediata la reazione dei suoi parenti – qui rappresentati dallo zio Charles e sua moglie Claire – per diseredarlo e impossessarsi delle sue ricchezze. In aiuto al giovane protagonista, arriva un amico psicologo che lo guarisce, quindi Jack di diritto entra a pieno titolo a far parte della "classe dirigente" con la nomina alla Camera dei Lord. Ben presto però si converte in uno spietato politico fautore del cosiddetto metodo della "paura" come escamotage per conservare il potere e assicurare l'ordine sociale a lui e ai suoi pari, fino a giungere ad uccidere la zia Claire e la moglie e a cercare di imputare per entrambi i delitti il suo povero e ingenuo maggiordomo. Il protagonista, straordinariamente interpretato da Peter O'Toole, ha come eccezionale "spalla" il maggiordomo ubriacone (l'attore Arthur Lowe), che giocherà un ruolo di spicco nella parabola tragicamente discendente del film. In "The ruling class" abuso di potere, disonestà e prepotenza sono termini che vanno all'unisono e per prevaricare occorre un metro di valori alternativo alle leggi del "Regno dei cieli", inizialmente propugnate da Jack: esse sono inaccettabili da una nobiltà avida e interessata esclusivamente alla difesa delle proprie ricchezze e prerogative. Nella società diretta dal regista Peter Medak vige una sola legge: ama te stesso e tutto il resto deve essere soggiogato. -