Entrando in dettaglio, il gruppo di richiedenti protezione internazionale arrivato stamane a Trento è composto da tre nuclei familiari (otto persone in totale) e diciassette donne sole (età media vent'anni; tre di loro aspettano un bimbo). La nazionalità prevalente è quella nigeriana, mentre una piccola quota è composta da ivoriani. Con il loro spostamento in programma a Marco di Rovereto, il Campo della Protezione Civile ospiterà quindi da domani nel complesso sessantaquattro persone: cinque mamme con bambini, cinque coppie, trenta donne sole, una famiglia di quattro persone e dieci uomini soli.
“Ad oggi – afferma l'assessore Luca Zeni – sono accolte in Trentino 1.085 persone, cifra al di sotto del tetto stabilito a quota 1.172. Attualmente quindi le cifre sono entro i limiti previsti e la macchina organizzativa dell'accoglienza lavora efficacemente rispondendo prontamente ai nuovi inserimenti. Siamo tuttavia consapevoli di un aumento degli arrivi. Il mantenimento del positivo modello di distribuzione dei profughi in piccoli gruppi sul territorio provinciale, che favorisce una positiva inclusione, richiede quindi un ulteriore sforzo nell'individuare nuovi alloggi nei comuni trentini.”
“Ai venticinque migranti arrivati oggi alla 'Fersina' – aggiunge l'assessore Zeni – giunti molto provati dal viaggio in mare e dall'immediato spostamento a Trento, sono stati subito offerti sistemazione e ristoro grazie all'impegno della rete dell'accoglienza. I bambini hanno potuto pranzare, finalmente in serenità, con le loro famiglie. Ora per i profughi comincia il percorso di richiesta di protezione internazionale. Nel frattempo, per tradurre l'accoglienza in positiva convivenza, gli operatori che li seguono giorno dopo giorno si occuperanno di trasmettere loro le regole della nostra comunità, le nostre consuetudini e, naturalmente, i nostri valori fondamentali, valorizzando il tempo libero dei migranti attraverso percorsi di formazione, apprendimento della lingua e, non ultimo, promozione del volontariato. È questo il valore aggiunto del progetto trentino di accoglienza: non una mera risposta ai bisogni primari, ma l'entrata in comunità nel riconoscimento dei diritti e, naturalmente, dei doveri anche attraverso il diretto coinvolgimento dei profughi nei servizi e nelle mansioni che la quotidianità di ogni comunità richiede di svolgere.”
Immagini a cura dell'ufficio stampa.