Giovedì, 23 Maggio 2024 - 19:11 Comunicato 1227

Prevenzione e cultura, il contrasto alla violenza verso le donne

Dopo tanti avvenimenti di cronaca, in particolare il femminicidio di Giulia Cecchettin, che ha cambiato anche la narrazione di questo fenomeno, l’attenzione è molto alta e il tema, estremamente importante, è all’ordine del giorno e va analizzato da diversi punti di vista. Al Festival dell'Economia di Trento lo hanno fatto l'avvocato e vicepresidente di D.i.Re Donne in rete contro la violenza Elena Biaggioni, il prefetto di Padova Francesco Messina e il procuratore distrettuale della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trento Sandro Raimondi, guidati dalla domande di Chiara Di Cristofaro, psicologa, scrittrice e giornalista di Radiocor.
Si parte dai dati: un terzo circa degli omicidi riguarda le donne e di questi la quasi totalità avviene in ambito familiare affettivo, per lo più per mano del partner o dell’ex. C’è poi un costante aumento violenza sessuale verso le donne negli ultimi 10 anni. Come ha ricordato la moderatrice dell’evento, l’impianto legislativo italiano è uno dei più avanzati d’Europa, eppure la situazione non cambia, le donne continuano a subire violenza. Di qui è partita la riflessione dei partecipanti al dibattito, che hanno portato all’attenzione l’importanza di lavorare sull’aspetto educativo, sulla conoscenza, sullo scardinamento degli stereotipi, perché la diseguaglianza fra uomini e donne nella nostra società è ancora molto forte, come ha ben evidenziato Biaggioni.
Festival dell'Economia Violenza sulle donne: dove stiamo sbagliando? Nella foto: Francesco MESSINA, Sandro RAIMONDI; Elena BIAGGIONI, Chiara DI CRISTOFARO [ Daniele Paternoster Daniele Paternoster - Archivio Ufficio Stampa PAT]

Anche per Messina la sfida si vince sul piano educativo e culturale: “Bisogna guardare al manifestarsi di situazioni prodromiche al ciclo della violenza. Possiamo fare molto leggendo i segnali, agendo sui due piani, quello della vittima e quello del maltrattante”, ha detto, ricordando che il 60-70 per cento delle violenze si manifestano in famiglia. Ha poi ricordato la complessità delle ragioni legate a certi fenomeni, come le violenze sessuali, che sono commesse sempre di più da ragazzi giovanissimi. In questo è fondamentale l’attenzione educativa dei genitori, perché non sempre i violenti nascono da famiglie disfunzionali.

Anche Raimondi ha notato un abbassamento dell’età dei ragazzi che per esempio prendono parte a stupri di gruppo - si tratta di anche di giovanissimi sotto i 14 anni – e l’aumento della violenza sessuale “vista”, quella attraverso i social e i video, che possono però diventare anche uno strumento di rieducazione, utilizzato dagli adulti per comunicare con i giovani. Raimondi ha poi ricordato la rete virtuosa presente in Trentino per il contrasto alla violenza sulle donne, che agisce anche nel recupero dei maltrattanti.

Infine la riflessione di Biaggioni in uno sguardo più ampio verso la situazione nazionale, sulla responsabilità di chi raccoglie le denunce: “Mi piacerebbe capire se tutte le donne che subiscono violenza e raccontano il loro dolore, le loro storie avendo grande fede nella giustizia, trovino effettivamente accoglienza”.

(sil.me)


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